56. Vedi n. XCII.
147. L’AUDIAU (op. cit., p. 161) traduce; «quand lui crée des difficultés». Espressione generica. A me pare si tratti della scomunica, e questa non potrà essere se non quella lanciata dal Papa contro l’Imperatore il 29 settembre del 1227 e ripetuta nel novembre dello stesso anno. La poesia ricorda, e nel tono e nella stessa enumerazione delle accuse contro il Papato, la celebre requisitoria che Federico II mandò in forma di circolare a’ sovrani d’Europa, e che fu letta pubblicamente dappertutto. Non è inverosimile che questa lettera, la quale, fra l’altro, denunciava la perfidia della Chiesa verso il conte di Tolosa, abbia contribuito a infiammare il poeta. V. le mie Osservaz. sulle poesie provenz. relat. a Federico II, cit., p. 109.
174–6. E. LEVY (op. cit., p. 88) scorse in questi versi un’allusione alle stragi di Béziers del 1209, compiute da truppe crociate condotte dall’abate Cisterciense Arnaut Amalric, e riferisce i versi in cui le descrive Guilhem de Tudela, l’autore della prima parte della canzone di gesta relativa alla crociata Albigese, il quale si trovava fra i crociati:
Per so son a Bezers destruit e a mal mis,
Que trastotz los aucisdron: no lor podon far pis.
E totz sels aucizian qu’el mostier se son mis,
Que nols pot gandir crotz, autar ni cruzifis.
E los clercs aucizian li fols ribautz mendics
E femnas e enfans, c’anc no cug us n’ichis!
Dieus recepia las armas, sil platz, en Paradis!
C’anc mais tan fera mort del temps Sarracinis
No cuge que fos faita ni c’om la cossentis.
Il numero delle vittime, secondo le fonti, oscilla tra le venti e le sessantamila.
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