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Italiano
Paolo Squillacioti

I. Mai vorrei che alcuno udisse il dolce canto degli uccellini se non coloro che sono innamorati, perché niente mi rinfranca tanto quanto gli uccellini nella pianura e la bella cui sono sottomesso: quella mi piace più che canzone, volta o lai di Bretagna.

II. Davvero mi aggrada e mi piace, ma non sono fortunato, perché si è sempre bramosi di ciò che più difficilmente si procura; dunque che mi vale e cosa ne guadagno se io l’amo e lei non mi gradisce! Amerò quindi senza ricompensa? io sì, piuttosto che rinunciare.

III. Mi piacerebbe vedere subito la sua bella persona, gaia, gioiosa; e quando non vedo le sue fattezze, seppure sono nel mio paese, credo d’essere lontano in Spagna, prigioniero tra i Saraceni; solo il guardare mi soddisfa, perché non oso dire che mi spetti niente [altro].

IV. Io sono ben costante perché sono fedele; perché se fossi falso e astuto in ciò avrei molti compagni; ma la sua bellezza e il dolce sorriso mi levano dall’avere commercio con loro; poiché lei vale tanto, ve lo garantisco, che se avesse mercé, non ci sarebbe altro che mi mancasse.

V. Vorrei bene che il Limosino fosse più vicino alla Mauritania, perché vedrei più spesso il signore, che è generoso e prode e di molto buona compagnia.

 

 

 

 

 

 

 

 

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