6.
de la galta: seguendo il MUSSAFIA,
Zur Kritik und Interpretation rom. Texte, in
Sitzungsberichte der Kais. Akademie der Wissenschaften di Vienna, Phil.-Hist. Klasse, CXXXIV, 1895, p. 1, che ha voluto con questa correzione (accolta anche dallo SCHULTZ-GORA, rec. al vol. del DE LOLLIS, in
Zeitschr. f. rom. Phil., XXI, 1897, p. 245 e dal BERTONI,
I trov. d’It., Modena, 1915, p. 297, nonché dal DE BARTHOLOMAEIS,
Poesie prov. stor., Roma, 1931), eliminare la cesura epica, di cui questo era l’unico caso nelle poesie di Sordello, sopprimo il
Qa posto dal ms. all’inizio del verso, che il DE LOLLIS preferisce invece mantenere, emendandolo naturalmente in
Qe. Occorre però osservare (cfr. l’
Introduzione, p. CLVII) che qualche raro caso di cesura epica compare nella lirica trobadorica, anche presso trovatori di origine provenzale. Si sarebbe potuto eliminare la cesura epica anche sopprimendo
en; ma tale soppressione è forse meno conveniente, in quanto l’
en pleonastico (per cui cfr. F. DIEZ,
Gramm., Bonn, 1882, p. 808, e A. STIMMING,
Bertran de Born, Halle, 1879, p. 238, n. al v. 37 del n. 4) è usato anche nel verso precedente, in una espressione che sembra trovar corrispondenza in quella di cui ci occupiamo (benché, tuttavia, non si possa eliminare del tutto l’ipotesi che l’
en del v. 6 sia stato introdotto dal copista per influenza del v. 5). Per la omissione del
que cfr. v. 3.
- galta: la forma provenzale corrente è, come è noto,
gauta (per cui cfr.
L. R., III, p. 446;
S. W., IV, p. 87, 1). Il DE LOLLIS (
Vita e poesie di Sord., Halle, 1896, p. 248) inclina a considerare
galta un italianismo; ma ciò è tutt’altro che sicuro, come riconosce anche il BERTONI,
I trov. d’It., p. 164. Cfr.
p. CLXXVIII. Sulla voce cfr. anche il
R. E. W., 3706 a.
8. mezinar: l’infinito sostantivato soggetto di proporzione, quando non è preceduto dall’articolo, può anche esser privo della -s caratteristica del caso retto: cfr. STIMMING, Bertran de Born, p. 231, n. al v. 19 del n. 2; cfr. O. SCHULTZ-GORA, Altprov. Elementarbuch, Heidelberg, 1936, § 185. Il DE BARTHOLOMAEIS, ibid., legge invece mezinars.