Il quinto vers di messer Guiraut Riquier, nell'anno 1273.
I. Umiliato, colpevole, mortificato e pentito, afflitto, sfiduciato di riparare tutto il tempo perduto a peccare, vi supplico, Signora, Vergine pietosa, madre di Cristo figlio dell'Onnipotente, di non guardare quanto sono colpevole nei vostri confronti: vi prego, considerate il bisogno della mia anima smarrita!
II. Ché a mala pena riesco a trovare un peccato che non abbia commesso, salvo disperare in Dio, furto ed omicidio, giacché degli altri il mio corpo non direbbe mai: basta! cosa di cui mi sono più volte rincresciuto; così, se non mi assistesse speranza e fede salda, per colpa dei peccati gravi, vili e vergognosi, la mia anima si sarebbe irrimediabilmente separata da Dio.
III. Ma la mia speranza è che mi guarderete voi dal pericolo mortalmente grave che rischia di perdermi, da cui non ho scampo, se voi non mi aiutate: tanti riconosco e così gravi i miei peccati! Pregate, dunque, il vostro glorioso figlio che mi faccia agire secondo la sua volontà, che è poi anche la mia salvezza, ché solo così mi potrete riportar da morte a vita.
IV. Gesù Cristo, infatti, vi obbedisce, quando lo pregate di salvare i peccatori, purché seriamente intenzionati a fare il bene ed obbedienti; perciò vi prego, Signora, di supplicarlo per me, per i miei cari e per tutti quelli di buona volontà, affinché ci dia una valida guida per giungere a lui.
V. Ché il cammino è duro da imboccarsi, come angusto e scabroso è da percorrersi fino in fondo; e proprio perché ci costa tanto staccarci dal mondo, con tanta fatica ci incamminiamo sulla via della salvezza e doppiamente arduo è venirne a capo, tanti sono i punti rischiosi in cui ci si imbatte, che nessuno, senza guida, giunge in porto.
VI. Per noi, Signora, Vergine regina, foste madre del figlio di Dio onnipotente; dunque, otteneteci da lui questa guida.
VII. Prego Dio per il re di Castiglia don Alfonso, che gli conceda finché è in vita onore e prosperità, al più lungo possibile, coronandolo infine con la grazia della vita eterna.