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Italiano
Sergio Vatteroni

I. Come il malato quando ha i suoi grandi dolori e travagli e pianti — che sollazzo e sfarzo non gli dan gioia, tanto è grande il suo dolore e la sua tristezza — così sono io, e li ho peggiori, per il visconte di pregio che è morto, per cui ne deve avere ogni narbonese dolore e afflizione giorno e sera, poiché han perduto il loro signore legittimo; Dio gli faccia lassù, se gli piace, buona accoglienza.
 
II. Chi scaccerà inganni, cattive azioni e follie, e falsi e traditori, e chi ormai, d’ora in avanti, se ne ricorderà come il visconte, principio d’onore, che era di pregio signore e capo e guardiano? Ora Nostro Signore l’ha voluto chiamare e accogliere presso di sé, e qui fra noi non ne ha lasciato uno tale, né di Francia fino al re di Portogallo.
 
III. Dura morte, tu fai stare piangenti in gran dolore duchi ed imperatori, cavalieri e sergenti, e dame (fai stare) dolenti, ché sarà diminuito il loro valore, poiché il migliore dei migliori ci hai portato via; da ciò ne viene danno e perdita veramente; tanto dolore ne ho che per poco non mi lascio cadere, e notte e giorno nel cuore (ho) mortale pena che quaggiù disprezzo tutti i provenzali.
 
IV. E chi mai tanti servigi offrirà e tanto amore dimostrerà, e sarà tanto buon soccorritore verso i poveri vergognosi, ché egli non era diffidente né badava a spese, ed era dei migliori padre e capo, e su tutti aveva potere; e che lui sia morto, lasso! e chi si può tenere dal non piangere con grande dolore sincero, poiché dalla sua morte riceviamo tutti danno e male?
 
V. Ormai soffritò pene angosciose e tormenti, poiché non vedrò il fiore dei frutti che ben fruttificano, e il migliore e colui che sa più amare, e con più di dolcezza e con più di lode, e il più umile e il più piacevole, che non se n’è visto uno simile da mille anni: era il visconte signor Amalrico, dolce, leale, tale che da madre non ne nacque uno più perfetto.
 
VI. Poiché Dio ci vuole sminuire e a lui piace, ben deve piacere a noi; ma preghiamolo tutti insieme senza interruzione che lo metta nel regno celeste.

 

 

 

 

 

 

 

 

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