I. Fra due re vedo sollevata e iniziata una nuova contesa, che arreca guerra e rimescolio, sperperi di danaro e fatiche, per grave che ciò sia, rumori, frastuoni, genti armate e compagnie: Corrado, che si è partito dalla Germania, viene [in Italia] e vuol riacquistare, senza scambio di libelli [=non già per giudizi di tribunali, ma con le armi], ciò che Carlo ha conquistato sopra i Pugliesi, e non avverrà che non si spezzino ferro e legno, teste e braccia, avanti che la lite si risolva.
II. Fra poco vedremo ricche armature smontate, tende e gonfaloni piantati per la campagna, e molti baroni prender consiglio per la resistenza, affinché la cosa prosegua e non si arresti. Cosí vedremo da molte terre straniere venire miseri mercenari, borghesi e messaggeri, clandestini e palesi; nell’oste vedremo altri giuocare e altri lamentarsi, e berrovieri correr spesso per il piano.
III. Trombe, tamburi, sonagli, truppe, pettorali, e cavalieri ardenti di combattere, vedremo in campo; pennoni, oriflamme, fitti ranghi di armati vedremo sfasciarsi; grida, lamenti, imprecazioni e voci di dolore potremo udire, per pianure e per vallate; e [vedremo] destrieri in gran numero esser presi senza compera e senza vendita, e i re affrettarsi a entrare nel combattimento.
IV. Là dove si troveranno le insegne reali vedremo ammaccare e fendere scudi ed elmi, spaccare usberghi, prender colpi mortali, mutilazioni e slanci, ferire e difendersi; e se [il re?], per far prigionieri, entrerà nel campo piú forte, ivi vedremo abbattere numerosi vassalli, e molti altri giacer rovesci sotto i cavalli, molti morti, molti prigionieri, e molti cadere a terra, e uccidere molti che non vorranno arrendersi.
V. L’Aquila e il Fiore hanno diritti tanto uguali che non valgono a dirimerli né leggi né decretali; per ciò andranno a decidere la questione sul campo, e colà sarà vincitore chi si saprà meglio difendere.
