| 1. Abbondano i dativi etici e i possessivi (tant m'es, v. 3 del mieu senhor, v. 4 mos cors), significativi della commozione e della compartecipazione del poeta alle gloriose sorti della casa di Narbona, rinnovate dall'ultimo rampollo, Amalrico, cfr. v. 2 nota. ressos- PD 324 « renommée »; m'es plazens è usata nella forma declinata. Molto comune è anche la forma impersonale m'es plazen e bel m'es.   2-4. DE BARTHOLOMAEIS II, p. 290 traduce erroneamente « figliolo del mio primo signore n'Aimeric ... ». Di fatto, il ‘ primo signore ' di Riquier, fu Amalrico IV (fino al 1270, anno della morte, cfr. il Planh a lui dedicato) cui seguì Aimerico V, padre dell'Amalrico di cui si tratta in questo vers. Sull'alternarsi del nome Aimeric ad Amalric, nella famiglia di Narbona, cfr. ANGLADE, p. 5 nota; filh premier è semplicemente ‘ figlio primogenito ', come già in ANGLADE p. 191 « fils aîné ». D'altronde, tale traduzione contrasta con la nota storica del DE BARTHOLOMAEIS che a p. 289 scrive «è un'esaltazione di Amalrico di Narbona. Questi, primogenito di Americo IV o V ... ». Mos cors n'es jauzens: = ieu suy jauzens, per l'uso pronominale cfr. APPEL, p. 231. Esiste la possibilità che il poeta abbia sfruttato anche l'equivoco cors < CORPUS e cors < CORDIS, (nomin. sigmatico analogico cfr. CRESCINI, p. 372 e SCHULTZ-GORA p. 68), che il contesto emozionale, d'altronde, ospita pacificamente.   5-7. Si tratta della battaglia di Campaldino, dell'11 giugno 1289, in cui Amalrico capitanò l'esercito guelfo fiorentino, contro i ghibellini di Toscana, cfr. ANGLADE pp. 191-194 e DE BARTHOLOMAEIS pp. 289 ss.. Per il valore transitivo di mourir cfr. CRESCINI, p. 419.   8. es avutz  - sulla frequenza di tale forma in concorrenza con a estat , cfr. V , 11 nota.  10 ss. DE BARTHOLOMAEIS, p. 290 « si che ci sembra dovere egli ciò ai suoi alti antenati ». Lo storico, come pare, enuclea la costruzione dever a, e « l'aut antic » (obl. sing. per il plur.?) sarebbe ' l'alto antico ' cioè ' i nobili antenati ' (antic = sost.). Anche in questo caso, però, non bisogna prescindere dall'uso che Riquier fa di devers  in certi contesti, come in IX , 53 (cfr. nota) dove ha valore di ' dignità ', ' rango '. L'interpretazione dever ... de Narbona , anche se difficilior  rispetto a ... manens de Narbona , (il prezzo è un forte iperbato), mi sembra l'unica giustificata dal testo per la presenza della preposizione semplice d'onor  (manca, per collegare il v. 11 a de Narbona , la prep. articolata). Cfr. anche Leys , III, p. 74 « Devers poders e sciensa Fan a senhor gran defensa ».  13. per Foys - DE BARTHOLOMAEIS « Americo era figlio di Sibilla, figlia di Ruggero IV, conte di Foix. ».   14. devers - vedi nota al v. 10. tener a sojorn- cfr. PFAFF, p. 102, vv. 56-57 « Car pretz manda, c'om cascun iorn En creisser s'onor se soiorn », e BERTOLUCCI P., p. 52, vv. 111-113 « ... e que totz iorns / es als valens sojorns / totz lurs faitz melhurar. ». Quindi, ' tener per diletto '. C guera: ovvia l'integrazione.   16. acbon cosselh - cfr. vers VII  in cui è mot-refrain .  21-22. Per l'uso della forma tonica del pronome davanti a gerundio e infinito, cfr. MEYER-LÜBKE, III, parr. 716-721.   22. sos benvolens  - cfr. vers V , 25 « per mi e per mos benvolens », cfr. RIQUER, p. 1619 « los amigos o personas queridas por el trovador ».  23. e·l bon rey - cfr. ANGLADE, p. 192 che riporta un passo di Dino Compagni « In quel tempo venne a Firenze il re Carlo di Sicilia ... ». è Carlo II d'Anjou.   24. e selh que ... ·l noyric: Guillaume Bérard, cfr. ANGLADE, p. 193 e DE BARTHOLOMAEIS p. 289, entrambi citano Dino Compagni « Ma rimase con lui uno antico cavaliere suo balio ... » e il Villani « messere Guglielmo Berandi, balio di messere Amerigo di Nerbona ». noyric, come v. 23 seguic  e v. 16 queric ; altre forme sono rispettivamente: noirit , seguet  (PELLEGRINI, p. 254) e quès  (PELLEGRINI, p. 261). Cfr. APPEL, XXLX e 118, 26 « Can Pilat queric perdo a tot son poble », cfr. anche vers I , 42 moric .   25. jovens - sulla sua giovinezza ed inesperienza, cfr. ancora Dino Compagni, ibidem: « Il quale lasciò loro M. Amerigo di Narbona, suo barone e gentile uomo, giovane e bellissimo del corpo, ma non molto sperto in fatti d'arme, ma rimasse con lui ... » (v. 24 nota). Di fatto, nonostante quanto si dice ai vv. 25-28, per la sua inesperienza rischiò di provocare un disastro, che fu rimediato e risolto in vittoria dal comandante della retroguardia, cfr. ANGLADE, p. 194.   26. atempratz, ‘ misurato ', ' moderato ', cfr. la formula fissa « atemprar son poder ab son dever ».   27. Per dubtar  = ' temere ', cfr. IX , 37 nota.  30. Per il dativo con preguar, cfr. APPEL, p. 291 e CRESCINI, p. 434.   31. Concettualmente sarebbe quon amic a senhor, c'è dunque un'inversione.   33. e creysser l’a - PELLEGRINI, p. 229 « I due elementi del futuro possono anche essere separati mediante l'inserzione di uno o più pronomi atoni, es. cantar lo t’ai ... ».   34. s'afortir - PD, 10 « s'affermir; persister ».  |