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Longobardi, Monica. I vers del trovatore Guiraut Riquier. "Studi Mediolatini e Volgari", 29 (1982-1983), pp. 17-163.

248,068- Guiraut Riquier

1. Qui = si quis, cfr. HENRICHSEN, p. 61 e per l'intero periodo, p. 149.
 
2. desgrazitz - ANGLADE, p. 157 « que je n'aurais plus de plaisir à louer... » interiorizza il problema, facendone un motivo di delusione personale: MILÁ Y FONTANALS, p. 204 « que fueran poco apreciadas mis alabanzas del rey... » sposta il problema all'esterno, identificandolo con una risposta di pubblico negativa nei confronti dei canti di lode rivolti ad Alfonso. Questa interpretazione trova conferma nei versi immediatamente successivi dove si accenna al biasimo generale rivolto al re (« qu'er es tant vil tengutz sai / e blasmatz ») rispetto ad una situazione precedente, più fortunata per re e poeta, in cui la lode di Riquier doveva invece essere grazitz (« qu'om me sol lauzar mos chans », v. 15).
 
9. Il progetto di abbandonare il canto, qui attutito da quel ab pauc, si ripresenta con maggior fermezza nel vers seguente (« de mon chantar e d'elh penrai comjat », XI, 40) in un contesto rivendicativo ben più battagliero.
 
10. l'aus R - tale forma è attestata per la 2ª pers. dell'indic. (cfr. PELLEGRINI, p. 251) ma non per la prima, per cui si trova aug e auch (cfr. PELLEGRINI, ib. e CRESCINI, p. 358). Che sia inteso come 'tu generico ' o non piuttosto evocato per fraintendimento da aus < ausar del v. 7?
 
12-13. La largitas di Alfonso, soprattutto volta a guadagnarsi partigiani fra gli stranieri (ANGLADE, p. 71), era ben conosciuta, così come la sua scarsa propensione per la guerra era confermata proprio in quell'anno dalla ingloriosa tregua firmata col re dei ribelli dei Beni Merinos e di Granada (ANGLADE, p. 157).
 
16. per elh - come già MILÁ Y FONTANALS, p. 204 anche RIQUER, p. 1622 « mis cantos dedicados a él ». Non è escluso però, a parer mio, che per elh sia da intendere anche come ' grazie a lui ', dietro la fortuna e il buon nome del quale prosperava anche il poeta di corte.
PFAFF « m'er abelhitz » contro la testimonianza di entrambi i manoscritti.
 
18. Cfr. vers XI, 46-9 « No suy acordans, / bos reys, qu'ieu mos chans lans / vas lunh autre rey » (= dreg alhors).
 
19. PFAFF « mal aveyra » e in nota « Rayn. mala veyra; vielleicht ist avenra f. aveyra zu lesen ». M. RAYNOUARD, Choix des poésies originales des troubadours, Paris, 1816-1821, IV, p. 387, suggeriva la giusta interpretazione, che però PFAFF non raccoglie, offrendone dubbiosamente una errata. Mala veyra: la allusione è diretta alla usurpazione dei diritti di successione spettanti ai figli del primogenito di Alfonso, Fernando de la Cerda, (morto nell'agosto 1275) ad opera del figlio minore di Alfonso, Don Sancho; per particolari, cfr. ANGLADE, p. 155 ss.
 
30. creysser de - la costruzione è, come al vers III, 19-20 « creyssen / del sieu », con la preposizione partitiva.
 
33. dos tans - variante del più comune per un dos, per cui cfr. V, 33, nota.
 
36. desenans - W. ROTHWELL, Remarques sur la préfixation négative en ancien provençal, « Actes » 1971, II, 443-451, individua nello sviluppo del prefisso de(z) nel sistema verbale una delle divergenze fondamentali fra il sistema di prefissazione negativa latino e provenzale.
 
39. esferzitz - (PD, 146; RAYN. III, 409; SW II, 489) significa ' spaventato, sbigottito '; cfr. PFAFF, p. 135, 209-10 « Penedens, vergonhos, Esferzitz, temeros ». L'aggettivo, sebbene più intensamente marcato, richiama l'esvarratz del vers III, 58: comune il contesto di reticenza (« mos ditz sera pro bastans » v. 37) ma più pressante in questo vers il timore di compromettere la propria posizione (« mas de l'als dir ai temor » v. 43), accompagnato dalla sfiducia nel proprio destino (« No suy astrucx de senhor » v. 51).
 
42. Più che qui, « l'écho d'une brouille entre le roi et le troubadour » (ANGLADE, p. 158) si avverte nel vers seguente; in questa frase si avverte soprattutto il cautelarsi del poeta verso una possibile reazione non proprio ' amichevole ' del re, ai suoi consigli.
 
43. paor R - il contesto, così prudente e guardingo, consente al massimo l'esitazione timorosa, e non una confessione troppo scoperta e accorata. Temor di C, inoltre, se messo in relazione con esferzitz del v. 39, ricostituisce quella coppia già ' collaudata ' nelle Novas del 1269, cfr. v. 39, nota.
 
45. per son dreg dever a far - il fenomeno dell'inserimento dell'ulteriore preposizione a, immediatamente davanti all'infinito retto da prep. è stato recentemente interpretato come un fatto eminentemente ritmico, servendo tale prep. ad evitare due sillabe toniche successive cfr. K. P. LINDER, «Per lo castel a recobrar», un emploi particulier de la préposition a, « Actes » 1971, II, 385-392.
 
50. Per la consecutio cfr. MEYER-LÜBKE, III, par. 680 « ital.: non so se morisse oppur viva; prov.: non cuig que per mal o disses »; cfr. anche XV, 12-13 e 26.
 
51-52. Cfr. canso XXII, 47 ss. (MÖLK, p. 101) « Mas per ma vida gandir Ad honor, un ne volria... E d'elh no·m calgues partir Quar totz temps lo serviria ».

 

 

 

 

 

 

 

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