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Italiano
Alberto del Monte

I. Dio, vera vita, verace e giusto verso chierici e laici, e chiamato Cristo salvatore in latino e inoltre in ebraico, e nato e dopo che morto visto vivo e risorto, onde lasciaste tristi quelli che poi faceste gioiosi;
 
II. Signore re, io fallacemente peccai, onde è sortito sì gran male, nel pensare e in crudeli parole e in folli azioni infernali con guarnitura di malvagie intenzioni, e in tali miserabili desideri: mi consegno a voi colpevole pentito.
 
III. Di tutto ciò che mai feci, seppure non ho cuore fermo, franco, di dire ciò che dovrei, prego voi a cui me ne lamento, per cui fu tanto fedele Giobbe, che non guardiate i miei troppi torti, ma che la grazia mi sostenga.
 
IV. Ché io non mi sento qui così saggio da poter là conquistare il regno ove non si ha sete, né fame né freddo né turbamento, se la vostra potenza, che io invoco, non mi dà la forza di disamare abbandonandola la gioia di questo mondo,
 
V. che mi fa mancare verso voi solo, per cui il cuore m’entra in tremore, e se mi serbate le mie colpe fino all’ultimo spasimo, che non me le abbiate cancellate prima, non ne ho, Signore, un buon oggetto di contesa, se dunque non li annienta la pietà
 
VI. di voi, che salvaste dalla fiamma ardente Sidrac e Misac insieme con Abdenago e Daniele di dentro la fossa e Giona dal ventre e i tre ricchi re contro Erode e Susanna tra i falsi testimoni;
 
VII. e cibaste tanti; Signore sovrano, con due pesci e cinque pani, e suscitaste il Lazzaro ch’era già [cadavere] di quattro giorni; e per la vostra bella risposta il Centurione ebbe il suo servo salvo, e toglieste dal mondo molti tormenti;
 
VIII. e faceste dell’acqua vino al convito d’Archetriclino, e molte altre meraviglie di cui uomo di carne non sa la fine e non se ne sforza stoltamente; e per voi l’immagine di Luca parlò, ricco re risplendente;
 
IX. e creaste la terra e la volta celeste e tutto quanto v’è e vi fu mai sulla terra [e] nel cielo con un sol cenno, e distruggeste Faraone, e deste ai figli d’Israele latte e favo, manna e miele, e uccideste i serpenti col serpente;
 
X. ché i vostri ebbero requie quando vi piacque che Mosé cacciasse là nel deserto; e liberaste a San Pietro le mani e i piedi, quando un angelo l’ebbe svegliato, e lo faceste consapevole delle vostre strazianti pene;
 
XI. e il loro popolo vi cercò fin là dov’è monte Oreb, uccidendo dentro Betlem, quando Giuseppe ve ne portò via in Egitto, lo sappiamo; e poi veniste in Gerusalemme e tra i vostri parenti
 
XII. a Nazareth, re Gesù. Padre uno fra le tre persone e figlio e spirito santo, adoro [voi] trino in cielo, che siete cima e ramo e radice e dio e rettore di qualunque cosa esiste: se vi piace, proteggetemi.
 
XIII. E concedetemi qui opera e sentimento buono e di fare intanto in modo che, quando verrete sulle nubi a giudicare nel gran giorno il mondo, non mi siate, dolce Dio, ostile e che io, splendente pietoso re dei re, me ne vada gioioso coi gioiosi.
 
XIV. E, Signore, non mi dimenticate, ché non mi sostengo senza di voi; e mi segno credendo nel vostro nome: In nomine patris et filii et spiritus sancti. Amen.

 

 

 

 

 

 

 

 

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