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Squillacioti, Paolo. Le poesie di Folchetto di Marsiglia. Pisa: Pacini, 1999.

Nuova edizione riveduta e aggiornata per il "Corpus des Troubadours", 2009.

155,022- Folquet de Marselha

 

Tant m'abellis l'amoros pessamens

Scheda metrica

[768:1]    a10 b10’ c10 a10 b10’ b10’ d10 d10    a: ens, b: ire, c: ér, d: en

5 coblas unissonans di 8 vv. e 3 tornadas di 4, 3, 1 vv.; lo schema metrico è un unicum. I décasyllabes sono tutti a minore (cesura lirica ai vv. 17, 33, 35).

Ordine strofico

EQVbκ I II V III IV
IK I II III V IV
C I III II IV V
O I II IV III V
f I III IV V II

Ordine unico per le tornadas (la prima è assente in Q; sulle ultime due si veda la n. 48 del Commento). Fa è latore dell’incipit e della III cobla. W è danneggiato per cui è leggibile solo la parte iniziale e quella finale della canzone, ovvero parte dei vv. 1-4 e 19-24: si noti inoltre che lo spazio interessato alla lacuna è sufficiente per quattro coblas soltanto. V intercala tra le sue 2ª e 3ª strofa la quinta cobla di FqMars 155,1 (V) che ha schema metrico e rime molto simili a Tant m’abellis (cfr. Frank, n. 324:3); anche la seconda tornada nei mss. CR è ricavata dalla stessa FqMars 155,1 (V). Tali circostanze fanno pensare che, in una certa fase della trasmissione manoscritta, i due testi si siano trovati a stretto contatto: la contiguità si riscontra oggi nei mss. ABN (155,22-155,1) e QU (155,1-155,22), ma anche nei mss. FaGVcf, dove sono separati da un solo componimento. Si ha peraltro una conferma dell’appartenenza dei due componimenti alla medesima tradizione π. La presenza in E della seconda tornada del componimento all’interno di FqMars 155,23 (IX) pare invece dovuta a errore (o iniziativa) del copista del ms.: si veda in proposito la Nota al testo.

Melodia (GR e parz. W): Sesini 1942, p. 112, n° 4 (solo G); Gennrich 1958-60, III, p. 90, n° 87 (cfr. IV, p. 59); Fernández de la Cuesta 1979, p. 215; Van der Werf 1984, p. 100*.

Nota al testo (1)

Stante l’insufficienza degli errori significativi occorre mantenere distinte le redazioni che emergono dai dati offerti dalla tabella delle varianti adiafore. Tre i gruppi che con maggiore evidenza si oppongono fra loro: α, che ha il suo nucleo in DPSGQ, β = CERMVf+bκ e γ = LNUc. All’interno di α, GPS sono congiunti dall’omissione del v. 42. All’interno di γ, LUc (con Mf bκ del gruppo β) hanno in comune il mot tornat cossire (già al v. 5) in luogo di 13 sospire; si noti che bκ confermano il loro legame con un ms. importante di β, R (con O) per l’infrazione inversa, ovvero la presenza del mot tornat sospire (poi al v. 13) in luogo di 5 cossire (2). Inoltre in γ, L (con OQ) ha lem e Uc len in luogo di 7 lom e Uc sono ulteriormente accomunati dall’omissione di un monosillabo iniziale al v. 46; d’altra parte LNUc sono caratterizzati dall’assenza di -s in molte delle rime in -ens del componimento (1 pensamen Uc con PVWκ, 4 plasen V, 9 nien LUc con QRV, 12 ven Uc, 17 soffren LUc con RV, 20 egalmen LUc con ABCQW, 25 plagen LUc con V, 28 sotilmen LUc con ABQOERVls, 33 saviamen LUc con AOQRV, 36 noszen L), ma non darei grande forza congiuntiva al fenomeno. Trascurabili perché poligenetiche le lezioni erronee 20 partan di IKU (partâ in K) in luogo di partam e 34 fins (da FINUS) di BMOUf invece di fis (da FIDUS). Sono invece probabili innovazioni banalizzanti 15 que daltra DGPS e ni daltra Ebκ, in luogo di ni daillor, essendo palesemente una donna l’altrove da cui non si attende soccorso. Gli altri testimoni sono riconducibili, non senza incertezze, ai gruppi sopra definiti; ls, isolato nello stemma di Stroński, può essere ricondotto a β: cfr. tab. A2 e B2; più difficoltosa da determinare la posizione di O, latore peraltro di molte lectiones singulares (cfr. tab. A3 e B3; il ms. era stato accostato a γ per 7 lem. Vanno invece con il gruppo α, per quel tanto che i pochi versi tramandati ci possono dire, anche Fa (si noti tuttavia 21a in tab. A2) e W (ma si noti 22a in tab. B2). Presentano problemi di classificazione soprattutto AB e IK, che mostrano più evidenti legami con DPS+GQ nella maggior parte dei componimenti della tradizione π (3) : la prima coppia, accanto a un rapporto evidente con il gruppo α (cfr. in partic. tab. A1), evidenzia legami con gli altri due gruppi, e in particolare con γ (cfr. tab. B2); così IK, che vanno con α per tab. A1 13, 21a, 29b, 35, 37, 40 e tab. B1 22a-b, 23, 25, 27, 28, 32, 39, 41, mentre concordano con β e γ negli altri casi. Ne risulta pertanto un gruppo α poco omogeneo, in particolare ai vv. 14 e 22 (in grassetto i mss. del gruppo):

