I. «Bertrando, supponiamo che sia necessario che voi perdiate il diletto che avete avuto e che mai in qualche momento avrete dalle dame o da un’amica, o la gloria data dalle armi o dalla cavalleria; e tuttavia colei a cui siete devoto crederà (ossia: con la condizione tuttavia che colei ... creda), senz’altro, che voi sempre siate perfetto nelle armi (ossia nel combattere). Quale cosa preferite lasciare o conservare, durante la vostra vita (oppure per tutta la vostra vita)? Che io so bene quale [delle due cose] prenderei».
II. «Tanto lungamente ho amato senza successo, e le donne mi hanno dato così poca soddisfazione, amico Sordello, che io scelgo la fama e la gloria delle armi, e vi lascio la stoltezza che commettete seguendo l’amore, dal quale nessuno ricava gioia, anzi meno ne ottiene colui che più in esso si ostina, mentre il pregio delle armi aumenta ogni giorno. E per questo io mi spingerò in avanti, dovunque io sia».
III. «Io ben so proporre un partimen, Bertrando, e voi sapete scegliere male, e ben si vedrà prima che voi vi allontaniate da me, poiché senza amore nessun uomo ha perfetto pregio; per ciò che avete scelto, a buon diritto (oppure ben) sareste da impiccare, poiché avete lasciato la gioia [d’amore], la galanteria e l’amore per sopportare i colpi, la fame, il freddo e il caldo. Io vi lascio tutto ciò, poiché voglio consacrarmi all’amore, che mi fa sperare (oppure mi promette) la più bella gioia del mondo».
IV. «Ben saprò, Sordello, provare contro di voi che ho scelto il partito migliore, e vi dirò così: andrete voi a vedere colei che amate col capo chino, poiché non osate misurarvi con le armi con nessuno? Voi volete la gioia [d’amore] senza [avere] il merito, e io invece desidero il pregio, che si considera la cosa migliore [di tutte]; infatti ben presto (oppure molto facilmente) si vede discendere la gioia [d’amore], e [si vede] la gloria delle armi elevarsi e salire in alto».
V. «Purché colei in cui ho posto tutta la mia speranza creda che io sia ardito, Bertrando, io vivrò sempre con perfetta gioia, poiché io non apprezzo un denaro il disprezzo e la felicità che mi vengano da un’altra; e voi andrete cadendo e rovesciandovi a terra, mentre io rimarrò presso la mia donna, baciandola; è anche se voi vi considerate uno dei guerrieri di Carlomagno, un dolce bacio val bene un colpo di lancia».
VI. «Amico Sordello, la vostra amicizia è falsa, poiché io non vorrei aver conquistato per mezzo di alcun pregio menzognero colei che amo con cuore sincero, in quanto considererei una disavventura un tale piacere; onde io vi lascio tutto l’inganno dell’amore, perché voglio e chiedo e domando la gloria delle armi. Io vi ho vinto, poiché fa un’azione puerile colui che vuol controbilanciare (ossia confrontare) una gioia ingannevole con la gloria delle armi».
VII. «Che la nobile contessa di Rodez, che ha un così alto merito, giudichi, amico Bertrando, la nostra tenzone, poiché è senza pari nel mantenere in onore la galanteria, salvando il suo onore».
VIII. «Amico Sordello, la contessa ha tanto merito che ben la accetto per questo; ma io [per parte mia] designo per questo messer Giovanni di Valery, che si distingue con la gloria delle armi; e per questo gli invio in Francia il giudizio (ossia la questione su cui deve dare il giudizio)».