Rubr. - PFAFF legge MCCLXIII, mentre nel ms. si legge chiaramente MCCLXIIIJ, cfr. anche BERTOLUCCI P., Il Canzoniere, p. 223.
1. Con amor inizia una serie di concetti astratti, ai limiti della personificazione (dezir, honor, pretz, conoyssensa etc.) che non ho ritenuto opportuno marcare con la maiuscola, pensando alla congeries di tali termini presente in quasi tutti i componimenti riquieriani.
se partir - è espressione tecnica per indicare la « retraite », cfr. CROPP, pp. 226-7.
2. endreg - cfr. MÖLK, p. 116 « in bezug darauf » e PD 145 « à l'egard de »; la frase è prolettica rispetto al verso successivo, come osservato da MINETTI, p. 137.
midons - invariabile; CROPP, p. 35 osserva che ma domna, impiegato più spesso come soggetto e midons, più spesso come oggetto, tendono a formare una declinazione completa.
Per il complesso sinonimico dezirar, amar, voler, cfr. CROPP, p. 405.
4. Per may R, cfr. I, 16. L'interrogazione retorica che segue è stata individuata già da MINETTI, p. 134.
8-9. È l'aggettivo vidals, che riallacciandosi alla tematica vita-morte, lascia riconoscere in questo bene generico, il pretz, cfr. canso IX, 3 « Quar pretz verays per mort no pert son briu » e vers III, str. IV.
16-17. La natura bifronte dell'honor nel mondo medievale, come riconoscimento concreto (feudo, cfr. bes temporals) e insieme astratto (reputazione, cfr. GUIDA, pp. 358-9) acquista con Riquier, grazie all'aiuto di bona fe, una terza valenza: è il ' lasciapassare ' alla fruizione dei beni esperitals, in virtù della continuità fra Dieu e segle, più volte ribadita dal poeta, cfr. canso IX, 19-20 (MÖLK, p. 52) « Lauzor e pretz a, don es tant manens, Que a secgle ez a Dieu es plazens » e PFAFF, p. 146, 119-20 « Car honor temporals Es et esperitals ».
portz - in questo contesto non ha il senso di ' approdo ', ma piuttosto quello di ' tramite ', ' passaggio ' (gr. póros), cfr. SW VI, 465 « Eingang, Durchgang », PD, 303 « passage dans les montagnes », MISTRAL, II, 603 « passage, gorge », senso largamente documentato nel dominio romanzo, cfr. ALCOVER, VIII, 766 « Lloc estret per on passa un cami d'una muntanya a una altra (cast. puerto) ».
21-22. L'espressione è frequentissima in Riquier, in forma identica o con leggere varianti, cfr. canso IX, 38 (MÖLK, p. 53) «E·ls faitz e·ls digz e·ls semblans perseguens »; vers VI, 31 « quar le faitz es greus e·l ditz e·l parvens »; canso XVIII, 37-8 (MÖLK, p. 86) « e·l semblans non deu mentir De selh qu'onor vol aver » cfr. anche RAYN. IV, 629, l'esempio di Arnaut de Marueill « En fatz, en ditz, et en pessars ».
Il semblans è il ' lato a vista ' della nostra condotta di vita ( parvens), cfr. MÖLK, Index, e GUIDA, pp. 357-8.
25. cobeitat R - come al v. 28 e III, 8. Tale grafìa risulta caratteristica di R anche nelle cansos (cfr. MÖLK, apparato relativo alle c. III, 9, 65; IV, 7, 10 etc.).
Per il concetto cfr. XX, 33 « Ab aquelh mal qu'es de·ls autres razitz » spiega S. Paolo « radix omnium malorum est cupiditas ».
29. Per aver ajustar, cfr. III, 17-20 « quar apellatz / es savis e cortes, / qui es creyssens / del sieu ab qualque cors » e XXI, 25-6 « quar savis es clamatz / qui sap aver culhir ».
32. nueg e jorn - cfr. XXII, 56 e XXIV, 18 nella variante nueg e dia.
33. Cfr. VIII, 21-2 « e qui pus l'a privat avut, / mais a multiplicat son dan ».
35. ans - qui come in IV, 44 il ms. C presenta an per la avversativa e in entrambe i casi PFAFF la mette a testo. La forma corretta, però, è ans di R, cfr. CRESCINI, p. 354 e APPEL, p. 211.
37. a con valore di ab ha riscontri in gran parte del dominio romanzo, cfr. RAYN. I, 3 ss., BARTSCH-KOSCHWITZ, p. 452, SCHULTZ-GORA, p. 192 « a = nach, bei, mit » e « ab = an, mit, bei ».
44. Cfr. canso IX, 3, p. 52 « Quar pretz verays per mort no pert son briu »; vers III, 42-4 « pus mort pres / a los valens, / lurs pretz viu ab lauzors » e PFAFF, p. 139, 386 « Car lauzors mort companha ».
47. lunhs con metatesi per nulhs è comunissimo, cfr. PELLEGRINI, p. 204; nei vers le due forme si trovano impiegate esattamente nello stesso numero di esempi.
hom C, homs R - cfr. Leys III, p. 80 « Los motz termenans en lo nominatiu singular amb s o ses s appelam indiferens, coma hom o homs »; di fatto, per quanto riguarda vers e cansos, il ms. C generalizza la forma asigmatica, mentre più frequenti sono in R le forme sigmatiche, cfr. vers III, 33 e VI, 36 e cansos IX, 2; X, 24; XV, 50; XX, 18, 19; XXVI, 45-46 (cfr. anche BERNHARDT, XXXVIII).
51. Cfr. XVIII, 8 « e qui conoys, mescre sa conoyssensa » e PFAFF, p. 107, 62-65 « de vezer e d'auzir Ha hom entendemen, Et aquel dona sen, Cen dona conoyssensa ».
53. Cfr. XXVI, 33-36 « Lo greu perilh devem temer / de dobla mort qu'es presentiers: / que·ns sentam Sarrazis sobriers / e Dieus que ns giet a nonchaler ».
54. viures - infinito sostantivato. La soluzione è già pronta al v. 63 e già in PFAFF.
55. de mi delir - cfr. PELLEGRINI, p. 295 « Si usano le forme forti dei pronomi personali... quando il pronome sia inserito tra preposizione e infinito ».
Per il concetto cfr. canso VIII, 6-7, p. 48 « Atressi·m fai abellir So, don sai, que dey murir ».
60. tener pro de - ' essere utile a qualcosa ', cfr. SW VI, 565.
61. PFAFF « Qu'él cor », cioè ' nel cuore ', dato che PFAFF usa distinguere el = et + le da él = en + le, ma tale interpretazione non mi pare dar senso; cor è oggetto di seguir. Per la costruzione cfr. RAYN. I, 8 « En chantan m'aven a membrar, So qu'ieu cug chantan oblidar » (Folquet de Marseille).
Per asseguir CR si osserva che forme di raddoppiamento iniziale limitate alla s- come nei vers, sono presenti anche nelle cansos, cfr. III, 84 assas C, a sas R; IV, 35 essai CR; XV, 24 assonor C, a sonor R; XXI, 2 assabor C, a sabor R. Per l'interpretazione da darsi al fenomeno, cfr. CRESCINI, p. 52 (che crede ad un fatto assimilativo) e GRAFSTRÖM, p. 244 (che crede, invece, sia un puro fatto grafico per indicare il grado sordo della consonante). |