5 coblas unissonans di 8 vv. e 2 tornadas di 4 vv.; schema metrico e rime sono riprese nel partimen BonCalvo-LuqGat 101,8a-290,2 (Branciforti 1955, n° XVIII; Boni 1957, n° II) e nel sirventese Sord 437,26 (XXI): cfr. Beltrami-Vatteroni 1988-94, I, p. 262 (n° 178); lo schema è fra i più diffusi: lo si ritrova (in contrasto con la tendenza folchettiana a elaborare schemi diversi per i singoli componimenti) in FqMars 155,3 (VI), sia pure complicato dalla rotazione di rime (cfr. Stroński a p. 87*). I décasyllabes sono tutti a minore (cesura lirica ai vv. 14, 31, 36, 39).
L’ordine strofico è unico; ugualmente quello delle tornadas (la seconda è assente in RVVeAgf); in L la seconda tornada è vergata di séguito alla prima per mano del correttore. Dc è latore delle coblas I-II e V, Fa delle II-III e V (e dell’incipit). In C per il taglio della pergamena (dovuto all’asportazione di una miniatura) sono leggibili (non integralmente) solo i vv. 5-9 e 23-29 (l’incipit si ricava dalla tavola). L’incipit della cobla II ([m]as uos non par poscatz far faillimen. &c.) e quello della cobla III (blasme na hom e caschuns se la sen. &c.) si leggono in H 49r preceduti da un breve commento: Aqestas coblas mostran qe las autas dompnas no creson poder faillir. E si mostra com lo faillimen de lauta dompna es maier qe cel de la bassa. Qaisi con il es grans de ricor aissi es grans lo faillimens. E si com ella ual pauc es pauca la faillida. E qi perdona la pena lo blasme no po perdonar. E menasa a moutz cel qe fai ad un tort. Car cascuns si garda daqel. Per qe pren maior dan cel qenganna qe cel qes enganatz (cfr. Careri 1990, pp. 314-15; e Stroński, p. 227). Una traduzione italiana delle coblas I-II si legge nel recto della prima delle quattro carte (siglate g dalla BdT) «annesse per errore» al ms. g¹ (c. 189v), un descriptus cinquecentesco di M: insieme con tre carte annesse al ms. O, esse formano la cosiddetta Grammatica di Leonardo provenzale in parte (traduzioni escluse) dovuta alla mano di Fulvio Orsini (1).
Melodia (GR): Sesini 1942, p. 106, n° 1 (solo G); Gennrich 1958-60, III, p. 87, n° 84 (cfr. IV, p. 58); Fernández de la Cuesta 1979, p. 208; Van der Werf 1984, p. 94*.
Come mostra la tabella delle varianti adiafore, la tradizione manoscritta del componimento appare particolarmente frammentata, tanto che non hanno potuto trovare posto nella tabella alcune lezioni che segnalo qui di séguito (3):
15
1.
e cel
ABDcRc
2.
car cel
DGKpMQVVeAgf (α)
3.
ca quel
N
4.
que cel
EJPSU [quel J; ce S]
5.
qez el
Fa
6.
caicel
IKLOls
18
1.
lengan en es plus
ABUc
2.
lenganz en els plus
DNPS [el PS]
3.
en el lenian plus
Q
4.
e neis lenganz plus
FaMVls [neus V]
5.
e neis lenganz plus
L (ricavato da lenganz en es plus: cfr. ni 1-2)
6.
en lieys lengan pus
VeAg
7.
neis en lengan plus
Kp
8.
nous lengans plus
O
9.
lengan es trop plus
Gf [leniam f]
10.
lengâ reman pus
R
11.
nes plus en lenguan
EIKJ
24
1.
meins
dun
daqels
par fols
AB
2.
meinz
dun
daqest
par fol
DGOQVVeAg
[un V]
3.
menz
dun
daisels
par fols
IK
4.
meins
dun
de cels
es fols
PS
5.
meins
dun
daquetz
es fols
EJLM
[v. su rasura L]
6.
mentz
don
daqest
fols es
Fa
7.
miens
dun
cha quels
e fols
N
8.
ses
us
daquest
par fols
R *
9.
ses
un
daqest
par fol
Ucf
10.
ses
us
daquestz
fols es
C
11.
ses
un
daquetz
es fols
ls
12.
si
un
daquez noia
par fol
Kp
* ses us da- di altra m. in uno sp. bianco.
