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Squillacioti, Paolo. Le poesie di Folchetto di Marsiglia. Pisa: Pacini, 1999.

Nuova edizione riveduta e aggiornata per il "Corpus des Troubadours", 2009.

366,027a- Folquet de Marselha

Attribuzione: parte I, § 1.2.7.

5. Et er gran tort: metto a testo la lezione β, sebbene vada sottilineata la bontà di et agra·n tort della versione α: quest’ultima è sciolta in et a gran tort da Lewent 1912, col. 336 (va in direzione della soluzione di Lewent la forma agrant di Dª, mentre per agra da AVER si vedano le forme agra di Oa e cagra di T).
es: l’emendamento di Stroński in «l’es», mantenuto da Aston 1953, era stato molto criticato da Lewent 1912, col. 336: «Die Einführung von l’ [...] zerstört den Sinn».
 
7. Alla traduzione che mi sembra più naturale affianco quella ricavata da Lewent 1912, col. 336: «und ich deshalb das, was ich hervorbringe, nicht verächtlich behandeln darf», ovvero, come specifica lo studioso: «ich muss mir bei der Abfassung der von ihr inspierierten Lieder Mühe geben».
 
9. atenda: a testo, come Aston 1953, la lezione propria a β, laddove Stroński privilegiava entenda diffuso in α, γ (DªGc) e β (MT): si evita così una rima equivoca, peraltro perfettamente ammissibile, col v. 2; si confronti la versione β di FqMars 155,5 (I), 8: «pero en sa merce m’aten». L’esemplificazione in LR, V, p. 324, s.v. atendre mostra una propensione a costruire il verbo con en; registro comunque la redaz. del ms. C di ArnMar 30,4 (X), 34-35: qual mieu semblan qui en dos luecs saten. uas quascun es enianaire e trahire (c. 108r), laddove l’ed. Johnston legge: «c’al mieu albir, qui en dos luocs s’enten, / a chascun es enganaire e mentire» (si noti l’oscillazione aten/enten).
 
11. m’agradi de: normalmente il riflessivo di agradar regge il caso diretto: dal LR, III, p. 504 ricavo gli esempi di RmMirav 406,13 (XI), 1-2: «Be m’agrada·l bels temps d’estiu / e dels ausels m’agrada·l chanz» e BnVent 70,30 (XXX), 55: «que res autra no m’agrada». Un caso interessante è però LanfrCig 282,3 (XXIV), 3: «c’om no·i deu agradar autras flors»: così Branciforti che mantiene il verso ipometro di tutti i relatori, IKa¹ (+ d, che è descriptus di K), ritenendo inutili i suggerimenti del primo editore Appel 1890, p. 181: «agradar ist in ungewöhnlicher Weise konstruiert: lies etwa que no·m devon agradar, oder eher noch darf man in agradar ein gardar oder Kompositum erkennen und dem entsprechend ändern». Bertoni 1915 nell’accettare la prima correzione di Appel (cfr. p. 321), aggiunge in nota: «Se si potesse ammettere un agradar transitivo (come per grazir), si potrebbe pensare a un’altra correzione: C[ar] om non deu agradar; ma ciò è assai improbabile» (p. 547). Comunque il FEW, IV, p. 250 registra il lemma «apr. agradar, se agradar de ‘penre plaisir à’»; in afr. è attestato in TL, I, col. 212, s.v. agree: «mout s’agree De chacier» (da Raimon Vidal, La chasse aux médisant, v. 406, edito in AdM, VI [1894], 465 sgg.).
 
19. Secondo Perugi 1978, I, p. 495 l’ «opposizione topica» sieus/fis (quest’ultimo nei soli DªGT) occulta un sis, ovvero una delle «varianti rariori del possessivo», trattate alle pp. 492-99 dei suoi Prolegomeni; di qui la soluzione: «E quar suy sis no cug que m’enguanes».
 
20. fi: sulla forma fiu propria di AAb (e perciò adottata nella versione α) si veda Zufferey 1987, p. 55.
 
21. chauzimen: sullo scambio in rima con iauzimen in Dcf si veda la nota di Commento a FqMars 155,1 (V), 17.
 
22. fera sens: per l’espressione faire sen si veda SW, VII, p. 561 (s.v. sen, n° 12): «etwas Verständiges tun, vernünftig handeln» e in particolare un luogo di BtBorn 80,37 (I), 24-25: «E fai gran sen a lei de tosa / que non voill Peitieus ni Tolosa». Probabilmente banalizzante la lettura di α+R ben fora sens.
 
25. no n’aia·l: seguo il suggerimento di Lewent 1912, col. 336 di correggere il non aia·l di Stroński (e poi di Aston 1953), così come di emendare al v. 44 del an in de l’an.
cor engres: cfr. GcFaid 167,43 (XLVIII), 1-2: «No m’alegra chans ni critz / d’auzels mon fel cor engres».
 
26. anc: ancora Lewent 1912, col. 336 si pronuncia in favore di anc di CMR, forma sia pura minoritaria rispetto a canc di α+DEf (e cfr. car DªG; T omette la lezione), ma adottata sia da Stroński che da Aston 1953.
 
33. fi: la rima equivoca con 39 fi è segnalata con altri esempi da Antonelli 1977, p. 100, n. 122.
 
36. tot: l’adozione dell’alternativa ton di α (+Df) costituisce la sola deviazione di rilievo dell’edizione Aston 1953 dalla base editoriale costituita dal ms. C (quindi dal mio gruppo β), ma il fatto che la lezione rifiutata, tot, venga attribuita ai soli mss. ac (mentre a legge ton, e tot è anche in CMR) rende sospetta la scelta, peraltro non giustificata nel commento; Stroński stampa invece tot.
 
43-46. Le due tornadas sono tràdite dai soli DªG (la prima dal solo Dª), ovvero da due mss. latori di molte e significative lectiones singulares, come si può dedurre dalla tabella delle varianti adiafore (in partic. tab. C2) e, più in generale, dal testo della versione θ presentata supra nella Nota al testo; accanto all’ovvia ipotesi che le due tornadas siano cadute nel resto della tradizione (e sugli invii a tradizione ridotta si veda la Nota al testo di 155,8 [XI]), si deve tenere in considerazione la possibilità che esse siano estranee alla canzone e che appartengano a una fase rielaborativa. Di qui la prudenziale inclusione del testo fra parentesi quadre. Un caso analogo è la tornada di FqMars 155,6 (XVII), al cui Commento rimando.
 
43. Heralh de Polinac: accolgo, come fa anche Aston 1953, l’emendamento proposto da Stroński a partire da berald del ms.: «l’erreur paléographique s’explique assez facilement et le nom de Béraud ne fut jamais porté dans cette maison» (p. 128*); l’identificazione è con Héracle III di Polignac, attestato per la prima volta in un documento del 1169 e morto il 18 luglio 1201: per ulteriori indicazioni si veda C. Fabre, Notes sur les troubadours Guillem et Gauceran de Saint-Didier, AdM, XXIII (1911), pp. 161-79, in partic. pp. 168-70.
 
46. quar: mantengo, come Aston 1953, a inizio verso la lezione dei due relatori, laddove Stroński emenda, senza necessità e comunque senza giustificazione, in que.
 
 
Postilla 2009
 
Va segnalata l’approfondita analisi di Zinelli 2003, pp. 523-26, base di partenza per un riesame dei dati attributivi e testuali del componimento.

 

 

 

 

 

 

 

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