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De Bartholomaeis, Vincenzo. Poesie provenzali storiche relative all'Italia. Volume primo con ventiquattro silografie. Roma: Tipografia del Senato, 1931

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016,013- Albertet

27–8. Beatrice di Savoia, figlia del conte Tommaso I, sposata a Raimondo-Berengario IV nel dicembre del 1220 (MAS-LATRIE, Trés., col. 1665). 

29. Di Agnesi di Saluzzo ce n’erano due, l’una zia, l’altra sorella del marchese Manfredi III. La prima è probabilmente una di quelle ricordate nel Carroccio di Rambaldo di Vaqueiras (XXVII, notizie 45), ma non può essere quella ricordata da A. de S. Nata poco dopo il 1182, ella andò sposa del giudice di Torres in Sardegna nel 1202. Rimasta vedova, rimpatriò nel 1219 e fondò, nello stesso anno, il monastero di Rifreddo, ove si ritirò. La bolla di fondazione, di Onorio III, è del 4 maggio 1219 (v. PIVANO, Cartario della Abazia di Rifreddo, p. 9; BÖHMER-FICKER, Regesta Imperii, ind. s. v.). Fino al 22 febbraio 1223 ella sottoscrive, negli atti dell’Abbazia, con la formula «vice et nomine monasterii Sanctae Mariae Rivifrigidi». Il 31 marzo dello stesso anno appare con la qualifica esplicita di «rectrix et gubernatrix monasterii» &c. Morí, nello stesso monastero, tra il marzo del 1223 e il gennaio del ’24. In un istrumento del 9 gennaio ’24, infatti, ella non figura piú, e il 31 marzo c’è già un’altra prioressa al suo posto (vedi PIVANO, Cartario cit., pp. 10–3). Esclusa questa Agnese, scomparsa dalla vita mondana prima del 1220, la Agnese di A. de S. non può essere che la nipote di lei, menzionata qui nella forma diminutiva, in uso, probabilmente, in famiglia per distinguerla dalla zia. Ella era figliuola di Bonifazio e di Maria «la Sarda», quella del Carroccio (vedi XXVII, notizie 61). Promessa sposa, nel 1213, ad Amedeo IV di Savoia (vedi MULETTI, Memorie stor.-diplom. di Saluzzo, p. 178; LITTA, Saluzzo, tav. III), non se ne perseguono le tracce, nelle carte, che sino al 1219. Il ricordo di A. de S. ce la mostra un po’ piú in qua di questa data. All’epoca della composizione della poesia doveva trovarsi sui vent’anni, se le nozze de’ suoi genitori avevano avuto luogo nell’agosto del 1202 (XXVII, notizie 61). Nelle carte ella è ricordata con la forma «Agnex» o «Agnes» (vedi MULETTI, loc. cit.) cosí come sua zia. Una «midons Agnesina» è eletta giudice in una tenzone fra il trovadore Rofin e «domna H»; circa la probabile identità di essa con Agnesina di Saluzzo, vedi O. SCHULTZ-GORA, Dichterinnen, p. 14. Si volle ravvisare lei nella «N’Aineseta» eletta da Sordello, secondo alcuni mss., a giudice di una sua tenzone con Guilhem de la Tor (vedi num. XCVII). Ma intorno all’inverisimiglianza di siffatta identificazione, si veda il mio articolo in Studi Romanzi, VII, 306.

31. Beatrice di Monferrato, figlia di Guglielmo IV. Sposò nel 1220 Andrea, delfino di Vienna, che era alle sue terze nozze (v. MAS-LATRIE, Trés., col. 1700; SAVIO, Giorn. Ligust., XX, p. 109 sg.). Il trovadore la dice cugina di Agnesina: tale era, infatti, in terzo grado. 

33–6. Intorno alle due sorelle v. la Treva, LIV.

41. Azalais] Non certamente la moglie di Guglielmo di Massa, come parve al TORRACA (Le donne ital. &c. p. 30), essendoci incompatibilità di date. Adelasia Malaspina, infatti, fu seconda moglie di Guglielmo, sposata dopo il 1213, cioè dopo il divorzio di lui dalla figlia di Guido Guerra (v. il mio Ritmo lucchese, p. 22). Guglielmo essendo morto nel 1215, Adelasia era vedova già da tempo all’epoca della composizione di A. de S. Ella quindi, non solo difficilmente poteva esser ricordata come esempio di donna che menasse vita brillante, ma nemmeno piú come signora di Massa e di Cagliari. La Adelasia del trovadore non può essere che la figliuola di Guglielmo e di Benedetta. Ella andò sposa a Ubaldo Visconti di Pisa, giudice di Gallura, nel 1219. È colei che sposerà in seconde nozze, nel 1238, il diciottenne Enzo, dandogli il titolo di re (vedi TOLA, Dizionario biografico de’ Sardi illustri, II, p. 222 sg.; e anche A. SOLMI, Il titolo regale di Enzo, nella MiscellTassoniana, Bologna-Modena, 1908, p. 41 sgg.). La formula «de Castel e de Massa» risponde a quella di «marchio Massae et iudex Calaritanus», adottata dal nonno Guglielmo, e di «marchisana Massae et iudicissa Calaritana», adottata da Benedetta (cf. TOLA, Cod. DiplomSardiniae, I, pp. 329, 339). «Castello» è qui Cagliari, cosí chiamato ancora antonomasticamente da’ Sardi («casteddu mannu», vale a dire «castel grande»).

49–50. Nell’albero genealogico de’ marchesi Del Carretto (compilato da Q. SELLA, Cod. Ast., I, all. 7, quadro VI), figurano, in quest’epoca, Ottone I ed Enrico II. Nomi di donne non c’è che quello di Agata de’ conti del Genevese, moglie di Enrico II.

 

 

 

 

 

 

 

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