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Del Monte, Alberto. Peire d'Alvernha, Liriche. Torino: Loescher-Chiantore, 1955.

323,018- Peire d'Alvernha

3. RAYNOUARD, Lex., s. v. cuidaire; «quand le presomptueux se donne l’air avantageux» o «quand la sentinelle s’apprête»; ma cfr. SW, s. v. cridador. APPEL e ZENKER intendono: quan s’ aizin a·l cuidaire; ma il primo traduce: der etwas zu thun gedenkt, aber mit der Ausführung säumat, e quindi: denn wenn der Planemacher seine Musse hat; il secondo invece interpreta: wenn der Uebermütige seine Musse hat. Ora, le ragioni addotte dallo Zenker per attribuire a cuid- aire, - ador, il significato di «presuntuoso» e non di «colui che pensa a qualche cosa» non sono valide (cfr. anche LEVY, Pet. Dict., s. v. cuidador), mentre si ottiene un senso compiuto solo se s’intende aizina come voce del verbo aizinar. S’intenda: non basta pensare a qualche cosa, ma occorre provarcisi per dimostrare la propria buona volontà; e questo anche in imminenza della morte, quando potrebbe ormai sembrar troppo tardi.
 
4. es larcs de: dimostra la ecc.
 
5-6. Eccezionalmente non s’applica l’elisione, per ragioni di chiarezza nel primo, e di eufonia nel secondo verso.
 
6. aguaitz: la morte.
 
7. muzaire: uno che perde tempo ed è quindi in ritardo.
 
8. contr’aso: cioè: contro l’essere in ritardo.
 
13. Una rigorosa obbedienza allo stemma indicherebbe requitz, comune ad aCT, come lezione preferibile, ma paleograficamente è facilissimo il trapasso di r in t, laddove tequitz è lectio difficilior ed evita la ripetizione della parola in rima col v. 54. Cfr. nota a XVI, 20.
 
14. Si può anche adottare la lez. di a: ab vaire.
 
19. descauzitz: SCHUTLZ-GORA (Lit.-Blatt, 23, 76): unklug.
 
21. oltracujat vejaire: il credersi incapace di risorgere, ormai perduto, la disperazione.
 
22-25. APPEL pone punto dopo il v. 21 e punto interrogativo dopo il v. 25; ma non si comprende in qual modo possano interpretarsi questi versi con simile interpunzione. ZENKER, avendo messo punto dopo il v. 21 e due punti dopo il v. 24, sottintende, dopo di questo, un « so sage ich ».
miraire: contemplatore; cfr. LEVY, Pet. Dict., s. v. mirador.
 
25-26. on... on...: cfr. LEVY, s. v. mais. 27. ZENKER: mais falhitz ( ?).
a sos ops: al suo profitto; cfr. LEVY, s. v. ops.
 
29 ss. Strofa d’ardua interpretazione. APPEL: Mas si·n sabi’a dieus, ver! = Wenn Gott daher Gefallen käme, wahrlich...: ma rimane dubbioso. LOWINSKJ (Zum geistl. Kunstliede, p. 171): Mas si·n sabja dieus lo ver = Aber Gott möge doch die Wahrheit hierüber erfahren. ZENKER: Mas si·n sabia dieus mover, be sai = Aber wenn Gott es wollte (?), dass weiss ich wohl. Ma è perspicuo che nessuna di queste proposte è accettabile, tanto più che gli editori non si sono preoccupati della coerenza di questo passo nel contesto della poesia.
compaire: è lez. di V; non confraire, quale a parere dei precedenti editori.
 
31. enquistaire: cfr. LEVY, Pet. Dict., s. v.; ZENKER: Werber; SCHULTZ-GORA: enquistaire de joven.
joven: cfr. nota a IX, 3.
 
32-33. Si potrebbe anche intendere: sil rics... fan vis esbauditz = quel potente (cioè: l’Amore)... fa gli sguardi gioiosi.
 
32. ZENKER: si·l ric = wenn die Vornehmen.
 
34. Cfr. MARCABRU, ed. Dejeanne, 19, 49: Per que·l segles deven mestitz.
 
35. contra·l braire: cioè rispetto alle parole, alle proteste dei seguaci dell’amore.
 
36. Si può anche adottare la lez. di a: Mentre chascus.
 
37. Si preferisce la lez. di a, perchè dieus appare più coerente che non reys insieme a salvaire.
 
38. APPEL e ZENKER adottano la lez. di CER.
 
41. ZENKER, seguendo l’APPEL: fer ses colps [SCHULTZ-GORA: ses (= sens) colp], interpretando: vv. 40-41, den grösserer Dank wird dem zu teil, der zuschlägt, bevor ihn ein Hieb getroffen hat, als dem, der erst schlagt, nachdem er selbst getroffen wurde, cioè della morte. Ma non persuade. S’intenda: poiché chi accusa se stesso merita da Dio grazia più che castigo, perciò io, che m’accuso, ecc.
 
44. APPEL e ZENKER: per qu’ieu; ma è lez. isolata di ET.
 
45. APPEL: que hom non es reguardaire. Ma es dieu (a deu V lieu) reguardaire è lezione imposta dallo stemma.
 
49. ZENKER, seguendo l’APPEL: non cug que ja pueis s’esclaire (ma è lez. isolata di CR) = so glaube ich nicht, dass er sich ihm noch später aufhellen wird.
s’esclaire: si rallegra; cfr. LEVY, Pet. Dict., s. v.
 
50. APPEL: Amors, be·m degratz (ma degra è lez. comune a V e a) voler = wohl solltest du mich (besitzen) wollen; ma non ha alcun senso. ZENKER, riprendendo un’ipotesi dell’Appel: be·us degra doler = Liebe, wohl hättet Ihr Grund, gekränkt zu sein [ma nella traduzione: wohlgessint solltet Ihr mir sein (!)]; e Appel, nel recensirlo (Deutsche Literaturzeitg., 1901, 2964): und Euch, Amor, sollte es wohl leid sein. Ma si può mantenere la lezione indicata dalla tradizione manoscritta, intendendo: ben meriterei di soffrire se... perché...
 
51. enginhaire: cfr. LEVY, Pet. Dict., s. v. enginhador. ZENKER: Werkmeister.
 
56. È Raimondo V di Tolosa. Cfr. ZENKER, p. 31.
de bon aire: cfr. nota a I, 21.
 
59. milais: desisto; cfr. LEVY, Pet. Dict., s. v.
 
60. ZENKER: m’ agrad’ er; ma magrada è lez. comune a V e a.
tener: andare; cfr. LEVY, Pet. Dict., s. v.
 
61. Si può adottare anche la lez. di a.
 
62. APPEL: huey (ma e è lez. comune a Va) mais. ZENKER adotta la lezione di V.
 
67. APPEL: no, dieus, for’ enquer partitz; SCHULTZ-GORA: no m’en (ma deus è lez. comune ad a ed ET) for’ enquer partitz.

 

 

 

 

 

 

 

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