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Italiano
Paolo Squillacioti

I. Sebbene me ne sia avveduto tardi, così come colui che ha perduto tutto e giura di non giocare più, devo ritenere per me una gran fortuna il fatto che ora mi sono reso conto del grande inganno che ordiva nei miei confronti Amore, che con bell’aspetto mi ha tenuto in vana speranza per più di dieci anni, a guisa di cattivo debitore che sempre promette ma non pagherebbe affatto.

II. Per il bell’aspetto che adduce il falso Amore, l’amante folle si fa attrarre e si avvicina a lui, come la farfalla che ha una natura così folle che si lancia nel fuoco per la chiarezza che vi riluce; ma io me ne allontano e seguirò altro cammino, [io che sono] il suo mal ripagato, che altrimenti non me ne allontanerei; e seguirò la condotta di ogni buon tollerante che si corruccia tanto intensamente quanto intensamente si umilia.

III. Ma [Amore] non pensi, per quanto sia corrucciato ed esprima cantando il mio rancore nei suoi confronti, che mai dica alcunché che non sia conforme a misura; tuttavia sappia bene che sono perduto a suo vantaggio, perché neanche un giorno mi volle condurre con il freno, anzi mi lasciò sempre a briglia sciolta, e da sempre un cavallo di grande valore, se lo si fa giostrare troppo spesso, diventa intrattabile.

IV. Sarei troppo irritato, ma me ne sono trattenuto, perché colui che oltrepassa la misura con uno più forte di lui commette una gran follia; anche con un suo pari è un grande azzardo, perché ne può essere sconfitto; e con uno più debole di lui è villania; perciò non mi piacque mai né mi piace sopraffazione: tuttavia nel senno si deve conservare l’onore, perché io non pregio senno disonorato altro che follia.

V. Amore, per questo mi sono tirato indietro dal vostro servizio, al punto che non me ne interesserò mai [più]; perché come si apprezza di più un brutto dipinto da lontano di quanto non si faccia quando [gli] si è venuti vicino, [così] vi apprezzavo di più quando non vi conoscevo; e se mai volli qualcosa, ora ne ho di più di quanto ne vorrei: perché mi è accaduto come allo stolto postulante, che chiese che fosse oro tutto quello che toccherebbe.

VI. Caro don Aziman, se Amore opprimesse voi o don Tostemps, io vi consiglierei: rammentaste soltanto quanto ne ho io di dolore e quanto di bene, non ve ne curereste proprio più.

VII. Don Plus-Leial, se vi vedessi con gli occhi come faccio sempre col cuore, ciò che ho detto potrebbe aver valore, perché io chiedo consiglio e consiglio vi darei.

 

 

 

 

 

 

 

 

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