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Italiano
V. De Bartholomaeis

I. Signor Infante, se vi piace essere temuto e amato e rinomato nel mondo, abbiate come intimi gli uomni di valore; ché da uomo dappoco, per senno che abbia, difficilmente può uscire consiglio onorevole! La vostra parola sia ferma; togliete, tenete e date. 

II. A chi distoglie la fronte e il ciglio da ciò che vi consiglio io non darei [nemmeno] un capello sottile, sol che voi facciate che al di là di Montijo parlino di voi i giovani e i vecchi come di uno che non ha pari al mondo; a un giovane principe è d’uopo vegliare che il suo usbergo non si arruginisca. 

III. Chi troppo riposa e si stanca difficilmente suole aver pregio; che è durando danno e vantaggio, gioia e dolore, che si compiono e si consolidano buoni fatti. Un figlio di re, se vuole tendere ad alto volo, conviene che tagli, lisci e pialli, dando e rimeritando; perché non prende ciò che vuole chi non dà ciò che gli duole di dare. 

IV. Poiché voi siete di tanta alta tenacia, è d’uopo che ormai siate duro co’ nemici e franco con gli amici, colonna per i buoni e piccone per i malvagi. Il vostro nome è segnacolo ed esponente che voi, signore, dovete superare giovani e vecchi; giacché Federico vuol dire qualcosa come freno de’ ricchi.

V. Fra il meglio che vi bisogna fare è che da voi siano onorati cavalieri e mercenari; — chi ha bisogno del fuoco lo chiede col dito; — e che li accogliate di buon grado: cosí si rende familiare un estraneo; e colui che avrete veduto il primo nel menar colpi non lo facciate poi essere ultimo nel prendere [la ricompensa]. 

IV. Signor Infante, il meglio che vi domando è che vi acquistiate pregio completo. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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