1. È frequente presso i trovatori il ricordo di personaggi dei romanzi bretoni e delle chansons de geste: cfr. la nota del DE LOLLIS, Vita e poesie di Sord., Halle, 1896, p. 246; E. CNYRIM, Sprichwörter, Marburg, 1888, p. 54 e seg.; BIRCH-HIRSCHFELD, Ueber die den prov. Troubadours des XII u. XIII Jahr. bekannten epischen Stoffe, Halle a-S., 1878. Cfr. anche l’ Onomastique des troubadours, publié d’après les papiers de C. CHABANEAU, par J. ANGLADE, Montpellier, 1916, che mi duole di non aver potuto consultare. Qui il ricordo ha naturalmente un’intenzione comica, come nella nota cobla di Paves ( Anc de Roland ni del pro n’Auliver / no fo auzitz us colps tant engoissos...: cfr. G. BERTONI, I trov. d’It., Modena, 1915, p. 301). - d’ara: cfr. XXII, v. 4; XLIII, v. 1004.
2. Poiché questo scambio di cobbole, come sembra, ha lo stesso schema dello scambio di cobbole tra Aimeric de Peguilhan e Figera (P. C., 217, l a - 10, 9), con cui presenta identità di rime (salvo che nel primo e terzo verso) e notevoli analogie (cfr. l’ Introduzione, p. XX e segg.) — schema d’altra parte assai comune e che ritorna in numerosi altri componimenti (elencati dal MAUS e dal DE LOLLIS: cfr. l’ Introduzione, p. CXLIX) fra i quali il n. XXXV di Sordello —, e in tale schema il secondo verso è un pentasillabo, sarà da accogliere la proposta, avanzata dal De Lollis, di espungere qui e al v. 10 il nuls posto dal ms. prima di homs, che fa del verso un esasillabo. La proposta del De Lollis è stata accolta anche dal DE BARTHOLOMAEIS, dallo SHEPARD e dal CHAMBERS (ed. cit.).
4. engrestara: questa voce, di cui non si ha alcun altro esempio nell’antico prov., è da considerarsi un italianismo, e da riavvicinarsi all’ital. anguistara, inguistara, ingastara o inghestara: cfr. A. TOBLER, Romania, II, p. 240 e seg.; S. W., III, p. 1; C. CHABANEAU, in Revue des langues romanes, XXVII, p. 263, n. 2; BERTONI, I trov. d’It., p. 164. Sulla voce cfr. anche R. E. W., 3700; F. TORRACA, Sul «Pro Sordello» di C. De Lollis, in Giorn. Dant., VI, 1898, p. 428 e segg.; PRATI, Vocabolario etimologico ital., s. anguistara; BATTISTI-ALESSIO, D. E. I., s. anguistara e guastada, nonché naturalmente il vocabolario della Crusca, s. anguistara, inguistara e guastada.
5. Nel ms. il verso risulta ipermetro: è da sopprimere il di posto nel ms. dopo non. La correzione è già nell’ed. del DE LOLLIS, ed è stata accolta anche dal DE BARTHOLOMAEIS, dallo SHEPARD e dal CHAMBERS (ed. cit.), nonché dal BERTONI, I trov. d’It., p. 297. Il Bertoni propone anche, vedendo nel non di del codice un italianismo dovuto a un amanuense (cfr. nonde < non inde), di leggere no·n o no’n; ma ritengo preferibile, col De Lollis, il De Bartholomaeis e l’ed. Shepard-Chambers, leggere non.
6. sel qe·l penchenet. Il DE LOLLIS annota: «Intendi che se Sordello non è rimasto ferito in maniera da far sangue (cfr. v. 8) lo deve al parrucchiere che affondò poco le forbici nella capigliatura di lui»; ma, come ha osservato il LEVY, rec. al vol. del DE LOLLIS, in Zeitschr. f. rom. Phil., XXII, 1898, p. 251, qui penchenar è usato in senso metaforico, e l’espressione allude a colui che dette a Sordello il colpo sui capelli (cfr. v. 3). Per penchenar cfr. S. W., VI, p. 203, 1 (ove è citato questo passo), e la nota del De Lollis.
7-8. Sotto apparenza di lodarlo, Aimeric accusa velatamente Sordello di essere un vile. – no·i a sanc. Il DE LOLLIS corregge l’e del ms. in [v]e, e con lui sta il DE BARTHOLOMAEIS; ma ritengo preferibile l’emendamento proposto dal TOBLER, Romania, II, p. 241, e accolto anche dal LEVY, dallo SCHULTZ-GORA e dal BERTONI (ibid., p. 297), paleograficamente assai più giustificabile (probabilmente l’e è — come pensa il Bertoni — un italianismo dovuto al copista).
9. persona: per la perifrasi mediante il sost. persona cfr. L. R., IV, p. 253; F. DIEZ, Gramm.,Bonn, 1882, p. 810; F. TORRACA,Vermischte Beiträge, I, p. 29; S. W., VI, p. 27. Lo SHEPARD e il CHAMBERS traducono «nature, character».
13. pez de mort: la frase ricorre anche nell’ enoi del Monaco di Montaudo, v. 62 e·m fai piegz de mort. Per pez cfr. peg al v. 1013 dell’ Ensenhamen (XLIII).
15. clop e ranc: le due parole sono spesso unite: cfr. gli esempi raccolti dal DE LOLLIS nella sua nota. Si tratta di una delle consuete coppie di sinonimi. Sull’importanza e sull’estensione delle «iterazioni sinonimiche» cfr. la copiosa bibliografia citata da S. PELLEGRINI nello studio Iterazioni sinonimiche nella Canzone di Rolando, negli Studi mediolatini e volgari, I, 1953, p. 155 e segg. Per clop cfr. L. R., II, p. 412; per ranc cfr. L. R., V, p. 39; S. W., VII, p. 22.
16. aitans: aitan coi numerali è considerato come un sostantivo e declinato, al pari di tan: cfr. XI, v. 25 e la nota relativa. - dis...: il verso manca di due sillabe, e probabilmente la lacuna (non segnata nel ms.) cade dopo dis. Lo SHEPARD e ilCHAMBERS annotano: «The meaning is so doubtful that no emendation is possible». A me sembra che Sordello qui voglia accusare Aimeric — come pensa il DE BARTHOLOMAEIS — di voler fare il galante nonostante che fosse in età assai avanzata. |