I. Molto tempo è che non mi ricordai di cantare; ma ora me ne sovviene, perchè sento qui dire e raccontare che il nostro re, chiunque sia che di ciò s'offende e s'adira, vuole entrare subito in Guascogna con tale forza di armati, che nessun muro o bastione la possa fermare.
II. E poichè sento che egli vuole cominciare l'impresa, per cui le armi potranno conquistare terra e tornare gloriose, sono tanto gioioso e contento che io non penso e non mi curo se non della gioia e del fare ciò, per cui comincia subito il re leale e valoroso col fermo proposito di portare a termine l'impresa.
III. Per questo mi piace esaltare col canto il suo grande valore, poichè ora comincia senza tardare a richiedere i suoi diritti tanto imperiosamente, che senza nulla replicare i Guasconi e Navarresi facciano i suoi comandi ed egli li mette al martirio col prenderli ed ucciderli.
IV. Lo vedranno senza indugio dritto verso di essi cavalcare con tali forze, che lor parrà che l'uguale non si possa trovare in campo, e lo vedranno là tanto valorosamente combattere ed assalire e rompere e ardere ed abbattere mura e torri, che egli li faccia sottomessi venire alla sua mercè.
V. Così che del suo valore faccia parlare i migliori; e per emulare il padre si deve molto sforzare, perchè fu più valente e di più seppe conquistare e più si face onorare, che nessun re che sia mai vissuto; perchè, se non lo uguaglia o non lo supera, molto qui avranno da dire.
VI. Ma niente mi fa dubitare ch'egli non lo superi in breve tempo, tanto è grande il desiderio di innalzare il suo pregio.
VII. Re di Castiglia, poichè ora non vi manca la forza, nè il senno, e Dio vi è benigno, pensate a conquistare.