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Italiano
Marco Boni

I.Colui che intensamente ama per amore e vede poco colei in cui ha posto il suo cuore, fa veramente un grande sforzo (ossia riesce a far molto) se si conserva in vita, sia che gliene venga male, sia [che gliene] venga bene, poiché per ognuna di queste cose muore languendo di desiderio. Infatti il male lo uccide per la speranza del bene, e il bene per la speranza del meglio, tanto lo va desiderando; cosicché un perfetto amante non vive senza grave tormento, quando non ha la possibilità di vedere la sua donna.
 
II. Quando penso come io amo colei che è il fiore di tutte le buone qualità (oppure di tutte le virtù), e la gioia che io ho vedendo lei, che mi tiene preso (ossia in suo potere), mi meraviglio come ci sia qualcosa che mi impedisca che mi si spezzi il cuore di dolore e di tormento, per il fatto che io non la vedo, mentre ricordo le cose piacevoli che ella sa fare e dire, salvando il suo onore, cattivandosi la gratitudine di chiunque la rimiri, onorando ciascuno secondo il suo valore.
 
III. Col suo amore mi uccide e mi tormenta dolorosamente per la gioia che allontana da rne, e non mi vale pietà; ma io non debbo punto dolermi di me stesso, poiché, dal momento che sono suo, ella ben può, se le piace, uccidermi, e se mi uccide non mi reca offesa in nessun modo, perché io accetto tutti i mali; ma per questo piango, che non potrò mai amandola né fare né dire ciò che a lei piace, né lei [potrà] trovare un amatore così fedele.
 
IV. Dovunque io sia, supplico e adoro là dove sta colei che piace a coloro che sono dotati di perfette virtù cortesi sopra tutte le nobili donne, tanto è piacente di persona, d’animo, di sguardo e di sorriso, e che ha il corpo formoso, delicato e ben fatto, il viso dolce, fresco, di bell’aspetto, per cui piango la notte, e il giorno gemo e sospiro, poiché non mi soccorre con quella gioia che io desidero.
 
V. In tal modo l’amo e la prego, salvando il suo onore, che nel mondo non vi è alcuna cosa che io apprezzi, per cui la sua persona e il suo pregio possano valere meno: preferisco morire, piuttosto che Iddio tanto mi disprezzi; poiché io mi ritengo ricompensato d’amore con questo, almeno riguardo a ciò che io desidero, che non temo altro amante, giacché posso, nel mio grido di guerra, dovunque mi volga, gridare: [sta] sicuro!, in grazia della più gentile.
 
VI. Io non sto mai tanto presso a un’altra donna pregiata, che colei che io amo non sia migliore [di lei]; per la qual cosa non faccio grande sforzo se non desidero un altro amore: infatti chi lascia l’oro per lo stagno commette una follia.
 
VII. Io ho un martirio molto superiore a quello di ogni altro amante, poiché amo molto e vedo poco la più bella.

 

 

 

 

 

 

 

 

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