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De Bartholomaeis, Vincenzo. Poesie provenzali storiche relative all'Italia. Volume primo con ventiquattro silografie. Roma: Tipografia del Senato, 1931

[CdT en procés d'incorporació]

236,012=437,038- Guilhem de la Tor

26. I trovadori adducono spesso Andrea di Francia come esempio di amante morto per la sua donna. Le testimonianze son raccolte dal RAYNOUARD, Choix, II, pp. 299, 201; P. MEYER, Les derniers troubad., p. 475. Ma osserva il DE LOLLIS (p. 275) come da esse testimonianze si rilevi che Andrea di Francia morí consunto d’amore per la regina, non suicida, secondo che potrebbe far intendere l’espressione di G. de la T.

62–3. «Vizalaina» è la forma provenzale per «Vidaliana», che, a sua volta, è la forma antica di «Viadana», presso Guastalla. Adelasia era della famiglia dei Cavalcabò, signori di Viadana (v. num. LIV, nota 10-11).

68. Come ho detto nelle note al testo, si contendono l’onore della nomina a giudice della questione, una «Agnesetta» e «Na Conja» (o «Na Coniza»). In questa seconda non può ravvisarsi che Cunizza da Romano. Tale fu l’opinione del CAVEDONI (Ricerche, p. 33), di O. SCHULTZ (Dichterinnen, p. 15 nota), del CANELLO (Fiorita, p. 174–5) e del RESTORI (Per un sirventese di G. de la Tor, p. 11). Il DE LOLLIS (p. 275) sostiene la lezione «Agneseta», principalmente per ciò che, di regola, «quando in un dato passo i mss. piú antichi dànno il nome di una persona i cui rapporti col poeta non offrono nulla di speciale, e i posteriori dànno invece il nome di altra notoriamente in relazione col poeta stesso, è lecito concludere che il nome della seconda fu sostituito a quello della prima». Buon argomento, senza dubbio, ma di ordine puramente logico e generico. Esso potrebbe avere un certo valore nel caso nostro sol quando la Agnesetta fosse identificata o almeno identificabile. Il DE LOLLIS (p. 23) ne tentò, è vero, la identificazione con Agnese di Saluzzo; ma con quale delle due (di cui n. XXVII, nota 38, 49; n. LXXVI, nota 29), con la zia o con la sorella del marchese Manfredi III? Io dimostrai altra volta (Studi Romanzi, VIII, p. 307) come a nessuna delle due possa convenirsi l’allusione Sordelliana. Di Agnese zia sappiamo che, nata poco dopo il 1182, andò sposa, nel 1202, al giudice di Torres in Sardegna e che, rimasta vedova, rimpatriò verso il 1219, fondò il monastero di Rifreddo e morí nel 1223. Ora, se Sordello non abbandonò la Marca Trivigiana prima del 1227, ne viene che, allorquando passò per Saluzzo, ove, secondo il De Lollis, l’avrebbe conosciuta, ella era morta da un pezzo. Dell’altra Agnese non si perseguono le tracce che fino al 1219: in ogni modo, ella è chiamata, nelle carte, «Agnex» o «Agnes», «Ainesina» nel sirventese En amor trob tan de mal seignoratge di Albertet de Sisteron e nella risposta di Aimeric de Belenuey (v. nn. LXXVI, LXXVII), non «Agnesetta». I due diversi diminutivi, una volta divenuti di uso comune e costante, designano persone diverse. Quanto a Cunizza da Romano, v. il comento al n. XCIV.

 

 

 

 

 

 

 

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