14 tot     soauet...          ABDPSG CERVflsbk     N O
  tant   soauet...          IKQ M LUc
                            ...puois     de lieis cui desire          AB MRf
                            ...quar      de lei(s) cui desire         IKQ CVlsbκ Uc O
                            ...si de lei(s) cui desire                   DPSG E LN
   
22 ostatz     de uos la beutatz el...          ABQ W LNUc
  partetz   de uos la beutat el...             IKG CEMRVflsbκ O
  tolez       de uos la beltat el...              DPS Fa
                                                         ...doutz     rire     AB CEMRVflsbκ LNUc O
                                                         ...gen        rire     DIKPSGQ FaW E

[Al v. 14 Q legge tan dolçamêt; R tot planamen; al v. 22 AB leggono las beutatz; Fa genz]

Altro caso interessante è al v. 29: qui alla sostanziale compattezza dei raggruppamenti individuati corrisponde una particolare distribuzione delle lezioni tràdite: lez. α: so sai pos IKPSG Vls, so sai mas AB, cho sai can D; lez. β: car siuals ERbκ, sauals car C; lez. γ: seuals pois LNc Mf, pos siuals U (inoltre: pois eo posc O, dôna per queu Q). L’ipotesi è che una situazione siffatta dipenda dalla presenza, in una fase anteriore a quella rappresentata dai canzonieri, di varianti alternative ‘disordinatamente’ introdotte a testo (cfr. i Criteri di edizione, parte I, § 2.2, n° 3): ciò spiegherebbe la presenza di po(i)s in parte della versione α e nella versione γ, oltre che in O e darebbe conto di un fenomeno, qui solo accennato e limitato ai soli mss. CO, che si può ritenere tipico di tale trasmissione orizzontale, ossia l’inversione degli elementi costitutivi della lezione (la variante alternativa viene, per così dire, inglobata nel testo ma nel posto sbagliato). Ai vv. 14 e 22 potrebbero essersi verificate condizioni analoghe: rimando al Commento per le scelte editoriali conseguenti.
Restano da esaminare b κ: con la sua recente ricognizione sui variegati materiali fruiti da G. M. Barbieri per le citazioni trobadoriche poi confluite nell’edizione postuma dell’Origine della poesia rimata curata da G. Tiraboschi (Modena, 1790), Maria Careri ha dimostrato l’insufficienza dell’ipotesi di derivazione di b da κ proposta da Zufferey 1987, pp. 158-59 (4). Sia b I (o b¹, cioè le cc. 1-8 del ms. Barb. lat. 4087) (5) sia κ derivano dalla cosiddetta ‘Bella Copia’ (BC nella siglatura della Careri), ovvero da parte del materiale autografo di Barbieri utilizzato da Tiraboschi e oggi conservato nella biblioteca dell’Archiginnasio a Bologna: cfr. Careri 1996, pp.263-69. Non si rilevano in ogni caso differenze sostanziali fra i due testimoni.
Fondo il testo critico sulla versione α e assumo A come ms.-base: la scelta non è priva di inconvenienti sia per le non poche lectiones singulares (8 tirat [con U] per trainat (6), 12 recrezens [con ls] per el no uens, 22 las beutatz per la beutat, 28 uezous per uezon, 36 pens [con Q] per cuig, 37 dan per mal, 39 ar [con ls] per car, 46 segon lo mieu albire [con ls] per per lo meu escien), sia per la già ricordata condivisione di un certo numero di lezioni con gli altri due gruppi; tre i luoghi principali in cui si privilegia la lezione di altri mss. del gruppo α: 22 doutz > gen, 23 bel semblan > douz parlar, 39 quar lous cuich e > queus cugei dir mas, oltre a 14 pois > si, già discusso sopra (al v. 27 mantengo invece pro di AB con Q [+ CMfls LNUc] per le ragioni esposte nella relativa nota del Commento). L’unica lezione che, per il mutamento nel tempo verbale, comporta una qualche conseguenza sul senso è quella del primo emistichio di v. 39, ma quella messa a testo, tràdita da DIKPSGQ+Efbκ, si deve assumere come la versione α (ulteriori osservazioni sulle altre lezioni nel Commento). La distanza del testo critico dalla versione del ms. è quindi marcato (7), ma gli altri mss. del gruppo presentano problemi analoghi, né pare di poter individuare in altri mss. lezioni la cui superiorità appaia evidente; di contro, in favore di A si può menzionare la sua completezza, essendo latore anche del v. 48, una tornada a sé nella ricostruzione qui proposta. La versione β, edita in apparato, è fondata sul ms. R, emendato da errori, irregolarità morfologiche e lectiones singulares; inoltre: 17 siatz sius platz RV > si·us platz siatz; quieus no uolgra queus poguessô uezer REbκ > quar a mon pro no·us pogron anc vezer; 41 nous aus Rf > no·us sai; conservo la lezione di RV al v. 39 car lous vuelh (ma nous R) e di RV+IK al v. 40 en e riproduco la II tornada nella versione di CR sebbene essa coincida con la I tornada di FqMars 155,1 (V).

