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Italiano
Francesca Gambino

I. Come colui che si trova in pericolo nel mare, quando la barca va sul pelago profondo, sa bene che è morto se la barca affonda, così io non nutro per me alcuna speranza, perché in pericolo vado sull'onda dell'amore, tanto che la mia anima e il mio corpo sprofondano, tale è la paura di dover presto morire. Sono andato tanto a fondo che non posso più mettermi in salvo in alcun luogo.

II. Bella Signora, per le vostre onorate azioni sono in pericolo di morte che mi arde e mi distrugge, perché, anche se fossi grande come il mondo intero, in poco tempo mi avreste annientato. Allora come farò, se la vostra misericordia non mi aiuta, Signora, a non soccombere al male, perché sono ferito a morte, e, se non lo fate voi, nessun'altra mi può guarire.

III. Non crederò mai, quando sarò trapassato, che mi si possano chiudere gli occhi sul viso, anzi guarderò qua e là e in alto, se mai vedrò la vostra piacente bellezza; e se allora venite ai piedi del mio capezzale e mi chiamate, credo che la mia bocca vi risponderà, e, se mi toccate, penso di risuscitare, veloce e rapido come ci si sveglia dal sonno.

IV. Io non crederò mai, quando sarò andato lassù e in Paradiso avrò lasciato il mondo, che il mio spirito se ne rallegri; se allora non vi vedo tra i santi coronati, almeno vedrò Dio con un volto gioioso: lo supplicherò che vi invii nella sua dimora e che vi separi l'anima dal corpo, perché senza di voi la sua corte non può essere completa.

 

 

 

 

 

 

 

 

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