2. non li plassa: la consueta omissione del que (cfr. XVI, v. 26).
4. Il verso non è del tutto chiaro. Il MUSSAFIA, Zur Kritik und Interpretation rom. Texte, in Sitzungsberichte der Kais. Akademie der Wissenschaften di Vienna, Phil.-Hist. Klasse, CXXXIV, 1895, p. 3, propone di intendere: «ich will mich in der Mitte halten, d. h. nicht zu Hause bleiben und nicht ins heilige Lande ziehen, sondern nur eine Strecke Weges die Kreuzfahrer begleiten»; ma avverte che anche tale interpretazione gli sembra dubbia, e vi appone un punto interrogativo. Il BERTONI, I trov. d’It., Modena, 1915, p. 298, pensa che qui Sordello non esprima punto il proposito di fare una parte del viaggio verso la Terra Santa: «Sordello non vuol muoversi; ma dichiara che, se non avesse paura del mare, accompagnerebbe i Crociati. Sta dunque “nel mezzo”, fra una opinione e l’altra». E forse l’interpretazione del Bertoni è preferibile. - Anche Guilhem Figueira afferma di voler recarsi in Terra Santa, ma di non potere: Per qu’ai de passar mar talen / s’o pogues far adrechamen (ed. E. LEVY, Berlin, 1880, p. 32).
6. Il DE LOLLIS corregge in Deu il Deus del ms., e vorrebbe tradurre penses con «penserei» (senza peraltro dire come vorrebbe intendere tutto il passo). Ma la lezione del ms. — come osservano concordemente il MUSSAFIA, ibid., lo SCHULTZ-GORA, rec. al vol. del DE LOLLIS, in Zeitschr. f. rom. Phil., XXI, 1897, p. 251, e lo JEANROY, rec. al vol. del DE LOLLIS, in Revue critique d’hist. et de littérat., XLII,1896, p. 285 — va senza dubbio mantenuta. Certo anche questo verso non è del tutto chiaro; e soprattutto non è chiara la sua connessione coi versi che precedono e seguono. Il Mussafia traduce: «und Gott möge für Rettung der Seelen sorgen».
10. si tot ... nuiriz: a proposito di questa frase il BERTONI, ibid., p. 299, osserva acutamente: «Vi si deve nascondere un’allusione ad amar, ricavato, per via di bisticcio, da la mar del v. precedente». Il giuoco di parole va completamente perduto nella traduzione, nella quale la frase risulta necessariamente oscura. Il giuoco di parole l’amar-la mar ricorre anche nella canz. II, v. 20.
11. per esfortz...: per il per usato in senso concessivo cfr. F. DIEZ, Gramm., Bonn, 1882, p. 1028; A. TOBLER, Verm. Beitr., Leipzig, 1886, II, p. 23 e segg.
15. per re, zo·m pes: seguo l’interpunzione del MUSSAFIA, Zur Kritik, p. 3, che ha avuto l’approvazione anche dello SCHULTZ-GORA, dello JEANROY e del BERTONI ( ibid.), e che è certamente l’interpunzione esatta. Il DE LOLLIS pone invece la virgola dopo passar. La frase riempitiva zo·m pes ricorre anche nell’ Ensenhamen (XLIII), v. 803.
16 e segg. Per questi versi cfr. l’ Introduzione, p. LXXIX; per i v. 20-21 in particolare cfr. la nota 312. Circa la posizione di d’Alamanon cfr. XV, v. 62-63 e la nota relativa.
22. L’APPEL, rec. al vol. del DE LOLLIS, in Literaturblatt f. germ. u. rom. Phil., XIX, 1898, col. 229, ritiene, contrariamente a quanto osserva il DE LOLLIS (Vita e poesie di Sord., Halle, 1896, p. 270) — il quale rimanda al DIEZ, Gramm., p. 927 — che non sia sufficiente l’infinito semplice dopo non aver poder ni talen, e pensa che il verso debba essere corretto, proponendo di mutare passar in d’anar.
24. spaven. Per questa forma cfr. l’ Introduzione, p. CLXXVI. Il NAETEBUS, rec. al vol. del DE LOLLIS, in Archiv f. das St. d. n. Spr. u. Lit., XCVIII, 1897, p. 206, e lo JEANROY, rec. al vol. del DE LOLLIS, p. 285, vorrebbero restituire a spaven il normale e prostetico, e propongono di leggere, il primo, tan mi fai mortz paor et espaven, e il secondo, con correzioni di maggior rilievo, que de paor m’auci e d’espaven.
26. part: nel senso di «contro» (cfr. S. W., VI, p. 93, 15).
27. perdemen: accolgo l’emendamento proposto dallo SCHULTZ-GORA e dallo JEANROY, che è stato accolto anche dal BERTONI, e che mi sembra indispensabile, perché salvamen non dà un senso soddisfacente. |