2. car tengutz. Notisi la locuzione tener car. Cfr. Peire Vidal, Ges pel temps, str. III: qe·l vostr' enseignamenz — Vos fai als conoissens — Ben dir e tener car. Altri esempi, oltre questo, già ricordati nella nota al testo V, 8, alla quale rimando.
8. sobraria. La buona lezione è data da a. Nel sobrana di IK abbiamo un fallo di lettura dell'originale, nel quale, come è attestato da a, si leggeva sobraria. Si sa che IKa sono tre mss. che, per quanto riguarda il Cigala e il Calvo, risalgono, indipendentemente ma direttamente, a un solo modello. V. «Nota sulle poesie di B. Calvo».
10. soletz. Pres. di soler con senso di passato. Levy, Guilliem Figueira, p. 89; De Lollis, Sordello, p. 263. Vedasi la nota al testo XXVI, 34. Notisi l'articolo femm. rappresentato da ·l in sobre·l gen.
NOTA SULLE POESIE DI B. CALVO
Dopo la stampa del Pelaez, un nuovo ms., quello che ci rappresenta in una copia cinquecentesca la seconda parte del canzoniere di Bernart Amoros, è venuto alla luce. Esso conserva (pp. 402-417) i testi dei Calvo nello stesso ordine di IK. Oltre a ciò, la lezione è in fondo la stessa, poichè il ms. di Bernart Amoros, per quanto concerne i componimenti di Lanfranco Cigala e del nostro, proviene da una medesima fonte. Chi esamini minutamente i testi, si avvede che lo schema dei mss. è il seguente:
Il ms. di B. Amoros può dunque giovare un poco, laddove i copisti di I e K hanno mal letto in X (attestato da numerose lezioni). Come non ho creduto opportuno di stampare i testi dei Calvo nella mia edizione del canzoniere dell'Amoros, così non sarà discaro al lettore che qui ne tocchi, prendendo a base l'ediz. del Pelaez. Comunicherò le varianti (anche quelle grafiche, che non siano proprio del tutto inutili) di a, e dirò anche qualcosa sulla ricostruzione, dovuta al Pelaez, di questo o quel passo (cfr. I, 1; V, 3, 10; VIII, 33; XIV, 42, ecc.).
I, 1-2 Leggerei: Temps e luecs a mos sabers, — Si saupes, d'avinen dire, poichè la lezione del Pelaez non dà senso. D'altronde saupes (non saup es) legge il ms. a, come forse IK, che non ho ora sotto gli occhi. 3-6 pueis a. 18 qieu a. 28 piegz a; ditz a. 38 soi a. 39 non a.
II, 3. Il ms. a ci dà la buona lezione qe cotz e fen. Il copista aveva letto totz, come si ha in IK, ma il correttore (Piero di Simon del Nero), che aveva sott'occhio, come ho altrove dimostrato, il canzoniere stesso dell'Amoros, ha corretto: cotz. 4 truep a. 11 cor a. 21 e luecs. 22 uueigz a, con uu ricavati da mi. 27 grieu a. 34 zo\u/ a. 35 leucs ricavato da lieucs. La rima richiede -uecs. Credo sia nel vero lo Jeanroy («Moyen âge», X, 187), che interpreta uec(s) come oc.
III, 5 el. Il ms. a ha e sottosegnato dal correttore. Ha poi anch'esso penz, mentre la correzione in pes si impone (v. al v. 13: res). 10 truep a. 14 Anche a: lo t. celui qer daz. 20 qauer els (-ls del corr.) honors a. 22 entendre, ricavato da contendre, in a. 30 voll buona lezione di a, da accettarsi. 34 qeu a.
IV, 1 em se a. 9 uns, per mis, in a è una svista del copista. 11 on nom a. Da corr. on in o, ma da accettarsi nom. 17 ieu, sueil a. 21 deu a. 26 hoeilz a. 28 dreg] eluegz a. L'originale aveva, dunque, sicuramente duegz (poichè el è una cattiva lettura di un d).
V, 3 c'us. Il ms. a ci dà la vera lezione eus, quale doveva trovarsi in X, mal letto da IK. Si accetti dunque E·us, come aveva proposto il LEVY, Lit., p. 29. 9 non a. 10 Anche a ha tant can ni amar pogues. Bisognerà, parmi, prendere pogues nel senso di condizionale, secondo l'uso antico, a meno che non si corregga ni in mi, dando a tant can un senso oltremodo insolito. 14 uueil qem deiatz (retener manca) a. 21 sen e conosenza a. 22 ualia a. 25 non penz a (ma corr. pes). 27 captener a. 28 uullatz a. 29 paratge a. 40 truep a.
VI, 11 d'esauzar] il ms. a ha de lauzar con l corretto su s espunta. 17 truep a. 18 fag. 19 qen. 21 ualiall a. 25 puesc a. 26 con a. 28 mes a. 29 truep a. 36 ser qi truep sembla orguillos a. 38 uueil a; aillor a. 40 dans con n su u espunto; afanz a; qieu a.