29
1.
canc pois
ABDOQUc
[anc O]
2.
qanc ior
LNPS
[qaîc L]
3.
car anc
Rf
4.
donc puois
GKpM
5.
e pos
EIKJVls
6.
que pus
VeAg
40
1.
per qieu
ABDDcGKKpLORVVeAg
2.
per que
IMQfls
3.
per qel
U
4.
per qeo
c
5.
per so
EFaJPS
6.
per quo
N
Le lezioni adiafore paiono comunque distribuirsi in due serie fondamentali: da una parte quelle attestate in ABDPSLN+IK (= α), dall’altra quelle tràdite in CRfEJMVKpVeAg+Uc (= β); a quest’ultimo ragguppamento si può accostare anche Fa, mentre non sono inseribili tout court in α o β i mss. GQ, Ols e Dc. I raggruppamenti non appaiono tuttavia né stabili, né indipendenti fra loro, e comunque le non molte lezioni erronee accomunano quasi soltanto mss. inseribili nei due gruppi: si vedano in α le ipermetrie indotte da 36 es in DILUc (e c) e da 46 de (D)PSNIKO+EJ Uc (in D de lor > dolor; cfr. allo stesso v. ABls che invertono lor es > es lor); per quanto riguarda β il rimante 18 enguanatz di EJRf che torna al v. successivo e 23 prex Erf+D in luogo di pretz (4). Lo stesso si dica per alcune lezioni non palesemente erronee (e perciò incluse nella tabella), ma che appaiono deteriori come 28 mais ABLN+R (con ι), meils CEJMVKpVeAg+D (con GQ Uc ls) e ben f in luogo di me(i)n(s) tràdito in IKOPS (quest’ultima lezione genera un’antitesi che è consona, oltre che allo stile folchettiano, al contesto immediato: cfr. v. 27 e Stroński a p. 205); o almeno faciliores come 24 ses CRf Uc (con ls; cfr. si Kp) in luogo di menz degli altri testimoni e 44 celarai EJRVeAg+B (con β¹R) in luogo di calarai. Più diffusa un’altra lectio facilior (su cui Stroński, p. 205) come 44 brui, attestata in ABPSLN+EJfMVKpVeAg (con Uc β¹, ma bruis f; e inoltre brô R, brug ls), in luogo di briu DcIK (ma anche brio GO, breu D, brieu Q), ma evidenti ragioni paleografiche potrebbero essere all’origine di una eventuale poligenesi.
Tale situazione pare generata da una forte contaminazione e alcune lezioni lasciano pensare ad antecedenti dei canzonieri conservati dotati di varianti alternative: si considerino le due doppie lezioni di EJ 20 donc uos (laddove ABPSLN+RMVKpVeAg Uc [e Ols] hanno e doncs, mentre DIK+f [eGQFa] hanno e uos) e 25 ben sui donc fols (laddove ABDPSLN hanno donc fui ieu fols, mentre IK [e GQ] hanno ben fui eu folz; ma donc e ben, le lezioni in opposizione, sono attestate in altri codici); e cfr. in M 37 dôcs per qieu sui, con ipermetria (laddove ABDPSLN IK+EJVVeAg Uc OlsFa hanno per qieu sui [son V], mentre Dc ha doncs be sui, Kp don eu soi e f don suy ieu [e inoltre Q legge ar sui bem e R cara soi]); e in O 31 pauc mi sembla pogues ualer raisos (laddove ABIKGQlsUcEJRMKp hanno pauc mi sembla magues ualgut razos [ab pauc R, petit sembla KpM], mentre DPSLN hanno e sembla magues ualgut razos). Del resto lo stesso Stroński ha ipotizzato «l’existence de corrections sur le texte d [scil. l’antecedente di DPSLN], de façon que le mss. d pouvaient choisir à leur gré soit la leçon d soit la correction qui se trouvait à côté» (p. 204; e cfr. Nota al testo di FqMars 155,21 [VII]). Anche la natura contaminata di Uc (come s’è visto, i due mss. vanno con parte di β per la facilior 24 ses, e cfr. 13 sitot hom con Rf (+α); e con parte di α per l’ipermetria al v. 46) dipenderà da un antecedente dotato di varianti alternative: si vedano in particolare le lezioni 14 noi c con DPSLN, mentre U con KpRf (e ls) hanno non; e 25 qi c con DN (cfr. q L), mentre U con RVf hanno que (5).
Difficilmente classificabili sono GQ, che Stroński lega a IK in base al presunto errore 25 (ma cfr. la relativa nota nel Commento) e considera contaminazioni i rapporti di G con DLN+O e con f, e di Q con A. Così anche Ols che vanno generalmente insieme (cfr. 16 ad e 28 napren), ma presentano lezioni differenti oltre che ai già considerati vv. 31 e 46, al v. 15 (eil ls con EJ, en O con il resto della tradizione), al v. 27 (estre O con LN, esser ls con il resto della tradizione, tranne Kp che legge star) e al v. 44 (quel O con DGLN UVeAg [e cfr. qe Q], cal ls con il resto della tradizione, ma cals f).
