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Squillacioti, Paolo. Le poesie di Folchetto di Marsiglia. Pisa: Pacini, 1999.

Nuova edizione riveduta e aggiornata per il "Corpus des Troubadours", 2009.

155,021- Folquet de Marselha

 

Sitot me soi a tart aperceubuz
 
Scheda metrica
 
[573:2]    a10 b10’ b10’ a10 c10’ c10’ d10 c10’    a: utz, b: ura, c: ia, d: or
 
5 coblas unissonans di 8 vv. e 2 tornadas di 4 vv.; schema metrico e rime sono riprese nella cobla di BtCarb 82,59 (XVIII) e in quella di GuiUss 194,18b (Massó Torrents 1923, p. 396): cfr. Beltrami-Vatteroni 1988-94, I, p. 255 (n° 126). I décasyllabes sono tutti a minore (cesura lirica ai vv. 20, 23, 24).
 
Ordine strofico
 
DGQW
I
II
V
III
IV
 
Ordine unico per le tornadas (la prima è assente in QVW; la seconda in DIKNQRVWf). DcFa e, parzialmente, Y (vv. 26-30), sono latori della cobla IV (DcFa anche dell’incipit). In C per un taglio della pergamena (certo dovuto all’asportazione di una miniatura) si leggono solo i vv. 12-16 (l’incipit si ricava dalla tavola); per un motivo analogo in W sono leggibili (non integralmente) i vv. 3-24, 33-40 (l’incipit si ricava dalla tavola); sui 14 vv. testimoniati dal ms. e si veda la Nota al testo.
 
Melodia (GW): Sesini 1942, p. 114, n° 5 (solo G); Gennrich 1958-60, III, p. 89, n° 86 (cfr. IV, p. 58); Fernández de la Cuesta 1979, p. 215; Van der Werf 1984, p. 98*.
 
Nota al testo
 
Il risultato dell’esame della tradizione operato da Stroński evidenzia una marcata frammentazione che si riflette in uno stemma codicum alquanto disarticolato (1): è possibile tuttavia, combinando i dati offerti dalla tabella delle adiafore con la valutazione degli errori, rintracciare legami fra i mss. NOQ e MfRV (+Uc): in questo caso il comune denominatore (β), non è un gruppo assimilabile agli altri due (α = ABIKDGPS+DcFa e λ = O’lsVeAg, corrispondenti alle famiglie x e o di Stroński), ma piuttosto il luogo dei rapporti principali fra mss. soggetti a una forte contaminazione. Decisamente meno problematica è la definizione del gruppo α: all’interno del suo nucleo (cfr. tab. A1; per una controversa ipermetria la nota al v. 29 nel Commento) si distinguono ABIK, congiunti da una lezione 39 orador, condivisa da f e da N (con altra grafia), che, nonostante la promozione a testo di Frank 1952 e quindi di Riquer 1975, credo sia da ritenere quanto meno deteriore (rinvio per l’argomentazione alla relativa nota del Commento); inoltre la compattezza del gruppo si evince chiaramente da tab. B1 e C2; un errore congiuntivo (41 destreigna in rima) unisce infine IK. I mss. DGPS, oltre alle adiafore di tab. B2 e soprattutto C1, condividono 10 fi(n)s amans insieme con Of, in luogo di fols amans: l’errore è evidente (si perderebbe infatti il gioco di parole con la folla natura della farfalla al v. successivo) ma, stante la facilità della sostituzione con una formula così topica, non può escludersi la poligenesi; inoltre, l’ordine strofico che DG condividono con QW è erroneo in quanto fa venir meno la struttura capfinida che lega le coblas (2) (risulterà allora erroneo anche 25 fols di Bf in luogo di fels: errore ‘facile’ in sospetto perciò di poligenesi, sebbene rapporti fra f e il gruppo α siano già stati qui sopra evidenziati in riferimento ai vv. 10 e 39). Cfr. inoltre la caduta di 30 nim platz in DQ, con conseguente ipometria nel solo D, poiché Q sana introducendo il bisillabo amors. Un’altra ipometria, indotta dalla riduzione 19 diga ren > digaz, congiunge PS.
Molto interessante la tradizione dei vv. 17-20: notando «les incohérences au milieu du groupe x [= α]», Stroński arriva a supporre che «la rédaction x contenait, à côté de ses propres leçons, des corrections, de façon que certains mss. (DG et une fois B [...]) pouvaient suivre d’autre leçons que la plupart des mss. x» (p. 202); è, in altre parole, un’ipotesi di trasmissione orizzontale indotta, come altre volte osservato nel presente lavoro, da lezioni alternative presenti sui margini o nell’interlinea dei modelli dei canzonieri oggi conservati: superfluo ricordare che i mss. del gruppo α risalgono all’editio variorum  ε e che di uno dei mss. segnalati da Stroński, D, è nota la tendenza a conservare tracce vistose di un antigrafo con lezioni alternative (3). Questa nel dettaglio la situazione (in grassetto i mss. del gruppo α):
 
