I. Buona fortuna dia Iddio a’ Pisani, chè sono arditi e delle armi bene esperti; essi hanno abbassato l’orgoglio de’ Genovesi, e li fanno stare vituperati e avviliti; ond’io vorrei sempre la vittoria di Pisa, perchè [i Pisani] hanno abbassato que’ perfetti orgogliosi, tali che solo la noia di que’ villani imbroglioni mi spezza il cuore, me lo frantuma e me lo sbriciola.
II. Gli Alemanni trovo rozzi e villani; quando qualcuno [di essi] si picca di esser cortese, è una pena mortale, cocente e una noia; il loro parlare sembra latrato di cani; ond’io non vorrei essere il signore della Frisia, si che udissi di continuo il guaito di que’ noiosi; ma voglio starmene fra’ Lombardi gioiosi, presso la mia donna che è gaia, bianca e morbida.
III. E poichè son miei il Monferrato e Milano, io sprezzo Alemanni e Tedeschi; e se mi crederà Riccardo re degli Inglesi, in breve ora verrà nelle sue mani il Regno di Palermo e di Reggio, perchè lo conquistò il prezzo del suo riscatto; da parte mia dico bene: se non fosse pel Marchese, stimo non valga cinque marchi una camicia rotta.
IV. Ora mi alberghi Dio e san Giuliano e la dolce terra del Canavese; io non tornerò più in Provenza, dacchè mi accoglie Lavriano e Agliano (?); e se aver posso colei che ho tanto sollecitata, di là si stia il valente re don Alfonso, chè farò qui i miei versi e le mie canzoni per la più gentile che fu mai richiesta d’amore.
V. E poichè Milano è alto e sovrano, ben vorrei pace tra i Milanesi e i Pavesi, e [vorrei] che la Lombardia stesse in difesa da’ vili ribaldi e da’ mali scherani. Lombardi, ricordatevi come la Puglia fu conquistata, come donne e valenti baroni furono messi nelle mani de’ garzoni! E di voi fanno [i nemici vostri] fra loro peggior divisamento.
VI. Donna Adelaide, vi ho tanto lungamente ricercata che ora l’un [di noi] tien l’altro per importuno; io rimarrò [presso di voi] fino a quando mi sarà stato fatto il dono, perchè voi siete la più gentile che mai fu richiesta d’amore.