Tre i raggruppamenti di codici che si ricavano dalla tabella delle varianti adiafore: particolarmente evidenti i primi due, α = ABPSDTIK + G e β = CEJRVO’
ls + Fa, di definizione più difficoltosa il terzo, γ = LNUc con OQ (si noti la collocazione in gruppi diversi delle due versioni della canzone contenute nel ms. O). Al loro interno sono innanzitutto isolabili alcuni sottogruppi: in α ABPS sono congiunti da 29
torn en (il senso richiede un infinito,
tornar o
venir negli altri testimoni; ma cfr. più sotto); a loro volta AB sono congiunti da 15
esteu (deformazione di
estei, lezione di EJRVFaGIKO o di un presente di 1ª sing.
estau), mentre PS sono uniti dalla lacuna della prima metà del v. 52 (i due mss. leggono solo
emblat amor) e da 28
blanc, evidente riduzione di
blanques(
a) effettuata per recuperare l’ipermetria indotta dal passaggio
e·l >
e la. Quest’ultimo passaggio si trova anche in DT e GM, dove l’ipermetria permane e congiunge i codici: DT, in particolare formano con IK (di cui è superfluo dimostrare la parentela) un sottogruppo la cui coesione emergerà dall’analisi dei vv. 37-40. Ancora DT tramandano, con l’intero gruppo β, il rimante 17
valors, che si ritrova al v. 24, sia pure in rima identica-equivoca (qualità concreta a v. 17, virtù astratta a v. 24: cfr. Antonelli 1979, pp. 130-33). Il duplice rapporto di DT con i gruppi α e β è confermato in D da una doppia lezione al v. 34: il ms. legge
effollit come EPS (cfr.
enfoli CGJLNQc,
enfolic ABO), il correttore (
3) ha soprascritto
a a
e-, espungendo quest’ultima lettera e -
t, ottenendo così
affoli, lezione di IKM (cfr.
aifolic T,
afollic O’
ls,
afolit V). All’interno di β si isola con una certa evidenza C (cfr. tab. B1 e il v. 37 esaminato più sotto: sul rapporto con M vd. avanti) e si distingue il sottogruppo EJ in base a 27
es (probabile anticipo di 28
es che fa venir meno l’immagine poetica; e cfr. le innovazioni 43
ca liat e te e 53
que [
quan J]
reston de la flor [
las flors J], che dà ben poco senso: si veda anche
quem
rescon de las flors di R); quanto a RV, la loro coesione e posizione nel gruppo si ricava dall’analisi dei vv. 37-40. Posto che 37
ardimen va collegato in dittologia con 36
sen (
4), ABPSGTU presentano una struttura paratattica (
que·m cabdel ab sen, /
ab l’ardimen: cfr. la n. 37 del
Commento), mentre CM e LNcOQ coordinano con una congiunzione (...
ab sen /
e ardimen). Altra soluzione è
mon di DIK e EJRV, che mostra l’intenzione di spostare su
ardimen il soggetto della subordinata (quindi
cabdel ab >
cabdel’ ab): è tuttavia l’assenza di -
s in
ardimen a tradire il carattere innovativo della lezione (
5). Analogo spostamento di soggetto al v. 38: i codici ‘innovativi’ EJRVO’
ls (cui s’aggiungono CM) e DIK [con T] trasformano
esperar(
s) in
esperan, forse per un’incomprensione del valore di sostantivo dell’infinito (come pensa Stroński: cfr. p. 199) e/o per anticipo dell’
esperan di v. 40, e assumono come soggetto il sing.
la flors (CEJO’
lsM) o il plur.
