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Del Monte, Alberto. Peire d'Alvernha, Liriche. Torino: Loescher-Chiantore, 1955.

323,020- Peire d'Alvernha

Il vers è, secondo esplicita dichiarazione del poeta, non-clus (JEANROY, La poésie lyrique, p. 38: vers nou clus; ma il v. 8 rivela l’intenzione del poeta d’essere leu); pure esso, malgrado le cure, oltre che dello ZENKER, dell’APPEL prima di lui e dopo di lui del COULET, rimane in più luoghi di dubbia intelligenza: e ciò perché non s’è colto il nucleo ispiratore dell’intera canzone. Invero il Coulet si preoccupò più di chiarire, con una sagacia a volte compiaciuta, i singoli punti che apparivano maggiormente inintelligibili nell’edizione Zenker, che non di tentare l’interpretazione dell’intero contesto. Dalle sue annotazioni pare però ch’egli intendesse le due gioie come quella oltremondana e quella terrena; e questo ha poi asserito lo SCHELUDKO (Zts. f. Franz. Spr. u. Lit., 60, 222; cfr. anche N. M., 38, 235; e cfr. APPEL, Deutsche Literaturzeitg, 22, 1901, 2964) basandosi sui vv. 37-40 estraniati dall’insieme. Ora è perspicuo che il poeta non pensa all’oltremondo, che parla di alegrier (v. 10) e di gaug (v. 21) contrapposti all’ira ed esorta a non perdere de son segle lo mays. Si tratta quindi di un’etica «cortese», della distinzione fra le gioie esteriori degli amori empirici e l’intima gioia della fin’amor, della solitudine amorosa. Le une sono ingannevoli e sempre degeneranti in tristezza, l’altra invece è perfetta e immutevole.
 
2. Il verso è ipermetro. L’emendamento è dello ZENKER.
 
4. ZENKER: e l’erba que bruelha = und das Gras welches keimt; COULET: e·l vertz herb’el bruelha, cioè: e la verde erba nel fogliame. L’emendamento dello Zenker è eccessivo; quello del Coulet, più cauto, porta però a un verso piatto e superfluo. D’altra parte, ogni correzione è inutile sol che si consideri il verso come un inciso, un più sommesso riferimento all’erba che ha inondato il suolo, quasi un rapido abbassar gli occhi dalle cime degli alberi.
 
7. ZENKER: que sos.
 
9-10. ZENKER: den jetzt singen die Ritter, Gesang bringe Freude (? !).
 
12. seguon sazo: ZENKER = wie es die schone Jahreszeit fordert; COULET = quando il tempo lo comporta.
 
15-16. APPEL: qu’ans es dans, e destorbiers - non obra proeza.
 
16. COULET: ni n’obra; ma è una correzione gratuita. Ancor peggio JEANROY: don no nais.
 
19-20. ZENKER: so entsteht jede schwarze That daraus, dass man verdriesslichen Sinn hegt.
 
20. qui: cfr. nota a I, 104.
 
22. Il verso manca d’una sillaba. L’emendamento è del COULET. JEANROY: a dreit gaug (?). Ben... a dreyt: cfr. XVII, 7.
a dreyt: cfr. STIMMING, Bertran de Born, p. 248, n. 8; ELIAS DE BARJOLS, ed. Stroński, 12, 38.
 
24. APPEL e ZENKER: als malvatz malfachors e savais. Qui s’accetta l’ottimo emendamento del COULET. I sers sono contrapposti ai cavallier del v. 9.
 
25-32. ZENKER, che emenda l’es ops del v. 25 in a ops e traduce: Aber zwei Dinge braucht Freude: Verstand und Selbsterkenntnis; diese bedutet Erniedrigung und jener Erhöhung; und wenn einer dem weltlichen Leben sich ergiebt, wende er sich dahin, wo es ihm zusagt; denn von seinen Handlungen findet diejenige Beifall, die keine Reue zur Folge hat, dichiara che il passo gli è « nicht recht klar ».
 
29. APPEL, ZENKER, COULET: om s’es. Ma s’es = si trova.
 
31-32. COULET: La gioia che fa gradire (ma es grazens = gradisce) tutte le sue azioni ispirate da lei è quella che non lascia rimpianti. L’interpretazione è arbitraria quanto artificiosa e solo apparentemente perspicua. SCHULTZ-GORA (Lit.-Blatt., 23, 72): denn demjenigen nimmt sie (sc. die Welt) sein Thun (Acc. Plur.) freundlich auf, welcher ohne Reue ist, d. h. welcher so handelt, dass er keine Reue zu empfinden braucht (cfr. SW, s. v. repentensa). S’intenda: apprezza la falsa gioia chi non conosce il pentimento e quindi è pago di questo bene ingannevole.
 
