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Longobardi, Monica. I vers del trovatore Guiraut Riquier. "Studi Mediolatini e Volgari", 29 (1982-1983), pp. 17-163.

248,059- Guiraut Riquier

3. que conosc - la conoscenza del bene è un aggravante del peccato di debolezza, molto sentito in Riquier, cfr. OROZ, p. 255, nota 1 e vers XIV, 27-28 « qu'om fa tort / dreg conoyssen » e vers XV, 4-6: « e fezes / totz los bes / que conoys ez enten ».
 
8. ops no m'auria - cfr. XIX, 1 « Ops m'agra ... », in cui appare la stessa espressione ma con la forma rizotonica, derivata dal piuccheperfetto *hàbueram.
 
14. OROZ « Y sé que el mal ... », io penso, invece, che mals sia da intendersi come un aggettivo (cfr. vv. 9-10), a cui sottintendere senher, come dimostra il v. 15 « e·l bos senher ... ». Dunque, non ‘ il male ', ma ' il malvagio (signore) ', il diavolo, o, per antonomasia, ' il Malvagio '.
 
15. OROZ « el bos ... », ma essendo chiaramente formato da et + le, deve esser scritto e·l, dato che Oroz usa questa distinzione grafica, cfr. v. 26, rispetto ad el = en + le.
PFAFF « senhers » (R).
si·m vuelh- sull'uso del dativo etico, cfr. SCHULTZ-GORA, par. 178. Per la teoria del libero arbitrio, cfr. vers VII, 45 nota.
C gandir, sinonimo di gardar (PD, 201), (Riquier usa anche il sostantivo guandida = ' rifugio ', cfr. vers V, 35). Ma, in questa prima parte della strofa, lo schema impone rime alterne (encadenadas): -ar, -ir, -ar, -ir.
 
16. mo voler complir - un'accezione positiva come questa, in Riquier, è piuttosto eccezionale (basti pensare solo a questo vers in cui il voler è il bersaglio polemico). Un caso analogo è al vers XXIV, 17-20, in cui, più che l'uno o l'altro elemento (poder o voler) in antagonismo, viene connotato positivamente (se avvenisse) il concorso di entrambi i fattori.
 
18. aurania - cfr. RAYN. II, 148 « légèreté, extravagance », giustamente rettificato da Lévy, SW I, 101 « Tollheit, Verrücktheit, Thorheit, Breviari, 18860: « bevenda de mort / o bevenda d'aurania / o d'autra greu maladia. » e « Prov. Ined. p. 30: « Que sa falsa fes / lo ten fat en s'aurania ». REW 788 collega il prov. aurat ad aura (« leiser Wind ») traducendo: « verrückt ». Accosterei a questa area semantica, it. ‘ sventare, sventato, sventatezza ' (DEI, V, 3686) che, composto di ‘ vento ', ha lo stesso significato.
 
24. R contra·l dezir - il verso, così com'è in R, presenta una rima al mezzo piuttosto eccezionale, se non sistematica come al vers VIII. C, d'altronde, presenta la parola-chiave del vers (voler), che è quella che compete, in tutto il Canzoniere, con poders e sabers. A differenza di questo e ancor più di altri casi in cui C è più corretto o credibile di R, cfr. vv. 15 e 40, in cui C decisamente presenta lezioni, per varie ragioni, inaccettabili, cfr. note corrispondenti.
 
32. PFAFF « s'es »; OROZ « ses ». Concordo perfettamente con OROZ, (p. 259, nota) sia per ragioni di ordine sintattico, che per quelle relative alla forma, che vuole, con « ses », rispettato il polyptoton giocato sulla preposizione.
 
36-37. (e 39-40) Per il motivo della resa dei conti, cfr. vers XXI, 37-41 e VIII, 14-16 nota.
 
40. marrit - la lezione giusta è data da R mentre merit di C è chiaramente evocato dai due meritz dei vv. 37-38.
 
45. permenar, PFAFF « per menar »; OROZ « permenar ». Permenar, inteso come unico verbo, dà maggior scioltezza alla frase e non sconvolge neppure se fosse una coniazione dato il valore puramente perfettivo del prefisso per- rispetto al senso fondamentale del verbo semplice menar (parmener esiste in a. fr. cfr. GODEFROY V, 778 e MISTRAL, II, 547). Piuttosto, date tali premesse, non convince la traduzione di OROZ, 261 « sobrellevar suavemente el mal » né la punteggiatura da lui data dei vv. 46-7 per motivare il v. 45, mentre tale motivazione è da vedersi nell'esclamazione del v. 48. Il senso di permenar è quello di « concluir » come prospettato anche da OROZ, 261 in nota e ce lo conferma Riquier stesso che, ripetendosi come di consueto, questa volta rende un servizio, ' glossando ' con quel « selh que layssa l'escur » del v. 53 l'espressione meno chiara del v. 45. Il mal è dous o saboros come in XXIII, 50.
 
48. Adotto l'interpunzione enfatica di OROZ (il punto esclamativo), adatta al vigore dello sprone al pentimento.
 
51. Si osservi come qui il senhal sia inequivocabilmente riferito alla Vergine e alla sua funzione salvifica. Per l'evoluzione del simbolo cfr. XIV, 66-70, nota.

 

 

 

 

 

 

 

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