1. Francx reys: così Guiraut Riquier si rivolge ad Alfonso X di Castiglia, v. 99 della Supplicatio, ed. BERTOLUCCI, La supplica; cfr. anche Peire Vidal, ed. AVALLE, XIV, v. 2; APPEL, Prov. Chrest. 6. 72, 120, 131, 135. Il reys frances è Filippo il Bello. Per l’occasione del componimento si veda l’ Introduzione, 1.3.
2. una: cfr. IV nota 32; V v. 15.
3. leones: per ovvie ragioni storiche non può trattarsi dei leonesi, come vorrebbe W.M. WIACEK, Lexique des noms géographiques et ethniques dans les poésies des troubadours des XII el XIII siècles, Paris 1968, p. 125 (con il solo es. di Johan Esteve). Già AZAÏS vi aveva riconosciuto gli abitanti di Lione, la cui forma attestata nella lirica provenzale è Leun. È probabile che Johan Esteve abbia voluto così indicare le popolazioni meridionali soggette al dominio del re di Francia. Si noti che l’istituzione del siniscalcato a Lione risale soltanto al 1310, tuttavia già da tempo la corona esercitava il suo potere sopra la signoria ecdesiastica della città. Sui possedimenti di Filippo il Bello si veda E. BOUTARIC, La France sous Philippe le Bel, Paris 1861.
5. fontaina: cfr. C. STÖSSEL, Die Bilder und Vergleiche der altprovenzalischen Lyrik nach Form und Inhalt untersucht, Marburg 1886, pp. 19-20.
6-7. Guillem... de Lodeva: consueto stacco sintagmatico, cfr. IV vv. 72-3; V vv. 61-2; VII vv. 46-7.
8. Il prigioniero caduto nelle mani dei nemici poteva riacquistare la libertà dietro pagamento di un riscatto. In questo caso è il re di Francia che deve assumersi l’onere di riscattare Guglielmo di Lodève. Circa le liberazioni in massa R. MENÉNDEZ PIDAL, La España del Cid, Madrid 1947, I, p. 447, nota che «esta caridad, redentora de cautivos en gran número, se practicaba en el Islam mucho antes que entre los cristianos se crease la Orden de la Merced con igual propósito». Si veda anche RIQUER, Los trovadores, p. 1602 nota 8.
12. senhers: nominativo sigmatico (qui in funzione di vocativo) accettato dalle Leys, ed. ANGLADE, III p. 84; cfr. anche JENSEN, Declension, p. 69.
13-14. gens... trahiro: l’uso del sostantivo singolare collettivo con verbo plurale è previsto (ma riprovato) dalle Leys, ed. ANGLADE, III p. 45. Cfr. anche DIEZ, Grammaire, III p. 273; AGENO, Il verbo, pp. 174-5.
15. Judas: per la frequenza di questa antonomasia cfr. F.M. CHAMBERS, Proper names in the lyrics of the troubadours, Chapel Hill 1971, p. 162.
— Dieus: si noti l’irregolarità flessionale.
16. Per si tot con l’indicativo cfr. A.J. HENRICHSEN, Du latin à l‘ancien occitan: la proposition concessive, in «Mélanges de philologie romane dédiés à la mémoire de Jean Boutière», Liège 1971, I, pp. 295-304, in particolare p. 301.
17. rey: si noti l’irregolarità flessionale. AZAÏS emenda ristabilendo -s.
18. Ristabilisco l’ordine delle parole rispetto a que creus tanha del ms. e degli editori, che mi pare insoddisfacente.
19. que Dieus contranha: cfr. Bernart de Ventadorn, ed. APPEL, XIX, v. 42 lauzengers, cui Deus contranha, e la nota. Per contranher cfr. PD p. 94. Sul congiuntivo ottativo cfr. SCHULTZ-GORA, Altprov. Elem. par. 189; Leys, ed. ANGLADE, III p. 167. que va considerato pronome relativo e non congiunzione (cfr. anche Gavaudan, ed. GUIDA, p. 151).
— mesqui: compare per la prima volta nella lirica provenzale con Guglielmo IX, Pos de chantar m’es pres talenz v. 20, su cui si veda la nota dell’ed. PASERO, p. 288, con bibliografia (e particolarmente G. GOUGENHEIM, Meschine «Le moyen age» LXIX (1963) pp. 359-64). Attestazioni posteriori mostrano il termine connotato negativamente, cfr. Ademar de Rocaficha, No·m lau de midons ni d’amor, ed. APPEL, Provenzalische Inedita, p. 6 v. 29 tant es d’avol cor e mesqui; Guiraut de Bornelh, ed. KOLSEN, LIX, v. 13 c’ardis lo crois sordeiors e mesquis («elend, verächtlich»); Peire Cardenal, ed. LAVAUD, LII, v. 4.
25. vos: manca nel testo RIQUER, ma è sicuramente un refuso.
26. de: ‘nei riguardi di’.
27. jornal: SW IV p. 273 n. 5 «Tagelohn».
27-8. Versi citati, come proverbio, da CNYRIM, Sprichwörter, p. 28 n. 132.
28. servir significa qui ‘meritare’, cfr. SW VII p. 620 n. 11 e il francese deservir (anche ant. fiorentino servire ‘meritare’).
34. lay: nelle mani dei carcerieri. lay va con remanha e non con val, come mostrano di ritenere Raynouard e Mahn ponendo virgola prima di crey.
— Normale l’ellissi di que dopo verbi esprimenti un pensiero o un desiderio, cfr. V nota 4.
38. per que: introduce una proposizione finale, cfr. DIEZ, Grammaire, III p. 325; MEYER-LÜBKE, Grammaire, III par. 591.
43. breumen: non «en un mot» (AZAÏS, p. 77) o «en pocas palabras» (RIQUER, Los trovadores p. 1604), ma ‘prontamente, senza perder tempo’; cfr. Raimon Gaucelm de Bezers, ed. AZAÏS, VIII, v. 17 Ar fora temps qu’om se crozes breumens; Bemard d’Auriac, ed. PARDUCCI, II, v. 27 que a·n Guillem dono breumen enfan.
44. L’integrazione è già nello Choix. |