17
 
1.  Pero nois cuig quem sia irascuz
AIKPS + f
(Pero uos c. qeu PS)
 
 
2.  Pero nois cuich si bem sui irascutz
BG NO O’lsVeAg+V
(Pero non GOls; ben ls)
 
 
3.  Pero nos cug sitoz sui irascuz
D + W
 
 
 
4.  No muderai si ben sui irascuz
QUc
(son U; irascus Q)
 
 
5.  Pero nom lais si bem sui irascutz
R
 
 
 
6.  Pero nous pens si ben sui irascutz
M
 
 
 [V legge E nous cuyetz si bem so irascutz, f Ges nô cuies quem sia irascutz; W soltanto oinz que toz sui irascus]
 
18
 
1.  sitot me dic en chantan ma rancura
ABIKPS
 
 
2.  ni faz de lei(s) en chantan ma rancura
DG NOQMRVUc O’lsVeAg
 
 
3.  sieu en chantât uos comte ma râcura
f
 
[Inoltre W legge soltanto ai chantant ma rancure]
 
19
 
1.  nil diga ren que sia outra mesura
ABIKPS  (ial B; ne digaz qe PS)
 
 
2.  ni diga re qe noi semble mesura
QUc  (no semble Q)
 
 
3.  qeu diga re que no semble mesura
DG O’lsVeAg  (qen ... noi ls; na D)
 
 
4.  ial diga ren que torn a desmesura
NOR  (qem diga O; quel N)
 
 
5.  quieu diga tan que semble desmezura
MV  (quem d. t. quem V)
 
 
6.  car si quieu dic cug que sia mezura
f
 
[Inoltre W legge soltanto et ... que no semble mesure]
 
20
 
1.  mas ben sapcha ca sos ops sui perdutz
ABIKMNOUc  (sapzatz OU)
 
 
2.  mas sapcha be ca sos ops sui perdutz
DGPSQV  (sapchaç Q; son V)
 
 
3.  ans sapcha be ca sos obs sui perdutz
RO’lsVeAg  (anc s.b. que VeAg; sapchatz R)
 
 
4.  e sapchas ben ca sos ops son perdutz
f
 
[Inoltre W legge soltanto mes ... ie qua son oez sia perduz]
 
