I. Nobile re francese, per il quale angioini, piccardi, normanni, bretoni sono d’una stessa compagnia, e lionesi e quelli della Champagne, e molti altri ch’io non so neppur dire, signore, fontana di ogni bene, se vi sovviene del prode Guglielmo di Lodève, gaio, di saggia e piacevole conversazione, poiché l’han preso vivo, non ci avrà danno.
II. Re di virtù, re che scaccia ed uccide slealtà e nella giustizia si bagna, voi dunque siete re giusto; non gli manchi il vostro amore, signore, come gli fallì la falsa gente senza pietà, che lo tradirono così come Giuda tradì Dio bevendo e mangiando; per questo sono addolorato, sebbene non ne faccia mostra.
III. Re al di sopra degli altri re, così come voi scacciate malvagità, credo che vi competa fare giustizia di quelli — Dio li colpisca — poiché vennero meno, con vile cuore fiacco meschino, nei riguardi del prode Guglielmo, ricco di pregio. Signore, fate di essi ciò che è doveroso, ché, se ne prendete grande vendetta, tutti gli altri saranno migliori verso di voi.
IV. Tutti gli altri avranno verso di voi cuore più leale se nei riguardi di quelli agite in modo che ciascuno se ne lamenti, poiché è giusto che, chi guadagna la sua paga giornaliera, lo si paghi secondo quello che ha meritato nella giornata. Dunque, re leale, pagateli così come hanno ora meritato, che ne perdano vita e averi, e ve ne seguirà lode d’ora innanzi.
V. Re onorato oltre ogni onore, se il vostro amore non gli vale, credo che rimanga là il prode Guglielmo, e sarà dolore terribile per quel nobile cortese, grazie al quale paraggio ride, che i suoi amici non lo aiutino per nulla. Dunque, re leale, fate in modo che lo recuperiamo, non tardate, che il giorno che non lo vedo è per me un anno.
VI. Nobile re, gli valga la buona fede che egli vi ha sempre portata; prontamente, se vi piace, fate per lui tanto che ne abbiano gioia coloro che ne hanno dispiacere.