VII, 7 ualanz a. 8 faiz a. 11 dechaer a. 16 ardimen a. 17 gardetz a. 28 despeig a. 33 qieu a. 41 castellam a. 42 truep a. 45 reuenimen a.
VIII, 5 pueis a; qel manca a. 12 non manca a. 16 pueis a. 26 qiel a. 27 digne manca a. 32 plaig a. 33 sen a. Da accettarsi (s'en fol); non a. 42 faig a.
IX, 3 deual a. 10 ieu a. 12 ieu a. 22-24 mancano in a. 35 non a. 42 sofrainh a.
X, 4 sen pogram (sen è da accettarsi); gaudir a. 5 dreg a. 19 chalon a. 20 pos a. 22 pueion a (ed è la buona lezione, da accogliersi con un piccolo ritocco: puei'om). 24 nau a. 25 signher a. 43 capteinh a.
XI, 6 qieu a. 7 qieu a. 15 ardit, col -t sottosegnato dal correttore, a. 16 esperetz corretto in espacz. 17 na mes a. 22 segur a. 34 pueida uezer a. 36 qui a. 42 puesc a. 44 nill a. 45 cubecs. 47 ben ualenz a. 50 i manca in a. 55 aitan pro a. 57 pena a. 69 captieinh a. 76 qieir a. 77 qui a. 78 ien a.
XII, 2 uueilla a. 10 puesc a. 13 qen a. 16 ies a. 18 qiu uiu a. 19 puesc a. 24 laguia a. 25 pueis a. 31 suspir a. 34 qieu; non can a. 36 lueinh a. 38 plus fols qi fols mi a. 39 achaissos a; moilla a. 40 non uis a. 43 se na gues a. 44 dagues a.
XIII, 4 sai manca in a. 7 gasconio a. 10 puesca a. 14 comdeiar a. 27 nauarre a. 31 Ueiran lo a. 33 tals a. 34 puoscon a. 37 preias a (e sulla parola una crocetta del correttore). 47 maiz si fes a. 51 duptar a. 52 uol u. a. 58 pesat a.
XIV, 2 foliatz a. 3 chanz a. 10 armas a. 13 caitan gai sui urneus a. 17 qieu a; paratz a. 24 lauzengiers a. 25 truep a. 31 meschaps a. 33 tals a. 39 reingz a. 42 celleis cui sui miels qe mieus a. Il ms. a ha dunque il verso per intero, già ricostruito, per felice congettura, dal Levy, Lit., cit. col. 33. La frase è ben conosciuta e fu imitata anche dai poeti italiani delle origini. F. de Romans (ediz. Zenker, p. 45, v. 11) ha a ragion d'esempio: que mill aitanz soi melh vostre que meus. E nella Epistola d'amore edita dal Napolski, Pons de Capd., p. 109 e dallo Zenker, p. 72: se melhz non soi vostre que meus. Anche nell'Epistola d'amore di Arn. de Maroil, III, 54: cen tans sui vostre melhs que meus. Passiamo ora alla lirica italiana. Nel «Mare Amoroso» (vv. 44-45): Più v'amo, Dea, che non faccio Deo — E son più vostro assai che non son meo. Nella ballata «Donna mercede» (Carducci, n. XXXIV): Po'ch'eo som vostro e no meo. Nell'altra ballata «Doglo d'amor» (Carducci, n. XXXI): La sua piacente cera — M'a sì preso che meo de mi dir non poss'eo. Infine, nella ballata «Po' ch'aviti» (Levi, «Studi med.» IV, n. XII): che sum vostro e no meo.
XVI, 2 mortz a. 5 uaus (con u- scritto su d- espunto) a. 8 e mi a. Il ms. I ha duna, K dun. Ora, il nostro codice dà la buona lezione e poichè la str. II è stata aggiunta di mano di Piero del Nero, che era un diligente lettore, possiamo ammettere che e mi si trovasse nel m. di B. Amoros e che questi avesse bene interpretato X. 11 taignha a. 19 murrai a (scritto su manerai espunto). 20 qieu a. 46 trelailan a. 49 piuan a. 58 nauc a. 66 escocendre a. 67 caniar a. 68 leunhar a. 70 qen a. 72 qel deinhe ueillen grat prendre a (buona lezione, da accogliersi). 81 la a. 82 lan a. 84 la a. 86 pueis a. 87 com a.
Molte varianti di a provengono da cattive letture dei copista di Tarascona, letture, sulle quali il Del Nero, che correggeva con l'originale sott'occhio, è certo passato rapidamente, poichè è inammissibile che il ms. di B. Amoros le avesse; ma, d'altro canto, in parecchi punti il nuovo codice ci offre la lezione esatta, il che non ho trascurato di mettere in evidenza in ogni caso che mi sia parso sicuro.