1. salut et amistaz: è la formula di saluto con la quale incominciava il salutz, che da essa appunto prendeva il nome. I due sostantivi salutz e amistatz si trovano uniti assai frequentemente presso i trovatori: cfr. gli esempi citati dal DE LOLLIS.
3-4. Seguo la proposta del LEVY, rec. al vol. del DE LOLLIS, in Zeitschr. f. rom. Phil., XXII,1898, p. 257, e pongo una virgola dopo sel e dopo galiador, mutando in qe il car del v. 4, per non lasciare sospeso il sel. Il DE LOLLIS invece mantiene il car del ms., ponendo un punto e virgola dopo galiador, ma ne risulta una costruzione tutt’altro che convincente (cfr. anche APPEL, rec. al vol. del DE LOLLIS, in Literaturblatt f. germ. u. rom. Phil., XIX, 1898, col. 231, il quale formula l’ipotesi che la lirica sia un frammento di un componimento più vasto e che il sel vada riferito a versi precedenti, ora perduti; ma tale ipotesi a me sembra difficilmente accettabile, poiché questa cobla, che comincia con la formula con cui si iniziava usualmente il salutz ha tutta l’apparenza di essere l’inizio del componimento). - ses cor galiador: cfr. la nota al v. 18 della canz. IX. L’espressione ricorre anche nel salut del Buvalelli. - vostre hom es et a vos: ho tolto liz, seguendo il suggerimento del NAETEBUS, rec. al vol. del DE LOLLIS, in Archiv f. das Studium d. n. Spr. u. Lit., XCVIII, 1897, p. 206, per eliminare l’ipermetria che presenta il verso nel ms., se si rende con et la nota tironiana 7 del codice. Si potrebbe però anche porre e in luogo di et, ammettendo la sinalefe tra e ed a: soluzione a cui forse pensava il De Lollis (cfr. p. 144, ove il passo è elencato tra i casi di sinalefe), benché il fatto che egli renda 7 con & riveli che su questo punto gli rimanevano molte incertezze. Il LEVY, ibid., propone di leggere Que vostre hom liges a vos s’es donatz. - donatz: pongo dopo questa parola un punto, seguendo il LEVY, ibid. Tutte queste espressioni tolte dal linguaggio feudale erano usuali nel salut: cfr. la nota del De Lollis.
5. Vos qer merceis: il LEVY, ibid., propone di leggere invece Merceis vos qer. - qomandar li dignas: dignas può essere, come pensa il DE LOLLIS ( Vita e poesie di Sord., Halle, 1896, p. 293) un indicativo usato in luogo del congiuntivo (fenomeno che si trova, benché raramente anche presso i trovatori dell’età classica, secondo lo CHABANEAU: cfr. n. 647 a p. CLXXVIII) — e in tal caso occorre ammettere che sia sottinteso il que (cfr. XVI, v. 27) — oppure, come pensa il NAETEBUS, rec. al vol. del DE LOLLIS, p. 206, un imperativo. In quest’ultimo caso occorre mettere punto e virgola oppure punto dopo merceis: cfr. NAETEBUS, ibid., e SCHULTZ-GORA, rec. al vol. del DE LOLLIS, in Zeitschr. f. rom. Phil., XXI, 1897, p. 255. Inclinerei alla prima interpretazione, per analogia coi v. 11-12.
8. soblei: = soplei. Il LEVY (ibid.) vorrebbe anzi abbandonare la lezione del ms. e leggere senz’altro soplei.
9. vostra[s]: emendamento proposto dal NAETEBUS, rec. al vol. del DE LOLLIS. Il De Lollis ha vostra.
10. beutaz: il NAETEBUS, per regolarizzare la struttura di questa cobla e riportarla allo schema di quella che precede, propone di sostituire a beutaz una parola terminante in -or. L’APPEL, rec. al vol. del DE LOLLIS, col. 231, accettando la tesi del Naetebus, pensa che tale parola possa essere valor.
11. servidor: la parola ricorre, in una frase assai simile, e in rima, anche nel salut del Buvalelli, v. 8 que·m penria per servidor (ed. G. BERTONI, I trov. d’It., Modena, 1915, p. 238).
12. domnegatz: nel senso di «vassallo». Sulla voce cfr. S. W., II, p. 274 (s. domenjat). Ma si resta in dubbio se non si debba leggere invece, come propone il NAETEBUS, rec. al vol. del DE LOLLIS, p. 206, vostr’ endomnegatz; e in realtà si tratta di una correzione assai semplice, perché è assai facile ammettere che il copista abbia dimenticato di porre sul primo e il trattino indicante la nasale. - Dopo questo verso, sempre ritenendo che questa cobla avesse originariamente una struttura metrica identica a quella della prima, il NAETEBUS pensa che siano caduti due versi.
14. clartas: il nome è al plurale, come sempre accade quando è plurale il sostantivo a cui si riferisce clartatz: cfr. L. R., II, p. 403, e la nota del DE LOLLIS. |