I. Coloro che si lamentano d'amore, quando non ne hanno appagato ogni loro desiderio, a mio parere, non si comportano affatto da persone assennate: chè, come i buoni signori mettono a prova i loro servitori e, poi, li ricompensano, a seconda del loro merito, così amore, senza fallo, sperimenta i suoi e sa rimeritarli, secondo che lo sanno servire.
II. Poichè i leali servitori devono sempre tener ferma nell'amore la loro buona speranza: chè, come in gaudio e in dolcezza si volge il male, il tormento e la sofferenza che amore causa agli innamorati, quando li protegge, così una gran malevolenza fa dimenticare i grandi benefici, per cui non lo si deve abbandonare.
III. Perciò i falsi traditori lungo tempo fanno soffrire i leali: poichè, come quelli che hanno senno si guardano e hanno paura dei ladroni e dei traditori, così le donne hanno paura dei falsi ingannatori, perchè fanno fare lunga attesa ai leali, con molti sospiri e con molte pene cocenti.
IV. E, poi, dànno a loro una felicità tanto grande che nessuno, se non è dei loro, può conoscere la gioia e il piacere ch'essi hanno: chè, a mio avviso, colui che non ha esperienza, non conosce i grandi diletti dei beni nè la grave pena dei dolori. Ed io (ciò conosco per prova) so quanto sia doloroso soffrir molto.
V. E, grazie alla più bella, so come un bene (d'amore) è dolce da avere: chè col baciarla e col giacervi m'ha tratto fuori da tristezza e da dolore; e, poichè m'ha tolto dal mio male, non mi voglio più volgere altrove: chè il suo contegno e la sua bella gaia persona mi piace tanto che sempre più la desidero, quanto più spesso la rimiro.
VI. Male accadrà a colui fra gli amanti, a parer mio, ch'è sostenuto dalla gioia, se non sa sopportare le sofferenze d'amore e gradirne i beni.
