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Boni, Marco. Sordello, Le poesie. Nuova edizione critica con studio introduttivo, traduzioni, note e glossario. Bologna: Palmaverde, 1954.

225,014=437,030- Guilhem de Montanhagol

3. proensal: per la collocazione dell’aggettivo cfr. la nota al v. 62-63 del n. XV; e cfr. i v. 73-75.
 
9. es galiatz: per galiar = ingannare cfr. L. R., III, p. 420.
 
10. a vostra guia: cfr. S. W., IV, 219, 2 e 3.
 
12. qui: col solito valore di si quis (cfr. IV, v. 8).
 
13. per un cen: espressione assai frequente: cfr. L. R., II, p. 378; S. W., VIII, p. 541, 15; C. APPEL, Prov. Chrest., Leipzig, 1930, gloss. Ricorre altre volte in Sordello: cfr. XVIII, v. 39; XLIII, v. 1016. Parallela ad essa è per un dos.
 
15. muer viven: cfr. I, v. 40.
 
16. on q’il sia: cfr. IV, v. 16; VII, v. 25, 39; e cfr. più oltre, v. 42.
 
19. mostrava vertatz: seguo qui il COULET, la cui interpretazione è approvata anche dal S. W., VIII, p. 693. Il DE LOLLIS legge mostrav’ a vertaz.
 
21. penria: per questo significato di penre cfr. III, v. 4.
 
24. tan: come osserva il COULET (Le troub. Guilhem Montanhagol, Toulouse, 1898, p. 172), tan si deve ricollegare col penria del v. 21, perché i v. 22-23 costituiscono quasi una parentesi.
 
26. sapchatz: si noti l’omissione della congiunz. que, non rara anche nell’antico provenzale, come nell’antico francese.
 
28. am’: così, giustamente, stampa il COULET, e così avevano precedentemente proposto di scrivere lo SCHULTZ-GORA, rec. al vol. del DE LOLLIS, in Zeitschr. f. rom. Phil., XXI, 1897, p. 255 e il NAETEBUS, rec. al vol. del DE LOLLIS, in Archiv f. das St. d. n. Spr. u. Lit., XCVIII, 1897, p. 206. Il DE LOLLIS ha am.
 
29-30. I due versi sono citati come proverbio dal CNYRIM, Sprichwörter, sprichwörterliche Redensarten und Sentenzen, Marburg, 1888, n. 800, p. 47, che cita anche varie altre espressioni proverbiali analoghe (n. 801 e segg.).
 
31. si ... enguanatz: se trobar è costruito qui con l’attributo al caso retto per analogia coi verbi che significano essere, sembrare, ecc. (cfr. A. STIMMING, Bertran de Born, Halle, 1879, p. 229, n. al v. 6 del n. 1). Il verbo non ha però qui — come opportunamente osservano lo SCHULTZ-GORA, ibid., e il COULET, ibid. — il significato tutto particolare di «ritrovarsi» che voleva attribuirgli il DE LOLLIS, ma il suo senso più comune di «se trouver», «être par hasard». Il Coulet traduce: «s’il se trouve que vous soyez trompé». Cfr. S. W., VIII, p. 483, 16.
 
32. forsenatz: è al caso retto, essendo predicato di semblar usato nel senso di «parere»; quando invece semblar significa «eguagliare» si costruisce col caso obliquo come accade nella lirica XIX, v. 38 (cfr. STIMMING, ibid., p. 296, n. al v. 5 del n. 40).
 
32-33. Il concetto si ritrova nella romanza Lo dolz chans di Guiraut de Borneill, v. 129-130: Toza, totz dezonratz / es c’ama desamatz (ed. A. KOLSEN, Berlin, 1894, p. 358).
 
36. no·s chastia: se castiar de alcuna re vale «correggersi da...», «rinunciare a...»: cfr. S. W., I, p. 227, 8.
 
38. lieys: sarà da considerare, come nota il COULET, come un caso obliquo avente valore di genitivo (con omissione del de): cosicché l’espressione equivale a per lunh galiamen de lieys.
 
42. vuelh sapcha: anche qui è omesso il que (cfr. v. 26).
 
