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De Bartholomaeis, Vincenzo. Poesie provenzali storiche relative all'Italia. Volume primo con ventiquattro silografie. Roma: Tipografia del Senato, 1931

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457,008 - Uc de Sant Circ

 

CXLIV.

UGO DI SAN CIRC

 

Testo secondo A. Jeanroy e J. J. Salverda de Grave, Poésies de Uc de S. C., p. 87 sgg.

CXLIV. Il JEANROY e il SALVERDA DE GRAVE (op. cit. p. 155 sg.), dopo aver riconosciuto che alla poesia potrebbero assegnarsi diverse date, tra il 1239 e il 1258, si son decisi per il 1239, per ciò che hanno ritenuto «di buon metodo» non ammettere come scritte dopo il 1240 che il meno che sia possibile di poesie di U. di S. C. E si son richiamati a un passo della biografia provenzale, secondo il quale U. non avrebbe piú composto delle poesie dopo il suo matrimonio. Veramente la biografia parla di «canzoni» («non fetz canzos», CHABANEAU, Biogr., p. 259), ciò che non esclude abbia composto de’ sirventesi. E ne compose, difatti (v. nn. CXXXV, CXLVI). Sirventese è il presente, il quale è uscito da uno di que’centri guelfi della Marca Trivigiana che lottavano cosí aspramente contro la tirannia di Ezelino da Romano. Siccome è noto che U. di S. C. sia stato a lungo presso Alberigo da Romano, cosí è assai verisimile che il trovadore interpreti, anche questa volta, i sentimenti di lui (cf. n. CXXXV). Alberigo passò alla parte Guelfa nel maggio del 1239 (v. ROLANDINO, Chron., p. 66). Il trovadore scrive in un momento in cui la potenza di Ezelino incomincia, o sembra che incominci, a declinare. Prima del 1250, ossia prima della morte del suo grande alleato Federico II, ciò non poteva dirsi davvero. Le maggiori crudeltà di Ezelino cadono ne’ primi anni della seconda metà del secolo. Un termine ad quem è difficile a precisare. In ogni modo, notiamo che U. di S. C. doveva sentirsi bene al sicuro, se scriveva parole cosí chiare contro il tiranno, il quale per assai meno (per aver recitato alcuni versi della favola Esopiana dello sparviero e della colomba) mandò al supplizio ben dodici gentiluomini! (ROLANDINO, pp. 89, 92). La poesia era destinata alla divulgazione: la si cantava sull’aria della canzone compresa nella nostra raccolta sotto il n. XVII, aria che U. di S. C. dice facile e graziosa. La adotterà un altro trovadore, il veneziano Bartolomeo Zorzi, (S’ieu trobes plazer a vendre), contemporaneo di questi avvenimenti (v. piú oltre).

 

 

 

 

 

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