 

 

Note

(1) Lo stemma codicum di Stroński (cfr. pp. 188-91) presenta tre rami non ricondotti all’archetipo (x, z, y), più uno isolato per il solo ms. a (corrispondente al mio ls), che raggruppano le seguenti famiglie: AB, DPS, IK (= x); LUc (= z); CER (= y) (IK contaminano con y e in particolare con ER; Uc contaminano probabilmente con AB; ER contaminano con z, mentre il solo E contamina con PS; a contamina con ER e con AB). Inoltre G e F (corrispondente al mio Fa) si legano a x tramite PS, mentre Q e W si legano allo stesso x tramite DPSIK; N si lega a z tramite L e contamina con DPS e con ER; V si lega a y tramite R, ma dimostra legami con C e contamina con x; f si lega a y e contamina con DPS; infine M si lega a y tramite CR. ()

(2) Altri esempi di alternanza nella tradizione manoscritta fra cossir(e) e sospir(e) in Asperti 1990, p. 265, a proposito di RmJord 404,4 (IV), 5: «cossir» a testo (mss. ACW) e sospir in DIKa. ()

(3) Si veda il gruppo α in FqMars 155,5 (I), 155,18 (III), 155,14 (IV), 155,21 (VII) e 155,16 (VIII) e cfr. anche 155,1 (V) dove però IK sono classificati in un gruppo γ; più divaricata la situazione in 155,3 (VI) dove ABPS si oppongono con evidenza a DIKGQ. ()

(4) Debenedetti 1995 [1911], pp. 132-36 non escludeva il rapporto contrario. ()

(5) Il testo provenzale è corredato di una traduzione italiana che Debenedetti pubblica in appendice al suo lavoro alle pp. 330-42 (la canzone folchettiana è alle pp. 339-40). ()

(6) Ma tirat è la lezione preferita da Stengel 1911, col. 244, che nota inoltre l’assenza di trainat nel Glossaire di Stroński. ()

(7) A differenza di quanto si ha nel testo proposto in Squillacioti 1993, dove, con una sfiducia eccessiva (e comunque suggerita dalle caratteristiche della varia lectio sin qui evidenziate) nella possibilità di risalire al di sopra del singolo canzoniere, si era offerto un testo che più fedelmente seguiva il ms.-base A. ()

 

 

 

 

 

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