I. Mi piace fare con parole facili una canzone piacevole e dalla gaia melodia, poiché la migliore che si può scegliere, a cui mi concedo e mi abbandono e mi dono, non vuole né gradisce un canto fatto con molta arte; e poiché [ciò] non le piace farò ormai il mio canto facile a cantarsi e gradevole a udirsi, limpido ad intendersi e semplice, se lo si accetta semplicemente (oppure se qualcuno è disposto ad accettarlo alla buona) (?).
II. Dolcemente seppe rubarmi il mio cuore sincero, dal primo momento in cui io guardai il suo volto, con un dolce, amoroso sguardo, che mi lanciarono i suoi occhi ladri. Con quello sguardo entrò in me quel giorno Amore per gli occhi in modo tale, che mi trasse il cuore e lo mise al comando di lei, così che sta con lei, dovunque io vada o stia.
III. Ah, come mi seppe graziosamente guardare, se lo sguardo non fu menzognero, cogli occhi che sa graziosamente dirigere là dove le piace! Ma alle sue parole mi sembra che ciò cambi. Tuttavia io crederò allo sguardo, poiché si parla assai volte facendo forza al cuore, ma gli occhi non hanno alcun potere di guardare graziosamente, se il cuore non li muove.
IV. E poiché amo con nobile pregio senza pari, preferisco servire lei gratuitamente che un’altra che si degnasse di farmi coricare con sé; ma non la servo senza ricompensa, poiché un perfetto amante non serve punto in tal guisa quando serve sinceramente (oppure con tutto il cuore) una dama onorata e ricca di virtù, poiché mi è di ricompensa l’onore, a tal punto che non cerco il soprappiù, ma ben lo prenderei.
V. Mi venga in soccorso presso di voi la pietà, dolce nemica; non mi uccidete, dal momento che io vi amo senza inganno: io domando questo dono, che [cioè] voi permettiate che io vi serva con costante sentimento, e non mi dovrebbe essere negato.