las flors (RV, che devono trasformare
fai in
fan), oppure un pronome personale di 1ª sing., ovviamente sottinteso (DTIK, che mutano
fai in
vei, ma
uers in D). Meno lineare la situazione al v. 39: se nella prima parte del verso è certo tornar la lezione di base, da cui originano sia la forma erronea già ricordata
torn en di ABPS (e cfr. la doppia lezione di G:
rienir spcr. a
temen cassato), sia la lezione ‘para-sinonimica’
venir di due sottogruppi ‘innovativi’ come DTIK e O’
ls, nella seconda parte si ricompatta α opponendosi a γ: ABPSGDTIK leggono
de midons, CEJRVO’
ls, LNUcOQ e M leggono
d’amor so·m: il carattere innovativo attribuito a quest’ultima lezione da Stroński: «
y [= β] et
z [= γ] remplacent
midons par
amor pour maintenir dans cet endroit encore le jeu sur
Amor et
Merces» (p. 199) è meno patente rispetto ai casi precedenti. I sottogruppi, sinora abbastanza compatti, si frantumano infine al v. 40, dove restano riconoscibli solo alcune costellazioni dei piani più bassi: ABGIKCRVMUO leggono
vensa, DTEJO’
lsLNcQPS
vences: la natura innovativa, e al contempo poligenetica, dell’imperf. cong. è denunciato dalla presenza del sintagma
la vences Merces nella stessa sede metrica e in chiusa di
cobla al v. 10; si noti inoltre che i relatori di
vences sono stati sinora classificati come ‘innovativi’. Naturalmente sarebbe rischioso considerare deteriore la loro lezione anche al di fuori dei versi appena esaminati: quello che si può più prudentemente indurre dai dati offerti sopra e da quelli che si ricavano dal commento a singoli versi è la presenza di due versioni del testo, che non ho elementi per attribuire all’autore, risalenti alle due principali tradizioni individuate da Avalle (
6), mentre i codici legati alla «terza tradizione», quelli del gruppo γ, ma anche G, paiono contaminare fra le due. Per le coincidenze in variante adiafora rimando alla tabella, mentre per un rapporto fra α e γ garantito da errore si veda la n. 49 del
Commento (ABPS con LN, DT con OQ e G); un’ipermetria lega inoltre QUc a O’
ls al v. 15 (O’ la recupera riducendo
estia >
stia): cfr. la relativa nota di
Commento. Il ms. c segue in più punti una fonte diversa da quella comune a U, segnalando in margine la lezione concorrente: in tre casi la lezione marginale è comune a U (13
cenz con FaJ, 19
tes con EFaJVαLM,
qant con EJRO’), mentre una volta soltanto concorda con altri mss. ma non con U (49
en sui, da confrontare con
en sui di ABPSLN, mentre il solo U innova con
et es); infine, due volte c ha una
lectio singularis a testo e la lezione più diffusa in margine (51
trop,
mal in marg. e 36
cabtel,
captel in marg.). La classificazione di M oscilla, come è emerso dall’esame dei vv. 37-40, fra β e γ: il legame con β pare mediato da C (cfr. 37
e, 38
esperan e
la flor; per CM soli cfr. 15
doncs queus e 26
la, con O’). Nessun problema invece per la cit. nel
Breviari d’Amor (
α), che dipende chiaramente da β (cfr. 11
ser, 19
si e
tes) e in particolare da C (cfr. 20
menclines): cfr. Richter 1976, p. 245. Per i due vv. citati nelle
Regles de trobar di JfrFoixà rimando all’analisi di Marshall 1972, pp. XLI-XLIV.
Baso l’edizione sulla versione α e assumo A come ms.-base, commentando tutti i luoghi nei quali mi discosto da essa; la versione β è basata sul testo del ms. E per la sua quasi costante discordanza rispetto ad α (cfr. tabella): servendomi degli altri mss. del gruppo (dai quali desumo la lezione nel caso di concordanza di E con α e/o γ: per es. 30 ab da RVO’ls con T, mentre E legge e con tutti gli altri testimoni), elimino le lectiones singulares e quelle comuni al solo J (27 es > e·l, 43 ca liat e te > qu’aissi·us, lez. di CV, 46 pogratz con O’ > podetz) o al solo V (46 breumen > leumen), ed emendo le irregolarità morfologiche (come la rima -ors ridotta costantemente a -or).