Si noti al v. 20 sapchatz di OQ Rf U, lezione erronea (altrimenti sos ops resta irrelato) che accomuna mss. che tramandano assetti diversi del verso (4), e tuttavia raggruppabili in β. Per quanto concerne questo gruppo, occorre riconoscere preliminarmente l’assenza di lezioni adiafore o erronee comuni a tutti i sette mss. (NOQ MfRV) che dovrebbero costituire il suo nucleo (a meno di non voler considerare tale 32 non...plus in NOMfRVα, con ABIKD, ma in verità è troppo poco; e si noti comunque l’assenza di Q). Per effetto dell’accentuata trasmissione orizzontale che caratterizza la tradizione del testo, β è individuabile solo attraverso una serie di lezioni erronee, come il già visto 20 sapchatz, che congiungono volta per volta alcuni dei mss. che fanno riferimento al gruppo: il rimante 19 desmesura in NO MRV, che ritorna a v. 26; l’altro rimante 33 retengutz in O MV con UW, già a v. 25 (si noti inoltre la doppia lezione recressuz al retenguz di c: l’errore è favorito dal fatto che i rimanti chiudono entrambi il primo v. della cobla); 34 amar in NQ Mf, invece di servir (l’oggetto del verbo è Amore!). Il rapporto con Uc, già evidenziato (per il solo U) ai vv. 20 e 33, è confermato da tab. B1 36 e 40; in quest’ultimo verso U presenta una doppia lezione (come già evidenziato da Perugi 1978, I, p. 32): 40 ço qant el, con v. ipermetro, laddove ABIK NQcRVα leggono cant el e DGPS O’lsVeAg OMf so que; altra doppia lezione al v. 16: qan greu sirais e com plus fort sumelia (+1), laddove ABIKDGPS Rf hanno cum plus sirais e plus fort somilia (con varianti) e O’lsVeAg NOQc MVCα que sirais fort si quom fort sumilia (con varianti).
Sebbene «manch[i] ancora uno studio d’assieme sulle fonti di Ve.Ag.» (5), almeno per questo componimento si registra una netta convergenza con O’ls (di qui il gruppo λ) coi quali concorda in errore al v. 24 (ipermetria indotta da felnia > fellonia); cfr. inoltre 37 uos plus, 38 meins O’ls e meny VeAg, 28 seu par pot be esser O’ls e sieu par pot esser ben VeAg; e le lezioni banalizzanti 8 assatz, con O (invece di ades, indotta dal ren successivo) e 14 sui mal pagaz, con GPS M (in luogo di sos mal pagaz ‘il suo mal ripagato’; si veda anche qom [con O] mal pagaz in Uc O ‘come mal ripagato’ [?]). In alcuni casi (vv. 8, 9, 33, 42) la lezione di VeAg coincide con quella di O’ contro ls, ma in tutti la lezione di ls non risulta tra quelle derivate dal canzoniere di Bernart Amoros ed è probabile che si tratti di un’omissione del collazionatore antico (Pietro del Nero) o dell’editore moderno (E. Stengel).
Da analizzare a parte la I tornada, in quanto presenta, come in FqMars 155,3 (VI), una tradizione solo parzialmente assimilabile a quella delle precedenti cinque coblas (la II tornada, di tradizione assai più ridotta, ha una veste pressoché univoca). Lo si può ricavare dalle tre lezioni (42 eus en, eu uos, eu non, eu nous, yeus; 43 naic, nai; 44 ia mais, ia plus, pos) inserite nella tabella delle varianti adiafore (6), ma altro si può aggiungere, in particolare sul primo emistichio di v. 43 (in grassetto i mss. del gruppo α):
 
43
 
1.1. sol uos membres
AB
 
 
 
1.2. sol membres uos
G NUc
(sil menbre U)
 
 
2. si uos membres
PS O’lsVeAg
 
 
 
3.1. ab qeus menbres
D
 
 
 
3.2. ab quen menbres
IK
(quem K)
 
 
4. sol queus mêbres
R
 
 
 