33-35. ZENKER: mancher prahlt (ma il ms. dà aital e ufanier è caso obliquo) mit Freude, dem sie nachgeht, und den andern flieht sie gänzlich, wie es dem Hunde ging; COULET: v’è della gioia malvagia, per chi la ricerca e lascia da parte l’altra perfetta gioia come quel cane... Anche qui il testo è sottilmente violentato dallo spericolato esegeta.
Aital è adoperato avverbialmente in correlazione con cum: cfr. APPEL, Chrest., 1, 602; 65, 33; 99, 11; BERNART DE VENTADORN, ed. Appel, 12, 18; ELIAS DE BARJOLS, ed. Stroński, 1, 12; 7, 33; FOLQUET DE MARSEILLA, ed. Stroński, 14, 48; GUILHEM MONTANHAGOL, ed. Coulet, 9, 44; 13, 6; 14, 59; GIRAUT DE BORNHEL, ed. Kolsen, 41, 86; 63, 36.
 
34. qui: cfr. nota 20.
entier: perfetto; cfr. BERTRAN DE BORN, ed. Appel, 5, 44; PERDIGON, ed. Chaytor, 12, 10; PEIRE VIDAL, ed. Anglade, 7, 34; SORDELLO, ed. Boni, 11, 64; e cfr. XI, 4, e BERNART MARTI, ed. Hoepffner, 5: 1, 6, 10, 12, 13, 18, 21, 28, 34, 36; 8, 10 e 24.
 
37-40. Il COULETcorregge eral terras del v. 39 in era·l ten jes e il creys del v. 40 in crei, interpretando: È perché se si va verso la gioia mondana e ci si attacca ad essa, allora anche che la si attinga, non la si possiede; perché, quando più crede di tenerla, essa svanisce. Ma gli emendamenti sono superflui, largendo la lez. del ms. un senso soddisfacente.
 
40. creys... merma: cresce apparentemente, per l’avvicinarsi... diminuisce in realtà, per il rivelarsi illusoria.
 
41. APPEL, ZENKER, COULET: fo·m; la correzione è superflua.
 
41-45. ZENKER, seguendo l’interpunzione dell’APPEL: denn, wenn Liebe mir einmal günstig war, mir aber nicht verbürg, dass sie mir morgen nich lügt, wozu dient dann das Lieben (e l’esegesi è arbitraria) als dazu, Zwietracht herbeizuführen? ma egli stesso rimane dubbioso. COULET intende il v. 42 come quin om pliu ni·m menta, con un esito sintattico assai sforzato, interpretando per il resto: E, in effetti, se l’amore mi fu favorevole, qual uomo può giurarmi e affermarmi che non si smentirà domani? È di ciò che perisce l’amore, salvo quando degenera in lite. Ma il verbo menta ha un complemento oggetto che non può riferirsi se non all’azione di plevir e fermar; e non s’intende come mai sopravviene il disamore o la lite, sol perché nessuno può giurare sulla durevolezza di un amore.
 
45. C: volva d. L’emendamento è del COULET.
 
46. Lo ZENKER corregge gratuitamente il sent del ms. in serc, ma lascia il verso mancante d’una sillaba. Il COULET, invece, emenda: Gen ieu no sai e sent e quier... = Per me, io non conosco e perciò presento e ricerco l’amore ecc. Ma come si può presentire (se è lecito intendere in tal modo), anzi aver bon’esperansa di un amore che non si conosce? E come il poeta può poi descriverne il ioy? E non v’è nella tornata il riferimento all’amor del poeta?
 
47-48. on... on: cfr. nota a III, 22.
 
49-58. COULET: genseiz; ma la correzione è gratuita.
 
53. quasqun jornau: cfr. LEVY, Pet. Dict., s. v. jornal. Ades a jornau; forma intensiva: cfr. TOBLER, Abh. f. Schweizer Sidler, p. 11.
 
55-56. Valor... pretz; su questi termini cfr. SCHUTZ, Speculum, 19, p. 488.
 
56. sopleyar, col dativo: cfr. GUILHEM DE CABESTANH, ed. Langfors, 6, 19.
 
59. sobra sobre: supera; cfr. LEVY, Pet. Dict., s. v. sobrar.

 

 

 

 

 

 

 

 

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