Il quattordicesimo vers di messer Guiraut Riquier, nell'anno 1283, in novembre.
(Proposta di traduzione)
I. Per verificare se il mio talento è molto conosciuto e rammentato, voglio fare subito un vers ben fatto, lavorato in maniera per cui gran fama non credo che ne cresca, anzi, il cui insuccesso mi ha sconfortato, tanto vedo afflitta la poesia ingiustamente.
II. Troppo tardi sarà per la poesia, perché il mondo, lontano da intenzioni purificatorie, possa guidare gaio là dove gratitudine elargisca il suo dono lodando alfine; (il mondo) vuole infatti che si facciano false azioni e i buoni e il bene avvilisce tanto, che il meglio e il più sono morti.
III. Perciò sono dispiaciuto che il male sia aumentato e il bene invece sempre più scemando abbattuto, vanificando la verità, scarseggiando il bene, ormai pressoché in rovina; e inganno che parimenti inganna, ha da solo sottomesso alla sua sorte il mondo infame, lontano da sicuro porto.
IV. Ampio, laido, precipitoso, piano, affrettato, frequentato è il cammino malvagio dove corre afflitto tutto il mondo distorto, intento solo a far vili azioni degne dell'inferno, ed è fonte di discordia il suo signore (il diavolo) dissennato.
V. Se senno ricco di sapienza avesse avuto una qualche guida, Dio, col darci doni buoni, appropriati, convenienti, piacevoli, ci nutrirebbe di pace, una volta trapassati a salvezza. Ma niente lo ostacola e così quello ci morde e ci rode fino all'osso, sradicati dalla retta via.
VI. Re potente che regni sui re di questa terra, fateci fare azioni che ci guadagnino la gioia eterna e ci portino alla fine purificati.
VII. Figlio e fratello hanno agito nel torto mirando al profitto: senza pro ora piango molto forte.
VIII. Per pregio piango il mio Belh Deport.