5. qe uos nenbres
M
 
 
Si notino le lezioni di R e M che mescolano gli assetti 1 e 3 e la lezione di GNUc, per l’anticipo di membres: il gruppo è confermato da due lezioni del v. 44 o NUc (G ha e con DR, lezione assimilabile, gli altri mss. ni) e ioi GNUc (e cfr. iai D, gli altri mss. be); d’altro canto il rapporto fra Uc e G, già rilevato da Stroński (cfr. p. 202), è confermato da una lezione caratteristica come 32 pretz trop mens (gli altri mss. hanno non pretz plus [o mais]) e da 15 seruidor Gc (con ls): in G viene aggiunto da altra mano sufridor (7), così come c reca soprascritto al sufridor.
Venendo ai relatori di una porzione di testo, osservo che: C, testimone per lacuna materiale dei soli vv. 12-16 (al v. 11 s’intravede qu ... pap), va collegato al gruppo β, e in particolare ai codici MfRV: cfr. tab. A2 12 e 16 e soprattutto 13 per quieu con Rfα (d’altro canto l’inclusione di C nel nucleo della ‘costellazione y’ di Avalle è costante, e non solo nella tradizione folchettiana); al gruppo α parrebbe invece da ascrivere W, anch’esso lacunoso per il taglio della pergamena, in quanto condivide l’ordine strofico scorretto con DGQ: il rapporto con D è confermato da lezioni come 17 si (que W) toz sui e 32 qui (que D), con SW, e cfr. tab. A2 19. Limitata a una cobla, la IV, ma per ragioni strutturali, la testimonianza dei florilegi Dc e Fa: non posso che confermare la classificazione di Stroński che collega i mss. a PS, e quindi al gruppo α, in base alle lezioni ai vv. 27, 28 e 32. Una porzione della stessa cobla IV (vv. 26-30) è tràdita in forma anonima in Y (8), ma il rapporto con i due florilegi non si esaurisce a questo dato: vd. 28 neis con DcFa e PSI e car pot esser, con DcFa e PS, 30 ni, con DcFa e PSMO’; e cfr. 26 ab qui e 27 e neis en, con DcFa e i gruppi compatti α e λ (9); l’ipotesi di assimilazione di Y a un florilegio è nella parte I, § 2.1.2.3. Trascurabile la testimonianza del ms. e dei vv. 1-5 e 7-15 (il v. 6, pur tradotto in italiano a fronte del testo occitanico, è assente), in quanto essa si trova all’interno delle pp. 207-243 dell’antologia di J. Pla, ovvero nella parte ricavata da Crescimbeni (10), che a sua volta riproduce il ms. U (11).
Per le tre coblas citate nel Breviari d’Amor (α) – è questa la canzone folchettiana maggiormente citata nel trattato di Matfre Ermendaud – rimando all’analisi di Richter 1976, pp. 247-49: si conferma il legame con il gruppo , e in particolare con (C)Rf.
 
Assumo la versione β come base dell’edizione e N come ms.-base (M per la II tornada; ‘regolarizzo’ alcune grafie di N, quali 6 e 9 scemblans > semblan, 12 fog > foc, 16 con > com, 28 eser > esser, 30 plag > plac, 31 e > en, 35 co > com), commentando tutti i luoghi nei quali mi discosto da essa; la versione α è basata sul testo del ms. A: tranne che al v. 12 dove adotto que di BDGPS (con altri mss.) invece di qeil di AIK (con O): cfr. la nota del Commento; al v. 36 dove adotto il verso di DGPS (ms.-base D) perché quello di ABIK coincide con quello della versione β; al v. 42 dove adotto e·us en di IKDGPS (con O) poiché AB hanno eu uos come β. In base a quanto osservato nella relativa nota del Commento il v. 29 della versione α potrebbe essere ipermetro.
 
