I mss. non presentano gravi divergenze. CER costituiscono un gruppo (v. 9 e no, e non; v. 17 aura, ondre; v. 20 que) nel quale CR sono più saldi, mentre E mostra qualche accordo con DaIGc, che costituiscono un altro gruppo, di cui DaI sono un sottogruppo (v. 13 respondens). Vanno insieme DcF. Con DcF si accorda C al v. 22 (saber).
1-7. Il poeta vuol dire che eccitamento a cantare non è per lui amore nè galanteria, ma ragione; e non è neppure la bella stagione ma il suo piacere. Mussafia, Rass. bibl. d. lett. ital., IV, 313. Cfr. Bert. Zorzi, Entre totz, v. 15-16. Ni me·n camjiei tan ni quan — Tro qu'amors me·n det talan.
2. Motivo abbastanza frequente è che, dati i sentimenti del poeta, foglie e fiori, che confortano a cantare, non l'invoglino alla poesia. P. es. Raimb. d'Orange (Raynouard, V, 401): Non chant per auzel ni per flor... Ni per reverdir de prada. In ant. franc. Fueilles ne flours ne mi font pas chanter, ovvero: Fuelle ne flours ne val rien en chantant. Mätzner, Altfranz. Lieder, p. 206.
4. tan ni quan, «nè tanto nè quanto, nè più ne meno». Zorzi, VI, v. 15.
7. Notisi la variante di G: me l’aduz. Cfr. questo volume a p. 161.
10. en dreit de cortesia «per ragione di cortesia, in fatto di cortesia». Cfr. en dreit d'amor (nota al v. 2 del nostro testo n. LI).
27. raire ni tondre. Ha, su per giù, il senso di tondre e pelar. Cfr. testo n. XVII, v. 1. El. Cairel 9, 25: sont tondut et ant paor del raire; Bertr. Carbonel 35, 5; que mielhs puescan tondr'e raire. Altri esempi in Stimming, B. de Born p. 277; Levy, Guilh. Fig. p. 86; De Lollis, Sordello, p. 250.
29-35. Tutta questa strofa è stata mal compresa dal Guarnerio. Videro invece giusto il Bartsch di già (p. 34) e il Mussafia. Ritengo però, contro il Mussafia, che il torn del v. 34 abbia senso attivo ed equivalga a «conduca» (qe·m torn, mi conduca), cfr. P. Vidal (Angl. XL, 8-11: Mas la soa salutz — Nos a toz ereubutz — E tornat en joven — Mon cor e mon talen), mentre nel verso seguente il senso sarà: «la gioia torna in pianti, ecc. ecc.».
29. seignoratge. Albertet de Sisteron: En amor trob tant de ma seignoratge e Aim. de Bel.: Tant es d'amor honratz sos senhoratges (C, c. 147b).
32. Notisi la variante del ms. G: sos dolors. Si tratta di un italianismo, che non trova corrispondente negli altri manoscritti. Pare adunque che il copista di G si possa ritenere italiano. V. questo vol. a p. 192. Cfr. la nota al v. 7 di questo stesso testo.
37. solatz qui parmi abbia il senso di «piacere procurato dalla società mondana», dunque, a un di presso, di buona accoglienza, di lieta cera. Il significato di «piacere in genere» potrebbe altresì convenire. Vedasi su solatz un'istruttiva discussioncella in Jeanroy-Salv. de Grave, Uc d. S.-C., p. 185. |