I. Ai, Dio! Se l'amore ha intenzione di affliggermi tanto, da condurmi a morte, si permetterà che io resista sino a che piacere d'amore mi venga ricambiato. Di lei, se si comporta con vero pregio, non so: ma l'atteggiamento, col quale agisce nei miei riguardi, mi strazia, poichè mi pare che sì m'allontani, che il cuore mi spezza e mi soffoca. Per cui la supplico che di me si ricordi almeno tanto, che non mi mantenga tale grande affanno; poichè io non ho forza alcuna che mi trattenga tanto, che debba morire,
II. se non mi allevia la sofferenza, di cui sono martire giorno e notte; perciò se mi vuole uccidere del tutto, non le so dire altro che morirò come suo servitore. Non mi può nuocere il fatto che rivolgo il mio desiderio ad amarla, poichè, se io mi dolgo, non mi lamento affatto di lei, chè penso e considero che mi tormento e mi affliggo per la più bella donna, che si possa mirare; anzi, quando dentro il mio cuore guardo il suo dolce viso e il suo gentile sorriso, d'ineffabile piacere son contento, sebbene languisca e sospiri, giacchè non ho altra scelta.
III. Ma se ella sapesse come le sono sincero e leale senza cuore mutevole, non credo che sopporterebbe che così languisca un amante sincero e supplichevole. Ma non le pare che sia a lei devoto come solevo, poichè io non vado verso il suo paese, come le promisi: e per questo mi colma di dolore, quanto più le sono fedele amante.
IV. Già da lei non mi vado allontanando, se mi ingegno or qui in Spagna in maniera che mi porti sempre più in alto, elevando il mio merito tanto che il suo splendido pregio non abbia a soffrire e a diminuirsi quando essa faccia un gesto grande o piccolo, che si pieghi verso di me; poichè, secondo il dovere dell'amante, la vado preservando da ogni danno in tutto ciò che si conviene ed è necessario, poichè non è cosa alcuna che mi manchi
V. o che tralasci di fare per amare fortemente e sinceramente; sebbene non me ne possa rallegrare, se l'inganno mi può spezzare il cuore o cambiare o fare allontanare il pensiero da ciò che mi possiede. Ed oso pensare che ella si degni e voglia gradirla, quando avrà conosciuta la mia condotta e la preoccupazione che ne ho, che cioè non mi possa fare onore così nobile, come si conviene alla mia alta intenzione. E poichè non mi pare che altrimenti le possa ben mostrare come l'amo profondamente, le invio ora il mio lais per farle intendere e conoscere l'amore che le porto;
VI. infatti non credo che, dopo che abbia compreso quanto l'amo, ella non mi ricambi, e che, senza alcuna esitazione, non mi restituisca la sua amicizia di buon grado in segno di pace e di riparazione.