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Boni, Marco. Sordello, Le poesie. Nuova edizione critica con studio introduttivo, traduzioni, note e glossario. Bologna: Palmaverde, 1954.

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3. es bos: per esser bos (bo), «gefallen», cfr. S. W., I. p. 154.
 
4. metre: nel senso di «spendere»: cfr. L. R., IV, p. 221 e S. W., V, p. 268, 3. L’elogio della liberalità è, come è noto, comunissimo nella lirica trobadorica, e ritorna varie volte anche in Sordello.
 
7. pro non te: per tener pro cfr. XXXIX, v. 3.
 
9. sobras: lo JEANROY, Poésies provençales inédites d’après les manuscrits de Paris, in Annales du Midi, XVII, 1905, traduce «excès»; comunem. sobrans significa «arrogance», «orgueil», «Dünkel», «Hochmuth»: cfr. L. R., V, p. 245; S. W., VII, p. 690; E. LEVY, Petit dict., Heidelberg, 1923.
 
15. Il verso nel ms. è mancante di una sillaba; per renderlo regolare occorre leggeremezura, come propone lo JEANROY (ibid.), ammettendo lo iato tra mezura e ap. Per l’elogio della mesura cfr. l’Introduzione, p. CXXVIII.
 
17. Si noti il gioco di parole tra pretz sostantivo e pretz voce verbale.
 
19. sobrefre: può essere considerato un sostantivo, e tale lo ritiene anche il L. R., III, p. 395, citando questo passo, che è tradotto: «qu’il sache mettre surfrein en son affaire». Ma di tale sostantivo questo sarebbe l’unico esempio, e resta qualche dubbio. Si potrebbe anche leggere sobre fre, ponendo però menar al posto di metre: correzione che anche lo JEANROY, pur leggendo sobrefe, dichiara accettabile in una nota della sua edizione (p. 488), ricordando a confronto il v. 321 dell’Ensenhamen (XLIII). Il S. W., VII, p. 709 cita questo passo leggendo sobrefe, e citando la nota dello Jeanroy, senza nulla aggiungervi.

 

 

 

 

 

 

 

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