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De Bartholomaeis, Vincenzo. Poesie provenzali storiche relative all'Italia. Volume primo con ventiquattro silografie. Roma: Tipografia del Senato, 1931

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248,079 - Guiraut Riquier

19–25. La discordia col Re di Francia, che era divenuta minaccevole, era quella insorta tra la corte di Castiglia e quelle di Aragona e di Francia, a cagione della usurpazione, da parte dell’Infante don Sancho, delle eredità degli Infanti della Cerda, contro la quale usurpazione si levarono la regina Violante e i due sovrani di Aragona e di Francia. Un’intervista fra’ contendenti a Bayona, nell’estate del 1280, non diede alcun risultato, a cagione degli intrighi di don Sancho. Ciò che solo si poté ottenere fu che nella vertenza intervenisse come paciere Carlo, principe di Taranto, figlio di Carlo I d’Angiò (Carlo il Zoppo): (v. MARIANA, Hist. general de España, tomo I, p. 675). È a quest’ultimo «signore de’ Provenzali» che il trovadore allude a’ vv. 22–4, come a colui dal quale dipendeva omai la decisione, e in cui riponevano le speranze gli amici della pace. Il principe si trovava in quel tempo nella Provenza. G. R. riflette l’ottimismo diffuso nella corte di Castiglia nel dicembre del 1280; ottimismo non confermato però dagli eventi posteriori. 

36. Dopo la disfatta di don Pietro, figlio di re Alfonso, davanti ad Algesiras, nel 1277, si tentò, nel 1279, un attacco al re moro di Granata, profittando dell’occasione che questi aveva assottigliato grandemente le sue finanze con la costruzione dell’Alhambra (MARIANA, op. cit., I, p. 674). 

37. II marchese Guglielmo V di Monferrato trovavasi in Spagna. Fu uno degli ambasciatori di Alfonso al Re d’Aragona, al principio del 1281, per trattare il convegno di Campillo, ove fu stipulata l’alleanza tra le due case (MARIANA, op. cit., p. 676). Il «presente gioioso» ch’egli aveva recato seco in Spagna è quello della figliuola Margherita, sposata all’infante don Giovanni di Castiglia, alcuni mesi dopo, in Burgos (Q. SELLA, Cod. Ast., I, tav. geneal., all. 7, quadro I; MARIANA, op. cit., p. 676). Il presente ch’egli aveva precedentemente ricevuto dalla Spagna era quello di Beatrice figlia di Alfonso, da lui sposata in seconde nozze nel 1272 (cf. n. CLXXVII, note 37-9). 

49–50. Il trovadore, vivente alla corte di re Alfonso, aveva probabilmente avuto sentore dell’esortazione mandatagli da Niccolò III, il 19 febbraio precedente, per mezzo del templare Ponzio di Bruet. «Serenitatem regiam monemus», aveva scritto il Pontefice al Re, «. . . quatenus ipsum [Ponzio] benigne audias et ut efficaciter per redationem dictae discordiae [con Filippo di Francia] vel suspensionem remedio treguae diffusioris exaudias; sic animum praepares, sic omnino disponas quod inter te et Regem eundem pax, vel saltem adeo sit prolixi temporis tregua, quod ad generalis passagii processum et reditum verisimiliter eiusdem temporis intercapendo sufficiat . . .» (RAYNALDI Ann. Eccles., III, p. 511). 

 

 

 

 

 

 

 

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