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Longobardi, Monica. I vers del trovatore Guiraut Riquier. "Studi Mediolatini e Volgari", 29 (1982-1983), pp. 17-163.

248,012- Guiraut Riquier

Il ms. R ha una decina in più rispetto alla data fornita da C, fatto che PFAFF non segnala in apparato. Non c'è di che sollevare il problema, come osserva anche Valeria BERTOLUCCI PIZZORUSSO, Una chiosa sul « Libro » di Guiraut Riquier, « Medioevo Romanzo », VI, 1979, pp. 2-3, il componimento è chiaramente di attualità, fatto ad hoc « per lo deslieuramen del senher de Narbona » come chiarisce R in rubrica; è da pensare, dunque, alla banale aggiunta di un elemento alla serie delle decine. Per l'antefatto cfr. ANGLADE, pp. 187-189 e XV, 76-80 nota. La scarcerazione di Aimerico di Narbona risale esattamente all'11 settembre 1284.
 
1. ss. La formula d'incipit richiama da vicino quella della canso XII (MÖLK p. 66): « Anc non aiguj nulh temps de far chanso Mellor razo, qu'eras ai ».
 
2. PFAFF: «... de chans ...» dove sia C che R hanno chant, ossia un obliquo singolare.
 
9. ad honor - cfr. anche vv. 14, 24, 30: martellante è il motivo dell'onore, mortificato dalla prigionia del conte, ma ripristinato (e Riquier non si stanca di ripeterlo) dal deslieuramen.
 
18. prena - una simile forma del cong. pres. del verbo prendre non è attestata. Si può, però, vedere nella  -n- una grafia per –nh- come contemplato in GRAFSTRÖM, p. 211 assimilandola, così, alla forma ortodossa prenha, per cui cfr. APPEL, XXX.
 
25. bosaber - cfr. PD, 50 « plaisir » e 331 « bela sabensa, bona s. plaisir ».
 
26. PFAFF, apparato: « AB: mo senhor » errato, in quanto in C si legge chiaramente « mo senher ».
 
38.  ressort - cfr. RAYN. V, 271 « sous jurisdiction d'autrui ».
 
40. levar en bruda: PD, 55 « faire parler de ».
 
41-50. Interpreto diversamente da PFAFF (a quanto si può intravvedere dalla sua interpunzione) e da ANGLADE, p. 188 che riporto di seguito: « Et puisqu'il s'est lavé ... que le roi lui mantienne tous ses biens et se conduise envers lui (le vicomte de Narbonne) avec la bienveillance qui lui est due, afin qu'on voie bien qu'il (le roi) se souvient des seigneurs ... ». Reputo decisamente improbabile tale interpretazione: chi deve sapersi mantenere la fiducia generosamente accordata, (« sapcha caber / el sieu grat » = nelle grazie del re) con il comportamento che il caso richiede (« ab captener / degut ») è proprio il visconte e non altri. Più riquieriana è inoltre la situazione del poeta-guida che sostiene il suo signore, con la saggezza dei suoi consigli. Ritengo ancora più probabile che sia il visconte (e non il re) a ricordare al re, con l'irreprensibilità del suo comportamento (« ab bon conort / que paresca »), la provata fedeltà della casa di Narbona.
 
54. La moguda è la mossa, la reazione « de gran gauch », cfr. RAYN. IV, 277 « soulèvement », « Fon gran moguda ... que l'om appellava pastorels » (Cartulaire de Montpellier fol. 79.) ».
 
56. Per l'intervento del conte di Foix nel « deslieuramen » cfr. ANGLADE p. 189.
 
57. PFAFF: « E » (d'est fach ...) per « es » di entrambi i codici.

 

 

 

 

 

 

 

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