Per quanto concerne i due florilegi, Fa mostra un legame col gruppo β (cfr. 18 en eis lengan plus con MVls KpQ VeAg; 22 del con RfKpVeAg Uc+PSO; e 24 fol es col solo C; ma anche 35 e cel con PSLN+EVeAg e 40 so con PS+EJ), mentre offre problemi di classificazione Dc (cfr. 5 mostretz con M ls [+α], 15 e cel con AB Rc, oltre a 13 qan tot hom con VeAg ls e 14 nol con VVeAg).
Infine, la tradizione indiretta: le citazioni nel Breviari d’Amor (α) dipendono da una fonte β (cfr. Richter 1976, pp. 250-52), così come i versi della I tornada citati nella nova di Raimon Vidal So fo e·l temps (β¹: e cfr. Field 1989-91, II, p. 57); pare servirsi invece di una fonte α Francesco da Barberino per i suoi Documenti d’Amore (ι): cfr. 2 qan con DPS+Q, 28 meis (da accostare a mais di ABLN+R), 41 al con ANS+GQ; e tuttavia al 27 ι legge quar tel mentre è il solo f ad avere car tal.
Fondo il testo sulla versione α utilizzando come ms.-base I (K quando se ne rifiuta la lezione) in quanto conserva la probabile lezione buona ai vv. 28 (men, che ho emendato in menz, con PSO) e 44 (briu, con Dc; e cfr. GO D Q). In apparato accosto la versione β fondata sul ms. R che emendo da errori, irregolarità morfologiche e lectiones singulares: al v. 18 abbandono la lezione di R lengâ reman pus per quella di MVFa+Llse neis lenganz pus (ma cfr. anche KpVeAg); emendo anche 29 car anc (comune a f) in c’anc pos e, soprattutto, sostituisco con car al, lezione propria a β, e cel di R+ABDcc; rinuncio a dare una soluzione per la diffrazione che interessa in gran parte di β il primo emistichio del v. 37: cara soi R, don suy ieu f, don eu soi Kp, dôcs per qieu sui M; ricavo infine da E il testo della II tornada, assente in R.
Note
(1) Si veda l’analisi di Debenedetti 1995 [1911], pp. 86-93, da cui ricavo la citazione precedente (a p. 86). (↑)
(2)Lo stemma codicum di Stroński (cfr. pp. 203-205) presenta cinque rami non ricondotti all’archetipo (x, z, o, u, y) che raggruppano le seguenti famiglie: AB, DPSLN (= x); IK (= z); Oa (= o; a corrisponde al mio ls); Uc (= u); CR, EJ (= y) (IK contaminano con EJ; O contamina con LN, a con AB; Uc contaminano con y, il solo c con LN; EJ contaminano IK). Inoltre G e Q si legano principalmente a IK e contaminano con AB; V e M si legano principalmente a y e contaminano con a. La posizione di Dc e Fa non è rappresentata nello stemma. (↑)
(3) Si consideri inoltre 2 qon Dc (+α), quô G, con EKJKpMORVf, cô IL, com UVeAgc(ls), cum ABN, qan DPQS (+ι) (quant Q), dove alla frammentazione si aggiunge l’incertezza sul valore di con (con = com, cum oppure con = c’on?). (↑)
(4) Segnalo inoltre il rimante 2 humilitat RO (la rima è in -atz, ma l’errore è poligenetico) e l’omissione di 34 e in IK. (↑)
(5) Segnalo inoltre le correzioni di L rispetto al testo-base comune a N (in grassetto le lettere su rasura): 16 qamâz met e uas ûs (N ha que mal e uan a), 17 e agg. sul r. (om. N), 18 en eis lenganz e nes plus con en eis agg. e e nes esp. e barrato (N ha per ques lenganz en els plus), 19 aicel e qaicel con -i- agg. (N ha a cel e cacel), 20 per qo (N ha per quoi), 23 amicx(N ha amis), 24 meinz dun daiqestz es fols qi si atura (N ha miens duncha quels e fols qi si atura); inoltre l’intera seconda tornada è aggiunta dal correttore. Il fatto che al v. 18 la lezione di L coincida con quella di FaMVls e che al v. 46 L legga lor es come GKpM ha indotto Stroński a sottolineare che il solo M possiede tutte le correzioni di L, e che tuttavia mancano altri elementi di prova: l’osservazione è stata poi confermata da Avalle che indica in un affine di M la fonte del correttore di L (per ulteriori indicazioni rimando infra alla Nota al testo di 155,1 [V]). (↑)