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101,011a

Italiano
F. Branciforti

I. Scotto, quale di questi due piaceri d'amore vi piacerebbe di più: che possiate fare della vostra donna tutto quello che volete, -ma per niente vi consentirebbe di parlarle e di vederla e mai sareste amato per tutta la sua vita-, ovvero che possiate sempre vederla e parlare con lei, ma di più non vi permetterebbe, nè dovreste forzarla? Ora vedremo quale sceglierete, e non vi preoccupate della cortesia.
 
II. Bonifacio, sarei pazzo se potessi possedere a mio piacimento la mia donna, che è bellissima e tenerla nuda tra le mie braccia (se non potessi affatto parlare e il vederla mi fosse vietato), se non la prendessi a queste condizioni; poichè il parlare e il vedere che voi mi offrite in contraccambio mi raddoppierebbe il tormento, se il resto non mi fosse donato. E quando mi sovvenisse il ricordo d'essermi così disperato, il sepolcro sarebbe pronto, poichè mai più potrei vivere.
 
III. Scotto, secondo la mia esperienza, stoltamente sapete scegliere quando voi diprezzate il suo riservato contegno e il suo dolce aspetto e il suo gentile parlare, perchè a voi piace di più giacere e dormire con lei; infatti non credo che nella vita si possa sopportare una più grande sofferenza, che quella di astenersi dal parlare, allorchè se ne ha bisogno e desiderio. Nè alcuna cosa può dare gioia, nè conforto, nè piacere, senza essere vista; a mio giudizio vi manca molto di senno.
 
IV). Bonifacio, ricordo la mia donna e la rivedo tale, come nel giorno che l'amore fece fiorire nel mio cuore la sua semenza, perchè il baciare e il possedere e il compire mi ripaga della privazione di vederla e mi è garanzia di parlarle. Ma il vostro tormento incomincia ogni giorno e può finire; per cui vi sarà inevitabile, senza dubbio- ciò mi pare e non vi può mancare, - morire come Tantalo: ve lo garantisco.
 
V). Scotto, poi che la mia donna mi concede di parlarle e di corteggiarla e di vederla e di rimirarla, mi sembra che io ottenga moltissimo: e poichè non conviene che una nobile donna debba concedersi volgarmente, non desidero di possederla, dal momento che l'amo più che non la desideri. Malamente sbaglia il vostro cuore pazzo e desidera con l'astuzia oltrepassare il giusto, per cui non consiglio a nessuna donna, che tenga al pregio, di credervi, perchè non vi vedo sollecito nè rispettoso di ciò che custodisce il fino amore.
 
VI). Bonifacio, ben mi pare che stia in pena e col cuore addolorato colui che vede la donna, ch'egli più desidera e più ama profondamente, e le parla, ed essa gli nega ciò per cui l'amore lo tormenta; e a voi piace, poi che l'amore non vi pesa, nè vi fa caldo nè freddo. Ma io, che sono combattuto dall'amore, desidero il possesso, poichè io vedo che nessuno prega per altra cosa, e non mi curo del corteggiare, perchè ognuno corteggia la sua donna.

 

 

 

 

 

 

 

 

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