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101,008a

Italiano
F. Branciforti

I. Luchetto, che lo sappia da voi se vi piace di più amare lealmente la vostra donna e non essere riamato mai da lei, per quanto più sincero le siate, anzicchè aver conquistato il suo amore con furberia ed inganno e con ogni falsità; ovvero se siete più desideroso d'aver conquistato il suo amore con perfidia, piuttosto che languire nobilmente per la sua ingiusta condotta.
 
II. Bonifacio, sapete proporre un «partimen» disuguale, poichè inganno e lealtà non si operano insieme, nè dovreste proporli così sullo stesso piano, a mio parere: perciò io preferisco l'amare senza difetto e senza alcun inganno come amante perfetto e sincero e lascio la gioia dell'inganno ai falsi amanti, che fanno mostra di ciò, di cui non hanno cura (che non sentono nel cuore).
 
III. Luchetto, colui che fa finta mostra d'essere amante corrisposto ed amante sincero, come se ambedue ne avessero gioia e piacere, si comporta meglio di colui che a ben amare si conduce con tale aspetto (da mostrare) che manchi alla sua donna comprensione e misura, quando non vi sia ragione, e che egli sempre debba essere crucciato con lei, perchè essa ingiustamente non lo ricambia.
 
IV. Bonifacio, il sincero amante non può prendere gioia dall'inganno o dalla perfidia; or è falso ciò che avete opposto, che ci si comporti ragionevolmente ad ingannare la propria donna: poichè l'amante perfetto, dopo che s'impegna sinceramente, non deve desiderare di tradire la sua donna, anche se ama inutilmente, nè avrà gioia saporita, se non la conquista senza alcun inganno.
 
V. Chi inganna la sua donna, sapendo che lei ne è contenta ed egli soddisfatto, agisce da savio, ed è pazzo di sicuro chi vuole sempre languire, amando lealmente, poichè nè il dritto impone, nè la natura consente che si ami senza speranza, Luchetto, e voi, se lo vorrete fare, non ne sarete capace, finchè abbiate ragione e perfetta esperienza.
 
VI. Chi inganna coscientemente la sua donna, merita più che la morte, Bonifacio, e quello che s'è procacciato gli vale ben poco, poichè non può venire grazia d'amore in un cuore che non ami sinceramente: dunque per un nulla abbassa se stesso e la sua donna dal momento che egli la inganna, sebbene consegua il suo insano desiderio. E il puro amante almeno è pieno di grande gioia, poichè si sente leale e sincero, senza rimorso.
 
VII. Luchetto, quell'uomo leale, di cui discutiamo, è pazzo, se egli non èpiù dolente che contento, poichè non c'è maggiore follia che amare ardentemente una donna immeritevole, perchè non se ne può avere buona fortuna e non se n'è lodati; invece èstimato saggio chiunque conquista con perfetto sembiante una donna umile o severa e rigorosa.
 
VIII. Bonifacio, ogni gioia decade e torna in gran dolore, quando non la sostiene un'intima ragione; per cui la falsa gioia, di cui siete desideroso, non può piacere al mio puro amore.
 
IX. Luchetto, sostenendo il torto e ciò a cui non credo, vi ho vinto; e per ciò son contento, perchè vi ho mostrato che io so tanto più di voi, chè col torto tenzono meglio di voi con la parte giusta.

 

 

 

 

 

 

 

 

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