45. sos cors. Il DE LOLLIS nota: «si penserebbe qui volentieri a una di quelle perifrasi con cors equivalenti al pronome personale; ma il riscontro del v. 68 ci fa certi che si tratta proprio di cor(s) = cuore». Ma credo che sia preferibile, col COULET, ritenere che qui si tratti proprio di una perifrasi equivalente a «ella».
 
47. Il verso nel ms. ha una sillaba in più, evidentemente per la ripetizione del cum del v. precedente. Accolgo la correzione proposta dal NAETEBUS, ibid., e dal COULET, ibid., p. 173.
 
49-50. Come hanno osservato l’APPEL, rec. al vol. del DE LOLLIS, in Literaturblatt f. germ. u. rom. Phil., XIX, 1898, col. 230 e il COULET, ibid., qui ha il solito valore di si quis (cfr. v. 12). Non è quindi esatta la nota del DE LOLLIS, che vorrebbe vedere nel passo un esempio del verbo tener costruito «col dativo della qualità... che si imputa ad alcuno e l’accusativo della persona a cui essa viene imputata». Per tener a cfr. F. DIEZ, Gramm. der romanischen Sprachen, Bonn, 1882, p. 878; STIMMING, ibid., p. 274, n. al v. 6 del n. 25; S. W., VIII, p. 149, 12 b.
 
50. en autruy chauzimen:  per autruy cfr. L. R., II, p. 44; COULET, ibid., p. 159, n. al v. 28 del n. XII; C. APPEL, Prov. Chrest., Leipzig, 1930, gloss.
 
52. Il verso manca di una sillaba nel ms. Il supplemento o è stato proposto dal DE LOLLIS  ed è stato accettato anche dal COULET. Il NAETEBUS,ibid., propone invece di sostituire far con faire, considerando naturalmente il qu’ del v. 51 come un pronome relativo riferentesi a faich. Anche questa soluzione potrebbe essere accolta.
 
53. a mais valen: cfr. v. 49.
 
55. sos: aggettivo possessivo pleonastico: cfr. XII, v. 40.
 
65. enans: «ma», «al contrario»: cfr. L. R., II, 94.
 
67. don: il DE LOLLIS traduce «per il che», rimandando per esempi al glossario dello STIMMING, ibid.; ma credo che sia preferibile l’interpretazione del COULET (ibid., p. 174), che intende «de laquelle chose, de quoi, se rapportant à ce qui précède».
 
68. sos cors: credo col COULET che si tratti di una delle solite perifrasi per indicare la persona (cfr. v. 45); il DE LOLLIS invece traduce «cuore». - don: credo che non abbia il senso speciale di «di ciò di cui» attribuitogli dal De Lollis, ma equivalga, come intende il Coulet, a de qui, par qui. - mieus: la forma tonica del pronome possessivo è qui usata, contro le regole, senza l’articolo: unico caso in Sordello di tale scorrettezza, che sembra sicura, perché non è possibile correggere il passo ammettendo un’enclisi di lo con don, che termina per n stabile (cfr. l’Introduzione, p. CLXXVI).
 
70. qu’ueymais: accetto l’emendamento proposto dal COULET. Ma forse potrebbe mantenersi anche la lezione del ms., intendendo mais nel senso di «désormais» (per cui cfr. L. R., V, p. 124, e E. LEVY, Petit dictionnaire, Heidelberg, 1923) e considerando cuy come equivalente a qui (cfr. DE LOLLIS, Vita e poese di Sord., Halle, 1896, p. 254).
 
74. triatz: cfr. S. W., VIII, p. 462, 16, ove è citato anche questo passo.
 
75. proensals: qui l’aggettivo è separato dal nome a cui si riferisce da un’intera proposizione: costruzione non infrequente (si vedano gli esempi raccolti dall’APPEL, Prov. Inedita, Leipzig, 1892, p. XXVII). Cfr. v. 2 e la nota ai v. 62-63 del n. XV.
 
84. tortz o dregz: aggettivi concordati con jutgamens; tortz vale qui «ungerecht, unrechtmässig»: cfr. S. W., VIII, p. 317, 4, ove è citato questo passo di Sordello.

 

 

 

 

 

 

 

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