Il tredicesimo vers di messer Guiraut Riquier, nell'anno 1280, in dicembre.
I. Se già non avessi poetato a lungo, sento ora a corte argomenti tanto validi sul re don Alfonso, che avrei, così penso, ben motivo di farlo. Dunque, poiché l'arte mi assiste, anche se la poesia non è gradita ed amore non mi soccorre, al re valoroso spetta tanto onore, che debbo, se posso, fare un buon vers.
II. In questo re valente son tante buone qualità, che gradita è la sua rinomanza e la lode tanto grande e tanto lusinghiera, che tutti i migliori l'han fatta propria; infatti è tanto adornato di pregio, che sapienza, parole, azioni, cuore, mente e ricchezza, interamente ha dedicato a valore; e che sia vero è più che evidente.
III. Ora sento che vedremo accordati lui e il re di Francia, con cui pensava ancora di essere in contrasto; ed il principe che è signore dei Provenzali è ascoltato e credo che ne sarà obbedito poiché ha a cuore giustizia e pace, ed è chiaro che, con l'aiuto di Nostro Signore, può facilmente aggiustare le cose.
IV. Di buon occhio il re d'Inghilterra deve guardare al loro accordo, perché non diffidano di lui e mi piacerebbe anche che, oltre a lui, vi aderisse il re d'Aragona che è cresciuto in valore; così ognuno deve essere ben disposto nei confronti del loro accordo e così re don Alfonso, con nuovo vigore, potrà espugnare Granada.
V. Mi rallegra anche sapere che l'onorato marchese del nobile Monferrato fa un bel presente al re, tanto più che a sua volta ne aveva ricevuto uno tale per cui si è coperto d'onore e rafforzato in potere; sicché i suoi nemici devono cominciare a temere di averne fra breve una dolorosa lezione.
VI. Tutti questi avvenimenti mi sollecitano a comporre questo vers, tanto prossimi vedo i cristiani a servire il Salvatore, se solo per il suo amore vanno a riscattare la Terra Santa.
VII. Don Alfonso, re valoroso, molto vasta è la vostra lode, ma mai fu celebrata compiutamente da chi vi ha lodato, anzi, tutti acquistano più onore nel tesservi le lodi, che voi nel riceverle.