 

Note
 
(1). Lo stemma (cfr. pp. 202-203) presenta quattro rami non ricondotti all’archetipo (x, u, o, r), l’ultimo dei quali solo ipotetico, più un ramo isolato per il ms. M, che raggruppano le seguenti famiglie: ABIK, PSDG (= x); Uc (= u); Oa (= o; a corrisponde al mio ls); NRf (= r) (G contamina con u; Oa contaminano, in via ipotetica, con PSDG (= d); N e f contaminano entrambi con ABIK (= e), mentre il solo f contamina anche con o; infine M contamina con u e o). Inoltre Q si lega principalmente a x tramite G e contamina anch’esso con u. Non è rappresentata la posizione di V, C, W Dc e F (= Fa), ma dalla discussione dello stemma (p. 202) si ricava che: CW, essendo mutilati «ne se laissent pas classer»; Dc e F si legano soprattutto a PS, mentre per V l’editore si limita a un rimando ai vv. 33, 38 e 35, che offrono dati contraddittori per la classificazione del ms. ()
 
(2). Coblas I-II: 6 c’ab bel semblan - 9 Ab bel semblan; II-III: 16 s’irais - 17 irascuz; III-IV: 24 felnia - 25 Fels; IV-V: 32 prez - 35 prez’ hom; cfr. Stroński, p. 227. ()
 
(3). Altri casi possibili ai vv. 29 e 35: si vedano le rispettive note del Commento. ()
 
(4). Anche Perugi 1978, I, pp. 225-27 sottopone i versi a un’accurata analisi che ha esito nella quartina: «Eu no cuit que eu·n sui irascutz, / si eu·n fatz en chantan ma rancura, / eu·l diga que sia outra mesura; / mas sapia·s c’a sos ops sui perdutz» è la sua soluzione, con l’alternativa «facilior» per il v. 19: «Que eu·l diga que no semble mesura». ()
 
(5). Avalle-Leonardi 1993, p. 104: alla bibliografia sul codice catalano, ivi citata aggiungo: P. Bohigas, Lírica trobadoresca del segle XV. Joan Basset i altres poetes inèdits del Cançoner Vega-Aguiló, Barcelona, Abadia de Monserrat 1988, in partic. pp. 7-32; l’analisi di Perugi 1978, II, pp. 647-50 della versione di VeAg della sestina ArnDan 29,14 (XVIII), unico testo arnaldiano tràdito nel ms.; e Asperti 1985, pp. 35-36, e in partic. n. 51. ()
 
(6). Del tutto equivalenti le varianti di v. 44 (cfr. anche Tab. C1-2, 7), così come sono adiafore le lezioni di v. 43; al v. 42 invece registro una lezione come eu non conseilleria in Uc (+ls, ma, come detto, per probabile difetto di collazione) che ribalta il senso e che nel suo apparato Stroński mette in relazione con 44 non uon. ()
 
(7). Le altre correzioni di altra mano al testo di G sono indicate da Stroński a p. 202. ()
 
(8). Su cui Frank 1952b; il frammento folchettiano, trascritto alla p. 72 del lavoro di Frank, è edito criticamente da Lavaud 1957, p. 602, nell’Appendice II (Pièces diverses). ()
 
(9). Tuttavia secondo Frank 1952b, p. 84, n. 38 (ma in realtà 37): «Aucun classement n’est possible». ()
 
(10). Come risulta da una nota marginale dell’abate a p. 207; cfr. di Crescimbeni i Commentarj al I libro dell’Istoria della volgar poesia, Venezia 1730, vol. II, parte 1ª (testo fochettiano alle pp. 240-41: qui il v. 6 è presente, ma, come nel ms. e, il v. 15 si chiude con l’indicazione &c.; a questa segue, senza soluzione di continuità, il distico: «Donna speranza e paur ai de vos / ar men conort & eram sui dottos», corrispondente ai vv. 25-26 di FqMars 155,11 [XIII]). ()
 
(11). Secondo la ricostruzione di Vincenti 1963, p. 50, ora riconsiderata e integrata da Careri 1996, pp. 299-300; testo occitanico e traduzione italiana si possono leggere in Gioacchino Plà, Poesie provenzali tradotte in lingua italiana. Édition du ms. Vat., Barb. Lat. 3965, par V. Roncoroni-Arlettaz, Université de Lausanne 1991. ()

 

 

 

 

 

 

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