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De Bartholomaeis, Vincenzo. Poesie provenzali storiche relative all'Italia. Volume primo con ventiquattro silografie. Roma: Tipografia del Senato, 1931

[CdT en procés d'incorporació]

344,003- Peire Guilhem de Luserna

 

XCI.

PEIRE GUILHEM DE LUSERNA

 

Testo secondo P. E. Guarnerio, P. G. de L. p. 31 sgg.; e G. Bertoni, Trovadd’Italia, p. 270 sgg.

XCI. La poesia, essendo dedicata a Giovanna d’Este, mentre Federico II è imperatore, sta tra il 1221 e il 1233, anno della morte di Giovanna. Cosí hanno osservato il GUARNERIO (op. cit., p. 13) e lo SCHULTZ-GORA (Ein sirventes &c., p. 37). Questo vasto spazio di tempo si può restringere facilmente. Quanto al terminus a quo, bisogna scendere sino all’epoca del rinnovamento della lega Lombarda (2 marzo 1226). Tolto il periodo di tempo in cui Federico fu assente dall’Italia per la Crociata (agosto 1228–maggio 1229), restano due soli momenti in cui può pensarsi composta la poesia: 1º, avanti la Crociata, nel ’26, mentre Federico II marciava verso la Lombardia (marzo-dicembre); 2°, dopo la Crociata, tra il giugno del ’31 e il marzo del ’32. Or va notato che P. G. denuncia a Federico II le macchinazioni de’ Milanesi contro di lui, le quali incominciavano a non esser piú celate, e lo stimola a farneli pentire, se non vuol discreditarsi. Siffatto linguaggio si giustifica meglio nel ’26 che nel ’31. Fu infatti nel ’26 che Milano assunse per la prima volta un atteggiamento ostile all’Imperatore, mentre la spedizione di questo dalla Puglia verso la Valle Padana non aveva carattere decisamente guerresco. Si può pertanto comprendere come il trovadore abbia desiderato da parte di lui un’azione piú pronta e piú vigorosa contro la Lega. Nel ’31, in vece, la guerra era dichiarata, e Federico, recandosi nell’Alta Italia, non aveva davvero bisogno di essere ammonito circa i disegni di Milano. Federico II ebbe ufficialmente la prova della rottura con la Chiesa nella primavera del ’26, mentre, mosso da Pescara, attraversava la Marca d’Ancona (v. BÖHMER-FICKER, Reg. Imp. s. a.). Notiamo che P. G. dimorava, secondo ogni probabilità, presso gli Estensi, certo nella Marca Trivigiana, dove lo mostrano altre poesie composte in questo giro di tempo (cf. nn. XCIV, XCV).

 

 

 

 

 

 

 

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