I. Poiché al Conte è venuto in mente, signor Sordello, che da me sia esposto ciò che voi due —voi e il signor Bertrando—avete detto di follia nella tenzone partita, io ne dirò il vero: ciascuno scelse falsamente. Voi che in amore non siete valso mai nulla; il signor Bertrando scelse il pregio delle armi, che in battaglia il suo usbergo non perdette per colpi mai maglia.
II. Ben sanno tutti l'uso del signor Sordello, che ben ama, senza [averne] gioia, la sua amica, né già non vuole che le piaccia di farlo giacere con sé, perché lo prenderebbe vergogna. E se mai nessun uomo con gran corpo abbattuto, molle, e vile, pieno d' indolenza, può aver pregio d'armi, ben l'ha, senza fallo, il mio compare Bertrando, pieno di pigrizia.
III. Per la Contessa valente di Rodez hanno raso il loro capo più di cento cavalieri; e se il signor Sordello si vuol guardare da fallo, raderà il suo capo, o già Dio non gli vaglia.
IV. Prego, in breve, Giovanni di Valery che non creda all’ ardimento del signor Bertrando finché non lo veda in torneo o in battaglia, che allora saprà del suo brando se taglia bene.